Italia Unita contro il Covid 19. Governo e Popolo, cuore oltre l’ostacolo. (Scritto da Antonio Castaldo).
In Italia, epoca di Coronavirus, quando il primo giorno di Primavera si è toccato il record negativo di 793 morti, poco dopo le undici di sera c’è stato il discorso alla Nazione di Giuseppe Conte, in diretta dalla sua pagina Facebook e trasmesso in edizione straordinaria della Rai su Tg 1. Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha annunciato: «Il governo ha deciso di chiudere ogni attività produttiva non strettamente necessaria». Per vincere il contagio da Covid 19, che sta attraversando tutto il mondo, in Italia ogni attività produttiva non indispensabile a garantire i beni essenziali resterà chiusa fino al 3 aprile 2020. I supermercati, le farmacie, le parafarmacie, le edicole, i tabaccai resteranno aperti.
Nelle sue dichiarazioni sulle nuove misure per il contenimento dell’epidemia il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ricordato che «è la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo dopoguerra. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Non abbiamo alternative. Ma lo Stato c’è».
Questo è stato il passaggio conclusivo del suo discorso: «Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte, come una catena a protezione del bene più importante: la vita. Se dovesse cedere anche solo un anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi, per tutti. Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e ritornare presto nelle nostre fabbriche, nei nostri uffici, nelle nostre piazze, fra le braccia di parenti, di amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia, ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro. Uniti ce la faremo».
La ripresa, destinata alla ulteriore diffusione a beneficio della informazione e dell’interesse generale, in modalità Home Mode Communication, del sociologo e giornalista Antonio Castaldo, con l’assistenza di Giuseppe Pio Di Falco e Alberto Livorno, del discorso del Presidente Giuseppe Conte è stata effettuata per IESUS, Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali all’Italia, e postata all’indirizzo web https://www.youtube.com/watch?v=prdA_EBGmfo&feature=youtu.be .
Dalla quotidiana conferenza stampa pomeridiana questi sono i dati, del bollettino del 21 marzo 2020, comunicati dal Dott. Angelo Borrelli, Capo della Protezione Civile: In Italia sono 42.681 i contagiati da Coronavirus, ben 4.821 più del giorno precedente. I guariti sono 6.072, ovvero 943 in un giorno. Le vittime sono 793 in più, per un totale di 4.825. I ricoverati in terapia intensiva sono 2.857, ovvero 202 in più in 24 ore.
Nel dettaglio: i casi positivi sono 17.370 in Lombardia, 5.661 in Emilia-Romagna, 4.214 in Veneto, 3.506 in Piemonte, 1.997 nelle Marche, 1.905 in Toscana, 1.159 in Liguria, 1.086 nel Lazio, 793 in Campania, 666 in Friuli Venezia Giulia, 720 nella Provincia autonoma di Trento, 600 nella Provincia autonoma di Bolzano, 642 in Puglia, 458 in Sicilia, 494 in Abruzzo, 447 in Umbria, 304 in Valle d'Aosta, 321 in Sardegna, 225 in Calabria, 47 in Molise e 66 in Basilicata.
A fianco del Dott. Borrelli, nella stessa conferenza stampa del 21 marzo 2020. Il Dott. Silvio Brusaferro, Direttore dell'ISS, Istituto Superiore della Sanità (Iss). Ha rinnovato l’appello a limitare gli spostamenti. «E' tassativo il rispetto delle misure prese dal Governo, questi numeri sono il segnale forte che non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo. Ci sono ancora situazioni dove con la scusa di fare due passi si fanno assembramenti. Le scappatoie danneggiano noi stessi e i nostri cari e le persone più fragili sono gli anziani. Servono meccanismi di rispetto sistematico delle misure, senza non saremo in grado di allentare la diffusione del virus».
IESUS-Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali - Brusciano NA-IT-EU