A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica
Il cancro al seno è una delle neoplasie maggiormente diagnosticate nella popolazione femminile [1]. Si tratta di una malattia che in Italia colpisce più di cinquantamila donne ogni anno. Nonostante questa percentuale così alta si tratta della neoplasia con i tassi di sopravvivenza più alti, e le probabilità di guarigione aumentano con la diagnosi precoce [1].
Esistono diversi fattori di rischio che aumentano le probabilità di sviluppo del tumore al seno. Tra questi l'esposizione protratta agli stimoli degli estrogeni ovarici, non aver avuto figli, un'alimentazione sbilanciata e la predisposizione genetica. Il 5-7% dei casi di cancro al seno, infatti, è legato a fattori ereditari. È ormai riconosciuto il ruolo importante delle mutazioni a carico dei geni BRCA1 e BRCA2 nello sviluppo del tumore al seno. Per le donne portatrici di una mutazione BRCA1 il rischio aumenta del 65%, mentre per le donne portatrici di una mutazione BRCA2 il rischio aumenta del 40% [2].
Per quanto riguarda la prevenzione del tumore al seno un ruolo importantissimo è quello dell'allattamento. Allattare al seno riduce il rischio di sviluppo della neoplasia, in particolar modo se l'allattamento avviene per lunghi periodi di tempo: per ogni anno di allattamento si ha una diminuzione del rischio del 4% [1].
Le donne, durante l'allattamento al seno, conducono una vita più sana: non fumano, non bevono alcolici e seguono un'alimentazione corretta. Hanno, inoltre, meno cicli mestruali e di conseguenza una minore esposizione a fluttuazioni degli ormoni sessuali. L'allattamento riduce o blocca la produzione degli ormoni ovarici e le ovaie rimangono a riposo, mentre si abbassano i livelli di estrogeni. Durante l'allattamento il seno è occupato a produrre latte e questo limita le capacità delle sue cellule di comportarsi in modo anomalo [1,3].
L'effetto protettivo dell'allattameno al seno si osserva soprattutto nelle donne che hanno una predisposizione genetica alla malattia. Esistono vari studi che hanno confermato che l'allattamento al seno ha una funzione protettiva molto importante contro il tumore al seno, soprattutto per le donne portatrici di una mutazione del gene BRCA1 [4]. Il rischio di sviluppo di tumore al seno si riduce del 45% per le donne con mutazione BRCA1 e del 59% per le donne che hanno familiarità con questa malattia [3]. Tra le donne portatrici di mutazione BRCA2 non è stata rilevata alcuna associazione significativa tra allattamento e rischio di sviluppo di cancro mammario [4].
Le donne che vogliono scoprire l'eventuale presenza di mutazioni a carico dei geni BRCA, associate allo sviluppo di cancro al seno e alle ovaie, possono sottoporsi a test specifici come il test Sorgente BRCA. È un esame di screening genetico capace di rilevare le mutazioni BRCA con un elevato tasso di affidabilità. Il test è consigliato alle donne che vogliono avere informazioni sulla loro eventuale predisposizione genetica a queste forme di tumore e alle donne che hanno familiarità con la malattia. Si tratta di un semplice prelievo del sangue per rilevare l'eventuale presenza di mutazioni.
È importante consultare uno specialista per valutare i sintomi e definire il percorso di screening corretto da seguire.
Per ulteriori informazioni: www.brcasorgente.it
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Fonti:
1. Fondazione Veronesi - www.fondazioneveronesi.it
2. https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2018/11/2018_LG_AIOM_Mammella.pdf
3. Airc
Breastfeeding and the risk of breast cancer in BRCA1 and BRCA2 mutation carriers