Non c’è bisogno di essere degli addetti ai lavori per rendersi conto della difficile situazione che riguarda tutto il mondo della musica live, soprattutto nei locali. Una sfida che non tutti i gestori hanno il coraggio di intraprendere, a volte nemmeno le giuste competenze. Perché quello di selezionare, organizzare e gestire al meglio una proposta di qualità è un vero e proprio lavoro da affrontare con la stessa passione, lo stesso impegno ma anche le altrettante necessarie capacità alla stregua della direzione artistica di un teatro, di un festival o di un qualsiasi altro evento artistico e culturale.
Valore artistico VS far quadrare i conti
Tanti gli elementi in gioco: da un lato una proposta che sia di qualità, con il coinvolgimento di artisti capaci e di talento, che portino sul palco del proprio locale una proposta di musica dal vivo valida, interessante, possibilmente originale ma soprattutto degna di valore artistico. Dall’altro, inesorabilmente, i conti che devono quadrare, il locale da riempire, le consumazioni minime da vendere per arrivare al pareggio.
Il cachet per i musicisti: questo sconosciuto
E’ proprio in quest’ottica che il confine tra una proposta culturale di qualità e un prodotto “client friendly” è andato sempre più ad assottigliarsi, a scapito, inesorabilmente, di tutti gli attori in causa. Da un lato gli artisti si trovano a doversi destreggiare tra locali non adatti né per dimensioni, né per target, né per strumentazione tecnica per suonare dal vivo. Il cachet è ormai cosa rara, ma in cambio c’è l’abusata “visibilità” (con cui si sa, si possono pagare spesa, affitto e bollette), anzi a volte i gestori più generosi offrono anche una birra in cambio delle ore di lavoro (perché suonare, per un musicista professionista, è un lavoro) fatte di fatica, viaggi e spostamenti, carico e scarico degli strumenti per non parlare dell’impegno, il sacrificio, la passione e la più intima espressione artistica vera e propria.
Caro gestore di locale, la direzione artistica è una cosa seria!
Dall’altro lato, in un mondo fatto di tanta improvvisazione, anche il proprietario del locale paga le conseguenze di un sistema ormai andato in tilt: con la smania di dare spazio a giovani emergenti e, perché no, arricchire l’atmosfera del proprio locale con la musica del vivo, rischia anche lui di perdere la bussola e non comprendere l’importanza di una direzione artistica attenta, sensibile, coraggiosa ma soprattutto dedicata e professionale, caratteristiche sempre più sottovalutate che sono invece alla base di una proposta artistica di qualità, che voglia posizionarsi davvero come un’alternativa originale e di valore in uno scenario underground non solo musicale ma anche culturale.
…e il pubblico sbadiglia
Infine, ma non per ultimo, a pagarne le conseguenze è proprio il pubblico. Avventori più o meno assidui di un locale che, improvvisandosi club di musica del vivo, si trovano spaesati e sottoposti spesso a “esperimenti” infelici, come esibizioni senza sound check o con sound check arrangiati, o artisti spesso alle prime armi. Va bene dare spazio a talenti emergenti, ma bisogna pur sempre ricordarsi che se alla fine di una giornata si è disposti a pagare un biglietto (oltre che una consumazione) per ascoltare della musica suonata, cantata, interpretata è perché si sta pagando per un vero e proprio show, una esibizione che dovrebbe essere in grado di essere chiamata tale, almeno artisticamente e per valore.
Il risultato? Un sistema al collasso in cui tutti pagano pegno. Un circolo vizioso, sempre più drammatico che, senza essere troppo cinici o pessimisti, di fatto ha contribuito a disincentivare la musica live nei locali a scapito, come abbiamo visto, degli addetti ai lavori in prima persona ma anche e soprattutto del pubblico che ne potrebbe godere.
Crash Roma: una punta di diamante
Non c’è allora più speranza per la musica live? In un quadro così pessimistico e, sì, a tratti forse anche cinico e disfattista, non è ancora detta l’ultima parola per salvare la musica dal vivo, insieme a chi ci crede, chi la fa e chi la sostiene con orgoglio. Esistono gestori e proprietari che amano la musica dal vivo, la trattano con rispetto e quindi la programmano con professionalità e coscienza.
Tra le realtà (per il momento ancora troppo poche) che almeno nello scenario romano si battono fortemente a sostegno della musica dal vivo di qualità che gratifichi pubblico e artista a dispetto delle sempre più spietate dinamiche commerciali, c’è ad esempio il Crash Roma, un piccolo locale nel cuore del quartiere Trieste, a qualche metro da piazza Istria e a due passi dall’università Luiss Guido Carli. Una punta di diamante perché, senza fronzoli o pretenziose autocelebrazioni, l’impegno di questo locale a sostegno della musica live e dei giovani artisti emergenti e indipendenti di qualità è una costante reale, concreta, totale, che si fa carico prima di tutto di oneri e responsabilità che costano fatica, lavoro e impegno (anche economico).
