“È certamente una pittura definibile simbolicamente come danzante, quella che scaturisce dalla vibrante e fremente vena creativa di Daniel Mannini e dalla sua intraprendente ispirazione artistica. Una pittura che si libera fluttuante nello spazio atemporale attraverso l'incalzante dinamismo cromatico e plasticismo colorato”. La Dott.ssa Elena Gollini analizza con calzanti metafore lo stile pittorico di Mannini evidenziando la rilevanza primaria della tavolozza cromatica nella sua marcata e corposa incisività scenica. Approfondendo e articolando ulteriormente l'argomentazione la Dott.ssa Gollini ha proseguito: “La straordinaria danza cromatica, che nasce e si alimenta dall'intreccio colorato e dalle ritmate profusioni tonali, che producono un tripudio compositivo sorprendente è innescata seguendo un accorpamento sempre mirato e calibrato con attenzione, che modula e modella anche gli effetti chiaroscurali, che si generano di rimando dai giochi di luci e di ombre. La danza cromatica nella pittura di Daniel segue il timbro e il ritmo del suo cuore e si allinea con il moto della sua anima, è frutto di quel trasporto emotivo ed emozionale che sostiene il suo operato e sorregge il desiderio di dare vita a creazioni dotate di potente carica energetica. È una danza cromatica, che aumenta e decresce seguendo una virtuale partitura musicale in sintonia con l'orchestrazione strutturale e narrativa che Daniel vuole improntare. La danza è da sempre dimostrazione di forza e al contempo di grazia, di vigore e al contempo di leggerezza sinuosa. Alla stessa stregua la danza cromatica degli scenari pittorici realizzati da Daniel ci avvolge permeante e ci coinvolge con virtuosa sinergia, ci invita ad accostarci al suo ritmo che è quello dettato e impartito dal pathos intimo e interiore di Daniel per fondersi con esso e diventare un tutt'uno, un unicum, nella magia di una comunione speciale alimentata e consolidata dall'atmosfera danzante. Note di colore e ritmi tonali si inseriscono all'interno del palinsesto e del costrutto di sintesi astratta e sprigionano un inconfondibile senso del movimento, che resta però sempre equilibrato e ordinato e si allinea perfettamente all'ordine ideativo e progettuale, che caratterizza e contraddistingue il modus pingendi di Daniel nella sua consapevole e coerente azione creativa. Per Daniel essere artista astratto e di astrazione non significa gestire la tavolozza in modo istintuale e irrazionale e tanto meno abbandonarsi e lasciarsi andare alla casuale improvvisazione, ma significa bensì avere una libertà espressiva spontanea, che resta però sempre all'interno di parametri studiati e ricercati attingendo dall'enorme potenzialità racchiusa e contenuta nei colori quelle risorse inestimabili per fare la differenza nella sua sorprendente danza pittorica”.
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www.elenagolliniartblogger.com daniel-mannini