È senza dubbio assodato, che il linguaggio universale dell'arte debba sempre conservare e avvalorare al massimo il concetto di trasversalità espressiva e comunicativa, per poter davvero essere accessibile a tutti e alla portata di tutti nella sua connotazione distintiva e identificativa. Ecco, perché l'artista creativo nella sua vocazione ispiratrice deve saper mantenere una propria visione creativa super partes, purificata e depurata da tutto ciò che potrebbe comprometterne e precluderne la piena e ottimale esplicazione. Su questo tipo di concezione bisogna sempre fare presa, poiché la neutralità incondizionata e inviolabile del fare arte va di pari passo con l'efficacia comprovante della finalità primaria a cui è destinata a livello sociale e collettivo e diventa un fondamento basilare per tutto ciò che ruota attorno alla dimensione del talento innato e alla formazione e preparazione, che lo sviluppa e lo fa evolvere in crescendo e perfezionarsi al meglio. Essere artista coerente e consapevole, responsabile e lungimirante significa in primis capire quanto serve trovare chiavi di approccio con il fruitore-spettatore tali da fornire una libertà di lettura e una chiave di interpretazione scevre in toto da qualunque e qualsivoglia ingerenza e intromissione distorta e fuorviante, affinché si possa innescare e alimentare un rapporto di contatto e di relazione affrancato da ogni possibile tendenziosità, anche sottesa e subliminale. Daniel Mannini (www.danielmanniniart.it) ha grande saggezza di pensiero e in questa direzione canalizza e veicola il suo percorso artistico, nella convinzione radicata di essere un creativo votato ad una formula di trasversalità autentica e genuina. A tal riguardo, ha risposto ad alcune domande mirate di approfondimento.
D: Un tuo
commento riflessivo sul concetto di trasversalità super partes del
linguaggio artistico.
R: Quello
che mi ha sempre impressionato fin da piccolo è il raccontare un
solito tema in tanti modi e stili diversi, dove ogni punto di vista
può ricondursi a un determinato soggetto o argomento. La storia
dell'arte ci racconta di come essa sia contemporanea e al passo con
il tempo che trascorre, senza mutare la sua essenza di lascito della
testimonianza di ogni individuo che viene definito artista e
schedulato a un determinato settore in cui agisce per esprimersi al
massimo delle sue capacità. Ed è proprio questo punto che mi fa
capire come questa disciplina sia fondamentale per la nostra cultura
e per il nostro essere. Anche se i gusti possono essere diversi, il
rispetto dell'azione intrapresa rimane invariato, esclusi i casi in
cui questa naturalezza viene a mancare a favore di una promozione
fuorviante per interessi personali.
D: Da
giovane artista contemporaneo come applichi la visione creativa super
partes all'interno del tuo palinsesto espressivo e comunicativo?
R: La mia
visione creativa parte dalla passione per il disegno e dall'interesse
dell'arte intesa come applicazione e dedizione degli artisti. Durante
gli studi scolastici ho assimilato maggiormente quello che rientrava
all'interno delle mie curiosità e la spinta è stata quella di
immedesimarmi nell'approccio di realizzazione di un lavoro. La
progressione è avvenuta in una fase successiva al percorso
scolastico, per conservare quella curiosità mistica di esprimermi
attraverso una forma artistica, dove la pittura e la grafica hanno
assunto un ruolo fondamentale. Il bisogno iniziale era quello di
espellere tutte le sensazioni ed emozioni attraverso il colore e
l'azione istintiva del gesto, mentre in questo momento il lato
figurativo rappresenta l'espressione, attraverso un soggetto che si
presenta quasi come un'icona, di testimonianza dei giorni nostri,
nella quale gli argomenti non mancano e la fruizione di essi diventa
maggiore rispetto a prima grazie all'uso della tecnologia.
D: In che
modo a tuo parere è possibile limitare ciò che in ambito artistico
si rende tendenziosamente fuorviante e potenzialmente inquinante
dell'essenza sostanziale di purezza assoluta da perseverare ad
oltranza?
R: Credo che
sia molto difficile limitare, soprattutto al giorno d'oggi, quello
che non è degno di essere definito “arte” anche se non ho la
giusta posizione per poter affermarlo, per un discorso di inserimento
di importanza all'interno del contesto artistico. L'unico modo
possibile è quello della qualità e della bravura dell'artista, dove
oltre la tecnica è essenziale il messaggio e il modo di colpire le
masse nel momento giusto in un determinato periodo storico. La
fruizione di un messaggio che conduce le persone a riflettere su
quello che viene posto davanti a loro in modo del tutto indipendente
e privo di influenza esterna, animando un flusso di coscienza che può
trasferirsi nel tempo.