Tancredi è nato nel Chianti nel 1978 ma vive e collabora da anni nella casentinese Romena: il suo “Il suono dei passi” configura un insieme di pensieri ad alta voce relativi ad un parallelo cammino interiore in cui si è interrogato, messo in discussione e scomodato, approfondendo i tanti diversi aspetti della vita di ogni uomo e proponendo spunti di riflessione su come attivare un dialogo profondo con sé stessi per poter cambiare in meglio la propria quotidianità. «La prospettiva con cui si guardano le cose - scrive lo scrittore nella premessa, - ci pone in modo diverso con tutto ciò che ci circonda, anche nel dialogo con gli altri e con sé stessi. Il cammino è stato il tempo del rialzarmi, del muovermi per ricercare una maggiore autenticità. Mi piacerebbe poter accompagnare il lettore in un cammino interiore, passo passo con il mio».
Le riflessioni dell’autore rappresenteranno il pretesto per focalizzarsi sul cammino sulla strada come metafora del cammino della vita. A trattare questi argomenti saranno, al fianco di Tancredi, anche monsignor Luciano Giovannetti (presidente della Fondazione Giovanni Paolo II), don Luigi Verdi (responsabile della Fraternità di Romena) e Pier Luigi Ricci (educatore e collaboratore di Romena). «L’immagine della vita come cammino - scrive don Luigi Verdi nella prefazione del libro, - diventa espressione di un racconto vivace, concreto, appassionato. L’autore osserva e interiorizza quello che vive: le esperienze lo toccano e lo trasformano per capire da dove ripartire nella sua vita. Anche a noi è data la possibilità di camminare nell’esistenza e di imparare camminando: tutto ciò che comporta fatica, infatti, ci forgia, ci apre e ci rende più autentici».
“Il suono dei passi”, tra l’altro, è associato ad una finalità benefica perché il ricavato del libro sosterrà il progetto di una scuola per bambini audiolesi in Palestina che la Fondazione Giovanni Paolo II condivide con l’Istituto Pontificio Effetà Paolo VI di Betlemme. «In questo libro - si legge nell’introduzione a cura della Fondazione Giovanni Paolo II, - la vera mèta non è Santiago di Compostela, ma sé stessi. Ecco che allora ogni passo, ogni cammino su qualunque strada si percorra, porterà sempre più ad avere la consistenza di un uomo e di un’umanità ricercati e ritrovati».