Cala il sipario su una stagione difficile ma comunque positiva per il rappresentante del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur, capace di vincere la Team Sprint di Coppa del Mondo in Svezia e di arrivare mai così vicino alla vittoria individuale come quest’anno in Val di Fiemme al Tour de Ski.
Gressoney Saint-Jean, Italia – 04 Apr. 2021 • Si è conclusa con i campionati italiani di Passo Cereda la stagione 2021 di Francesco De Fabiani. Una stagione che, come noto, sarebbe stata condizionata non poco dalle problematiche legate alla pandemia mondiale.
Non fa eccezione lo sci di fondo, che ha certamente pagato il suo dazio già da inizio stagione, con la complicata scelta dei norvegesi che dalla prova di Davos, hanno disertato gran parte della Coppa del Mondo, tanto da “dare una nuova fisionomia alla challenge”, «capisco i problemi, noti a tutti – dice Defast – ma non so se tutti i norvegesi fossero realmente d’accordo sul fatto di non correre».
Dal lato prettamente tecnico «La stagione è partita certamente meglio di quella precedente, abbiamo risolto i problemi alla schiena che mi avevano afflitto nel novembre 2019 e che mi avevano reso difficoltosa la prima parte di stagione – aggiunge Francesco – anche se non sono partito “col botto”, ho avuto un buon avvicinamento al Tour de Ski, che però è partito non proprio bene per me, visto che ho accumulato subito ritardo nelle prime tappe».
La Val di Fiemme, come da attese, si è rivelata ancora una volta la località “ideale” per cercare il colpaccio, che per pochissimo non si è realizzato nella 15 km in classico: «Per la seconda volta mi sono dovuto accontentare del secondo posto alle spalle di Bolshunov, tradito dal lungi rettilineo finale. Se con Klæbo, due anni fa era quasi scontato che perdessi lo sprint, quest’anno, senza il norvegese, ci credevo davvero».
Tolto il secondo posto di Lago di Tesero, le altre soddisfazioni sono arrivate dalla splendida affermazione in coppia con Federico Pellegrino in Svezia nella Team Sprint, oltre ad un altro podio sempre nello stesso format e ad un 5° posto a Davos, cui ha fatto seguito una Top 10, quasi top 5 per la verità, sempre in una 15 Km in classico: «Non ho avuto continuità ad alto livello, anche a causa di alcuni problemi tecnici occorsomi sul Cermis, in Engadina e non ultimo ai campionati italiani, ma da oggi si volta pagina, il mio sguardo è rivolto al 2022 e la motivazione è già forte».
De Fabiani ha mal digerito il fallimento del mondiale di Oberstdorf: «Mi aspettavo di più, conquistare almeno una medaglia era quasi obbligatorio, ma se guardo indietro vedo una sprint in classico nella quale sono caduto, ma nella quale visto lo stato di forma potevo sperare di entrare nei 10 e forse arrivare in finale. La Team Sprint, nonostante io e Pellegrino abbiamo dato tutto, ci ha lasciato a mani vuote e forse la sfortuna di capitare nella seconda batteria non ci ha aiutato. Per non parlare del mio sogno, la 50 Km, alla quale per le note vicende legate al Covid, nemmeno ho potuto partecipare».
E proprio a proposito di Covid e gestione delle gare, il fondista del CSE “assolve” la FIS: «Non è stato facile per noi atleti, per lo staff, figuriamoci per la Federazione Internazionale, che tante volte ha fatto scelte non totalmente condivisibili (vedasi calendario delle gare), tuttavia credo abbia dato il massimo per ottimizzare e gestire gli eventi in un periodo così complicato».
Infine, il pensiero di Francesco De Fabiani è tutto per i tifosi: «Ci terrei a ringraziarli singolarmente, mi hanno seguito da casa e incitato sui social in maniera encomiabile, grazie a tutti, davvero».
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Ufficio Stampa di Francesco De Fabiani
Redatto da Paolo Mei
Tradotto da Nicolò Caneparo