Preda preferita di tanti parassiti, il legno rimane sempre un facile bersaglio se non si interviene con un trattamento antitarlo ecologico mirato ed efficace. Ma se pensiamo che i pericoli possano arrivare solo dai tarli si commette un grave errore. Abbiamo visto in precedenza come muffe e funghi possono causare la marcificazione di questo materiale.
Solitamente, siamo abituati a pensare ai funghi come a una forma di parassiti in grado di deteriorarlo, ma in natura esistono anche altre specie capaci di attuare un processo di trasformazione dello stesso del tutto inimmaginabile. La specie studiata da parte di alcuni ricercatori dell’Università di Stellenbosh (SU) è una di queste ed è davvero speciale. Si chiama Coniochaeta Pulveracea, un fungo che si nutre del legno e lo trasforma in zuccheri semplici molto rapidamente, riducendolo in piccoli granelli.
La capacità di questo fungo, abile a cambiare la sua forma a seconda dell’ambiente che lo circonda, è proprio quella di degradare velocemente la lignocellulosa in zuccheri semplici fermentescibili. Eppure, la sua scoperta è avvenuta più di 200 anni fa, ma l’attenzione nei suoi confronti è nata solo alcuni anni fa, esattamente quando un microbiologo sudafricano, portando in laboratorio un ramoscello di acacia in decomposizione ricoperto di licheni, scoprì che questo veniva mangiucchiato in pochi minuti.
Da allora lo studio di questo fungo ha consentito ad un gruppo di ricercatori del Sud Africa di decodificare l’intero genoma del Coniochaeta Pulveracea (30 milioni di nucleotidi e oltre 10 mila geni).
Pur costituendo un microorganismo molto speciale nell’ambito delle materie prime rinnovabili per via della sua peculiarità e solitamente non destinatario di un trattamento di disinfestazione tarli, questo fungo rimane comunque un’insidia da non sottovalutare per un materiale pregiato e indispensabile come il legno.
Fonte notizia
www.trattamentoantitarlo.net