La Coldiretti che fu: il focus dell'avvocato Massimo Malvestio nell'editoriale scritto a gennaio 2005 per "Nordesteuropa" in seguito alla sconfitta dell'associazione nelle elezioni dei consorzi di bonifica.
C'era una volta la Coldiretti: l'editoriale del 2005 di Massimo Malvestio
Era la più potente, la più numerosa e la più disciplinata organizzazione collaterale alla Democrazia Cristiana: una "forza monolitica" la definisce Massimo Malvestio nell'editoriale scritto nel gennaio 2005 per "Nordesteuropa". La sconfitta dell'associazione nelle elezioni dei consorzi di bonifica in quei giorni ha dato origine a una lunga e attenta riflessione sulle ragioni per cui la Coldiretti è arrivata a indebolirsi progressivamente in Veneto finendo per perdere quell'egemonia che ne ha contrassegnato la storia. Per dare l'idea di cosa significasse in Veneto la Coldiretti, l'avvocato ed editorialista Massimo Malvestio cita la breve presentazione di un deputato trevigiano riportata all'interno della "Navicella", la pubblicazione che contiene i curricula di tutti i parlamentari. "Coltivatore diretto. Padre di numerosa famiglia": poche parole, sufficienti però, almeno fino agli anni '80, "a garantire nel Veneto bianco una trionfale elezione alla Camera". Tempi in cui quella della Coldiretti era una potenza indiscussa: dai consorzi agrari alle casse rurali, dalle cooperative ai consorzi di bonifica fino all'assistenza tecnica in agricoltura "tutto passava per questo sindacato capillarmente diffuso". E mentre "i coltivatori diretti votavano con una compattezza surreale", l'organizzazione contraccambiava "negoziando continuamente nuovi benefici per i suoi iscritti".
Massimo Malvestio: il ruolo della Coldiretti nella storia recente del Veneto
Nell'editoriale, uno dei diversi scritti da Massimo Malvestio prima di trasferirsi a Malta e riproposti nei giorni scorsi da "Venezie Post", l'avvocato si focalizza sulla concatenazione di eventi che ha portato la Coldiretti a perdere nel tempo la propria forza: "La crescente industrializzazione, una politica urbanistica che ha fatto capire a molti contadini che rendere edificabile il proprio terreno era assai più interessante che coltivarlo, il crollo della Dc e la nascita del sistema bipolare, la secolarizzazione e la difficoltà di mantenere un collegamento sostante con la Chiesa e con la sua dottrina sociale sono stati tutti eventi che hanno progressivamente indebolito quella forza monolitica". Senza dimenticare "la modifica statutaria che negli ultimi anni ha tolto ogni vera autonomia alle articolazioni territoriali ridotte a dipendenze dell'organizzazione nazionale". Fino al gennaio 2005: "Lo spettacolo di questi giorni, con la Coldiretti che perde persino le elezioni dei consorzi di bonifica e che quando le vince non riesce a mantenere uniti i suoi rappresentanti, che segue la fine ingloriosa di molti consorzi agrari, è triste spettacolo per chi ricorda che cosa la Coldiretti ha significato nella storia recente di questa regione". È "un altro segno del Veneto che cambia", come osserva Massimo Malvestio, "anche se non si vedono all'orizzonte soggetti nuovi in grado di organizzare stabilmente il consenso così da essere, al tempo stesso, interlocutore e sostegno per chiunque voglia governare per una prospettiva che vada oltre la durata di uno spot televisivo".
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