Che si tratti di un vino pregiato, un particolare prodotto gourmet o la selezione di artisti da proporre nelle serate live, per i due giovani imprenditori under 35 di Crash Roma, infatti, il valore della qualità è una vera e propria mission da promuovere e sostenere (veramente) a tutti i costi.
Il locale ha aperto da appena 6 mesi e si è già affermato come un piccolo tempio del gusto e della musica live. I due proprietari del Crash Filippo Pica ed Emiliano Locuratolo (entrambi sommelier e imprenditori under 35 con orgogliose radici del sud) hanno dato forma a una location curata nei minimi particolari dall’artista Antonella Romano, da cui parte una nuova e coraggiosa sfida imprenditoriale: un locale che fa della qualitànon solo una imprenscindibile parola d’ordine, ma un vero e proprio marchio di fabbrica. La qualità della sorprendente proposta menu; la qualità versata nei calici serigrafati direttamente da bottiglie delle cantine più pregiate; la qualità, per l’appunto, della musica emergente (spesso indipendente) che ogni settimana si propone in uno speciale live unplugged concepito come una vera e propria esperienza di incontro tra pubblico e artista. Il Crash Roma è infatti il locale perfetto per aperitivo, cena e dopo cena, per particolari degustazioni ma è anche (e non per ultimo) un ricercato club dove ascoltare musica dal vivo di grande, grande qualità.
Retribuire tutti gli artisti
“Siamo orgogliosi di dare la possibilità agli artisti di potersi esprimere sul palco del Crash – spiega Emiliano, che è anche musicista e perciò particolarmente sensibile al dolente tasto dell’insoddisfazione (e spesso sfruttamento) dei musicisti che si esibiscono nei locali. Un palco, il nostro, volutamente piccolo e intimo per far sì che l’artista sia a stretto contatto con il pubblico ed essere così davvero al centro della serata, per vivere un’esperienza artistica piacevole e soprattutto professionalmente gratificante”.
Quella stessa gratificazione a cui il Crash Roma tiene come punto cardine della propria direzione artistica, ossia quella di retribuire tutti i musicisti che invita ad esibirsi. Non solo i grandi nomi più affermati, ma anche (e soprattutto) gli emergenti.
Emiliano Locuratolo si occupa personalmente della direzione artistica del Crash Roma, che promuove e sostiene la musica di qualità. Nascono così 3 rassegne musicali diverse e complementari: il format Crash [A]Live, dedicato alla musica originale e ai progetti più innovativi dello scenario underground, Crash [Selection], che dà spazio a musicisti emergenti e affermati senza distinzione di genere musicale o percorso artistico (tra questi, band cover e tributi, musica folk o tradizionale, musica italiana e internazionale), infine Crash [Classic], forse la più audace delle 3 rassegne, che riadatta la musica classica plasmandola alla contemporaneità, rispettandone i caratteri distintivi di eleganza e tradizione ma rivoluzionandone al tempo stesso le modalità di fruizione.
Sul palco del Crash Roma, ogni settimana si esibiscono così dal vivo i musicisti e le band più virtuose del panorama musicale romano e non solo, proponendo un unico e straordinario concept unplugged perfettamente incastonato nell’atmosfera intima e familiare del locale.
Una vera e propria esperienza artistica e culturale, a cui il Crash tiene in modo particolare: non solo musica emergente e indipendente di qualità (da promuovere e sostenere davvero a tutti i costi), ma anche grandi nomi della musica e del giornalismo musicale, come ad esempio Renzo Rubino e Gino Castaldo che hanno incantato il pubblico del Crash con una serata unica e speciale dedicata a Lucio Dalla.
Live gratuiti e “business friendly”
Un ultimo, tutt’altro che indifferente, dettaglio: tutte le serate di musica live al Crash Roma sono sempre e rigorosamente gratuite. Inoltre, gli eventi infrasettimanali (che si svolgono solitamente il mercoledì) adottano una controtendenza molto apprezzata dalla clientela, ossia quella di iniziare alle 21:00, concludendosi quindi sempre entro la mezzanotte.
Tanti gli artisti che hanno già calcato il palco del Crash Roma: Renzo Rubino e Gino Castaldo, dicevamo, Mustrow, i Voce, Jimmy Ingrassia, i Doctor Martens, Samuel Stella, Fernando Alba, Leonardo Angelucci, Michele Tozzetti, Livia Tancioni, i That’s All Folk, Luca Bocchetti. E ancora tanti altri i nomi già in calendario per una stagione musicale ancora tutta da ascoltare.
I prossimi live in agenda
Sul sito e sui canali social di Crash Roma, è disponibile il calendario in continuo aggiornamento con tutte le date live e i concerti in agenda, per essere sempre aggiornati e non perdere neanche uno di questi straordinari eventi.
22 maggio – Agnese Valle
29 maggio – Ukus In Fabula
5 giugno – New Disorder
12 giugno – Fabrizio Proietti
19 giugno – Aleida
26 giugno – Livia Ferri
10 luglio – Malinverni