Si è tenuta ieri sera a Padova, nella storica Villa Francesconi Lanza, sede della Chiesa di Scientology, la serata dal titolo Arpa in Villa, organizzata dall'associazione "Comitato dei cittadini per i diritti umani" - Padova
Un importante momento di condivisione di sentiti messaggi sociali, come quello del prof. Ivano Spano che ha sostenuto il valore di accrescere la responsabilità nella relazione sociale e culturale e di “mamma coraggio” Monia Gamberetto, che sulle parole della grande poetessa Alda Merini ha elevato il rispetto e l'ammirazione romantica e pragmatica per la donna...
A coronare la serata, in un contesto ricco di cultura ed arte, due donne.
La splendida voce lirica di Cristina Santi che si è esibita con 12 brani da "Canzonette italiane" di Vicente Martín y Soler, accompagnata dalle delicatissime note dell’arpa di Angelica Ferrari, diplomata al Conservatorio di Adria. Angelica Ferrari suona regolarmente in diverse ensemble e orchestre ed è recente la sua partecipazione all'opera Orfeo ed Euridice di Gluck realizzata dall'Orchestra di Padova e del Veneto.
Cristina Santi, direttore artistico dell’evento, è di origine italo-uruguaiana, ha studiato canto a Vienna. Ha ottenuto una borsa di studio per perfezionarsi in Italia in Canto Lirico, frequentando il Biennio Superiore di II livello, presso il Conservatorio Statale di Musica "Antonio Buzzolla" di Adria, laureandosi “cum laude” nel 2016.
Canta regolarmente in Italia, Germania, Francia, Norvegia e Russia, è docente della cattedra di canto dell'Università di Atyrau in Kazakistan.
I 12 brani del concerto sono del compositore Vicente Martín y Soler (Valencia, 2 maggio 1754 – San Pietroburgo, 11 febbraio 1806) – conosciuto in Italia come Vincenzo Martini. il "Mozart di Valencia". Dal 1777 la sua prolifica attività compositiva trionfa nel teatro San Carlo di Napoli e nel Teatro Reale di Torino per diventare poi il principale riferimento dell'opera nel territorio italiano con servizi richiesti dalle corti più esclusive: Lucca, Parma e, naturalmente, Venezia e Vienna, guadagnando un nome d'arte sulla scena internazionale. Anni dopo appare come maestro di cappella della corte imperiale di san Pietroburgo invitato da Caterina la Grande. Dal 1793 al 1796 lavora a Londra, per finalmente tornare in Russia dedicandosi sopratutto all'insegnamento. Morì a San Pietroburgo l'11 febbraio 1806.