ROMA. Il mondo del Real Estate ed i suoi cambiamenti. Se è vero che il coronavirus ha avuto un forte impatto sull’economia mondiale, è altrettanto vero che il mercato immobiliare si difende con le unghie e con i denti.
Le compravendite si stanno concentrando maggiormente nelle periferie, piuttosto che nelle grandi città. La necessità di ritrovarsi in spazi più grandi si concilia bene con immobili dal minor costo e che più facilmente offrono la possibilità di usufruire di tutte le agevolazioni fiscali del periodo storico. Insomma, un forte cambiamento che non ha modificato l’andamento imprenditoriale delle aziende dei “magnifici sette”, i leaders italiani ed europei del settore, che, adeguando le loro strutture al distanziamento sociale, sono riusciti (nelle prime due fasi della pandemia) e stanno riuscendo ad ottenere risultati importanti. Ma chi sono i “Top Players” italiani del Real Estate? Li elenchiamo uno ad uno: Oreste Pasquali, fondatore del gruppo “Tecnocasa” che coinvolge 15mila giovani operatori attivi in oltre 3000 agenzie ed uffici immobiliari in Italia e all’estero; Marco Speretta, Direttore Generale del gruppo “Gabetti” che gestisce anche i marchi “Grimaldi” e “Professione Casa”; Dario Castiglia, Ceo e licenziatario del Marchio “ReMax”, proveniente dall’America ed avente sedi in tutto il globo; Ilario Toscano, presidente e fondatore del “Gruppo Toscano”, consolidatosi negli anni e vantante centinaia di punti affiliati in Italia; Giuseppe Amitrano, patron di “Redilco” e “Sigest”, leader nel settore commerciale e dei cantieri residenziali; Paolo Bellini, sviluppatore della rete “IAD Italia”, nata in Francia ed oggi presente in Europa e in Messico; Bruno Vettore, partner in “Fondocasa” e formatore training molto apprezzato.
Abbiamo intervistato Paolo Bellini, colonna portante di “IAD Italia”, per analizzare ogni punto caratterizzante del mercato immobiliare nell’avvio di un anno, il 2021, ricco di aspettative.
Come il COVID-19 ha influenza il mondo del Real Estate?
Le modificazioni dovute al Coronavirus sono sotto gli occhi di tutti. Basti pensare che il concetto dei bisogni è mutato: le famiglie cercano spazi liberi, giardini, balconi con i quali “respirare“ durante gli eventuali Lockdown. Anche la mano dei progettisti sta cambiando, dato che questi accessori sono diventati indispensabili per un mercato fluido e vivo.
Il processo di cambiamento è veramente cominciato con il Coronavirus?
Credo proprio di no. In effetti, Il cambiamento del settore immobiliare e, soprattutto, dei servizi ad esso connessi, ha vissute le sue prime fasi nei primi anni del 2000, con l’avvento dei portali immobiliari, dei software gestionali e delle organizzazioni strutturate a livello nazionale. Ne sono l’esempio pratico le reti ed i network, sorti in quegli anni, e il consolidarsi della necessità di fare gruppo, di stare assieme, per migliorare i servizi e la qualità dei prodotti offerti. Il mercato immobiliare è sempre un settore pronto a recepire le novità e ciò lo dimostrano gli oltre 100000 operatori componenti del grande mondo dell’intermediazione immobiliare italiano.
Dal punto di vista operativo, quale direzione è stata “imposta” agli operatori del mercato?
Studi professionali e delle reti organizzative nel campo immobiliare hanno avuto una forte convergenza verso i servizi a distanza. Conference call, meeting virtuali, video chiamate, ma anche firma elettronica dei documenti, registrazione dei contratti e assolvimento degli obblighi fiscali: tutte operazioni che passano tramite sistemi digitali ed hanno consentito di continuare a lavorare anche nei momenti di blocco totale. La clientela è diventata più esigente. Se, un tempo, la richiesta più diffusa era ottenere copia delle planimetrie e del reportage fotografico, oggi il cliente tipo quasi pretende i Virtual tour, ovvero un video illustrativo dell’unità immobiliare con invio telematico della documentazione.
La crisi sta creando nuove opportunità o distruggendo gli ultimi paladini?
È dimostrato che dopo una crisi, vi è sempre un momento di rilancio del settore economico di riferimento. Nel caso immobiliare, le aziende sono diventate più digitali. L’utilizzo di Internet è diventato, ormai, usuale e le piattaforme informatiche si sono adeguate a questa nuova esigenza. Anche le scuole di formazione stanno adeguando i loro programmi didattici al fine di preparare i “protagonisti del prossimi anni” ad affrontare la loro attività utilizzando le nuove, ascendenti tecnologie.
Che tipo di iniziative sono necessarie per sburocratizzare il settore in relazione anche al momento storico?
Purtroppo la macchina pubblica non è pronta ad affrontare il repentino cambiamento. Lo sta dimostrando la politica sulla scuola, sull’accesso agli uffici pubblici, sulla quotidiana attività burocratica. Da un lato, vi sono i nostalgici del sistema fisico, che auspicano il ritorno ai contatti personali, ovvero alla “preistoria del sistema”; dall’altro, è sempre più forte l’esigenza di incentivare l’utilizzo dei sistemi digitali di facile applicazione e, soprattutto, facile fruizione da parte del cittadino medio. In questo caso, giocano un ruolo molto importante esperti informatici, i quali devono rendere accessibili le nuove tecnologie a tutti. L’operatività passa tramite smartphone e, in parallelo, computer portatili. E’ a questi strumenti che noi deleghiamo l’operatività futura, la capacità di gestire il mercato ed entrare nella nuova era che ci farà volare verso mete un tempo inimmaginabili.
Cosa consiglia ai giovani che si approcciano al mondo immobiliare?
Alle nuove generazioni, dico che la formazione e la conoscenza degli strumenti di base diventa fondamentale per affrontare un mercato così avanzato, così nuovo, così specializzato. L’affiancamento, anche a distanza, ad operatori senior può aiutare a comprendere le basi dell’attività immobiliare, mentre l’individuazione di reti organizzate e preparate alla “nuova era” è indispensabile per gareggiare con strumenti adeguati in un mercato sempre più veloce e competitivo.
Quali importanti progetti sta promuovendo su piano nazionale ed internazionale?
Oggi, sono impegnato a sviluppare la rete IAD Italia, una delle realtà più innovative di Europa nel campo dell’intermediazione immobiliare. Un realtà nata in Francia tredici anni fa e che, oggi, annovera, al suo interno, oltre 13.000 consulenti immobiliari operanti in Francia, Portogallo, Spagna e Italia, con forti prospettive di crescita in Germania e negli Stati Uniti. La chiave di volta di questa rete è la “Digitalizzazione”, introdotta sin dall’origine e, quindi, consolidata nel suo DNA aziendale.
Comunicare bene. Che importanza ottiene questo concetto nei fenomeni sociali odierni?
La buona comunicazione porta alla buona pratica commerciale. Tutto diventa più accessibile, trasparente, utilizzabile. Con la buona comunicazione non si generano sogni, bensì realtà organizzate che vengono poste nella giusta prospettiva per essere scelte da un consumatore più attento ai suoi bisogni, più attento alle sue esigenze e dalle importanti aspettative.