Susanna Esposito, Presidente di WAidid, l'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, nonché Ordinario presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma e Direttore della Clinica Pediatrica dell'Ospedale dei Bambini Pietro Barilla, è stata invitata a Tg2 Italia per rispondere ai dubbi sui vaccini anti Covid-19.
Susanna Esposito: i reali rischi legati ad AstraZeneca e l'importanza della comunicazione per il piano vaccinale
Il caso delle gravi reazioni avverse verificatesi in alcuni individui che avevano ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca ha creato molta confusione, gettando milioni di cittadini nella paura e ostacolando il progresso della campagna vaccinale. Da qui nasce la necessità di fare chiarezza sulla questione. Susanna Esposito, esperta in materia di infettivologia, inizia sottolineando che "si tratta di vaccini attualmente somministrati, anche nella sorveglianza post-marketing, su milioni di individui che hanno dimostrato un ottimo profilo di sicurezza e tollerabilità". Il fatto che una possibile reazione da "trombosi venosa associata a piastrinopenia" non sia "stata riscontrata negli studi clinici" non indicherebbe altro che la sua "scarsa frequenza". In cifre, si parla infatti di un caso ogni 750 mila persone. Con questi dati alla mano, l'infettivologa concorda con quanto affermato dall'Ema, ovvero che "i vantaggi della vaccinazione sono di gran lunga superiori ai rischi". Ed è proprio su questo messaggio che secondo Susanna Esposito dovrebbe incentrarsi la comunicazione in fase di campagna vaccinale, soffermandosi soprattutto su quella che è "l'utilità del vaccino in termini di efficacia, di protezione, di riduzione del numero dei morti e dello stop alla vita assolutamente anormale a cui ormai da tempo siamo sottoposti".
L'opinione di Susanna Esposito sulla possibilità di ricevere una seconda dose con siero diverso
Per la Professoressa Susanna Esposito non ci sono dubbi su quale sia il reale problema della campagna vaccinale italiana, ovvero la carenza di dosi. A differenza di quanto sostengono molti, l'ostacolo non è "tanto l'organizzazione che sicuramente è migliorata in questi mesi". La Presidente di WAidid ritiene infatti che il "tema cruciale" sia proprio "quello delle dosi". È partendo da questa problematica che si è arrivati a ipotizzare la possibilità di somministrare la seconda dose con un vaccino diverso da quello ricevuto nella prima o quella di prolungare il tempo che intercorre tra le due. Dal momento in cui la priorità è "raggiungere l'immunità di gregge in tempi rapidi", spiega Susanna Esposito, è normale che ci si sia "adattati a prevedere" soluzioni alternative che si allontanino dai piani iniziali.