Quando si parla di prevenzione a livello oculistico le prime patologie chiamate in causa sono solitamente le maculopatie, tra le principali origini di cecità al mondo, insieme alla cataratta.
Esistono però patologie dell’occhio considerate di “nicchia” in cui, tuttavia, la prevenzione ha un ruolo centrale.
Un esempio è sicuramente il cheratocono, una malattia che colpisce la cornea, cioè il tessuto più esterno dell’occhio, portandola a un progressivo sfiancamento.
“Tra le patologie di natura degenerativa della cornea eccelle, purtroppo, il cheratocono”, ci spiega la dottoressa Monica Luisa Marini, Medico Chirurgo Specialista in Oculistica presso la clinica bresciana Eyecare Clinic. “Il cheratocono si manifesta con una sintomatologia abbastanza caratteristica”, prosegue la dottoressa. “Le prime fasi si distinguono per una visione distorta preceduta da bagliori e annebbiamenti visivi transitori. Nella fase manifesta si ha invece una vera e propria distorsione dell’immagine, facilmente riconosciuta dal paziente che ha difficoltà quotidiane nelle normali mansioni giornaliere”.
Prevedere la progressione e l’evoluzione di tale patologia rimane uno dei limiti della tecnologia attualmente a disposizione: spesso la progressione è molto lenta nel tempo, e trova un assestamento solo intorno ai 40-50 anni.
“Esiste fortunatamente una cura per questa patologia corneale”, conclude la specialista di Eyecare Clinic. “La procedura conservativa e di stabilizzazione del cheratocono viene effettuata attraverso un laser a luce ultravioletta detto Cross Linking, un trattamento che viene preceduto dalla somministrazione in gocce di vitamina A per rendere il tutto più efficace. La tecnica ha una durata brevissima ed è assolutamente indolore: in questo modo il cheratocono non evolve e si può evitare il più invasivo trapianto di cornea”.