L'ex sindaco di Parma ospite a "Quarta Repubblica": Pietro Vignali ha raccontato l'inchiesta che lo ha visto assolto nel 2021 per indagini basate su errori investigativi. La vicenda è durata 10 anni.
Pietro Vignali, vittima della "giustizia lumaca"
Pietro Vignali, ex Sindaco di Parma, è stato ospite di "Quarta Repubblica". Al giornalista Nicola Porro ha raccontato le incresciose vicende vissute in prima persona in seguito all'inchiesta giudiziaria che lo ha coinvolto per 10 anni, derubandolo del suo ruolo, di denaro e tempo. Accusato di abuso d'ufficio per la presunta assunzione clientelare di 18 dirigenti per il Comune di Parma, l'ex Sindaco era imputato anche per un danno erariale pari a 3 milioni di euro. Nel febbraio 2010 Pietro Vignali ha ricevuto l'avviso di garanzia, per poi venire prosciolto da tutte le accuse nel marzo 2021. Il PM che aveva dato il via alle indagini ha infatti concluso che queste erano basate su errori investigativi. Una vicenda simbolo della "giustizia lumaca" che troppo spesso caratterizza i procedimenti giudiziari in Italia. Oltre al danno alla propria immagine, l'ex Sindaco si è visto privato del suo ruolo. Le accuse hanno causato un danno importante anche al Comune di Parma.
Pietro Vignali: il commento a "Quarta Repubblica"
"La paralisi totale dell'amministrazione è durata quasi un anno", ha dichiarato Pietro Vignali. "Io mi ricordo che da Sindaco all'epoca avevo chiesto pubblicamente che le indagini avvenissero nel più breve tempo possibile perché la situazione era diventata totalmente ingestibile". Le indagini preliminari invece, sono durate 10 anni. "In teoria dovrebbero durare non più di 18 mesi", ha specificato Pietro Vignali. "La situazione creatasi era surreale, nonché deleteria per il Comune". A fine 2010 la procura aveva già tutti gli elementi per decidere se archiviare o rinviare a giudizio, ma lo ha fatto solo recentemente. Come ha commentato l'ex Sindaco in diverse occasioni, questa vicenda dovrebbe farci riflettere sull'importanza di attuare una riforma della giustizia liberale e autenticamente garantista, che sia in grado di fare la differenza sui tempi e sulle responsabilità civili dei magistrati.
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