Questi i successi della Convention 2018 di Sebeto
Particolare successo, quest’anno ha ottenuto la due giorni annuale di convention che la Sebeto, puntualmente organizza per chiamare a raccolta i suoi massimi dirigenti dei marchi Rossopomodoro, Anema e Cozze, Rossosapore, Ham Honly Burger e La Pizzeria Nazionale, che la compongono con i suoi 140 punti vendita e la rendono famosa in Italia e nel mondo. Tutti i convenuti, hanno potuto assistere alla competizione per l’ottenimento del Guinness World Record della pizza fritta più lunga del mondo e nella giornata successiva vivere una giornata di cultura ospitata e realizzata nel Museo e Real bosco di Capodimonte con la partecipazione di Vittorio Sgarbi. Il primo giorno, il gruppo Sebeto presieduto da Franco Manna ed amministrato da Pippo Montella, con i loro vertici organizzativi Clelia Martino Development Manager e ufficio stampa Sebeto, Antonio Sorrentino executive chef e Davide Civitiello campione mondiale di pizza, hanno potuto far vivere ai loro ospiti venuti da vicino e lontano una giornata fieristica al “TuttoPizza”, manifestazione organizzata alla Mostra d’Oltremare di Napoli con la partecipazione anche di Rossopomodoro che in serata è stato coorganizzatore, insieme all’UPN del Guinnes di una pizza fritta che con 100 mani, quelle di 50 pizzaiuoli, ha determinato il record di 7,15 metri. Una giornata diversa e di grande livello e spessore culturale è stata quella successiva vissuta con Vittorio Sgarbi. Tutti i dirigenti dei centri commerciali operativi della Sebeto convenuti a Napoli, gli invitati, i numerosi giornalisti, hanno concordemente affermato che quest’ultima edizione di Convention è stata di grande interesse oltre che per le location, così diverse avute, anche e soprattutto per i momenti emozionanti offerti da Vittorio Sgarbi, personaggio di tanta cultura, popolarità e ricchezza di successi personali, vanto di una carriera e vita immersa negli studi dell’Arte e tant’altro, tutte doti guadagnate sul campo. Questa recente kermesse Sebeto, intitolata “Tutto a regola d’Arte”, che è stata il tema sul quale il grande critico d’Arte ha relazionato, ha permesso di far conoscere agli intervenuti, ben 42 opere, quadri dei più grandi Maestri di pittura che il mondo ha posseduto, presentati da Sgarbi, dapprima in una sala conferenze del Museo, con ausilio di slides, e poi accompagnati sempre da Sgarbi, in un percorso di diretta visione delle tante opere che il Museo di Capodimonte possiede e naturalmente soffermandosi anche su “Carta Bianca” l’esposizione di opere di proprietà di Sgarbi, nella zona dei tanti nomi, che con opere di loro proprietà, creano una zona di interessantissime scoperte dell’arte pittorica storica nella pinacoteca capodimontiana. Una brillante descrizione del quadro “Frisio a Santa Lucia” dell’800, è stata riservata da Sgarbi ad un quadro che Franco Manna ama tanto, un’opera di Eduardo Dalbono, della scuola di Posillipo, dopo l’unità d’Italia che racconta la classica gita fatta dai napoletani, fittando un barchetta per raggiungere Santa Lucia dallo scoglio di Frisio gustando il classico tarallo napoletano ‘nzogna e pepe, bagnato nell’acqua di mare, probabilmente nel corso dei festeggiamenti della Piedigrotta. Quella grandiosa festa che i napoletani vivevano con enormi carri allegorici costruiti con carta pesta, pazientemente su camion, che poi sfilavano per le vie di Napoli per tre giorni tra una moltitudine di gente che con grande allegria si riversava nelle strade con scopettini, cuppolone, triccheballacche, putipù, scetavajasse, tamburrelle ed altri artigianali strumenti musicali come le trumbettelle che al suono si allungavano in lingua con una piuma finale lingua. Poi approfondimenti sulla pittura del ‘600 napoletano, del Caravaggio, e le tante opere riviste insieme a Sgarbi, hanno raggiunto apici di apprezzamento, anche da chi è meno immerso in questo mondo dell’Arte, per la passione con la quale in grande maestro è entrato nei quadri esposti scoprendo e facendo scoprire a tutti, con l’ausilio di una pila che all’uopo porta con se, i particolari che identificavano pittore, opera, epoca, significato e storia che ciascun’opera esprimeva. Emozionante è stato, oltre che sentire Sgarbi nelle sue appassionate esposizioni, rese tutte ancor più vive ed attraenti perchè a braccio, anche per la briosità che, nel serio, quest’uomo dalle grandi doti di politico, sa con gran garbo, ma anche con qualche parola attirante, offrire ed ha espresso per l’occasione. Con allusioni al momento di svolta che gli italiani vorrebbero avere, attraverso una politica costruttiva, fatta appunto da uomini che ne dovrebbero essere gli artefici. Una due giorni, quella della Convention Sebeto 2018, che ha permesso di far conoscere due lati tanto positivi della città partenopea, il buon cibo con la pizza in primis e le bellezze, oltre che panoramiche create da madre natura, anche artistiche e culturali come la Reggia di Capodimonte, sede museale, espressione dell’amore che un sovrano borbonico nutriva per l’arte e per Napoli tanto da crearne la sua residenza storica. Fu infatti Carlo di Borbone a farla costruire nel 1738 per ospitare la collezione Farnese. Poi dal 1957, il Real bosco con la sua reggia è divenuto il Museo Nazionale di Capodimonte ed ospita una varietà di oggetti dai valori incommensurabili, che vanno dalle famose porcellane (tante di quelle create proprio dal grande artigianato napoletano ora distrutto), a sculture e quadri di grandi pittori del XVIII e XIX secolo, corazze ed altri oggetti. A termine l’artista Ulderico Pinfildi, ha personalmente omaggiato Sgarbi donandogli una sua scultura rappresentante un uccello. A fare gli onori di casa a Vittorio Sgarbi, ovviamente è stato l’attuale direttore del Museo Sylvain Bellenger, oltre a Franco Manna, che poi nel salutarlo invitandolo a tornare presto, gli hanno espresso i più vivi ringraziamenti per essere intervenuto ad una giornata dedicata a scoprire quei tanti lati positivi, quei tanti lati di arte, storia, cultura ed amore che Napoli ed i napoletani posseggono e l’hanno invitato ad assaporare una classica “pizza a portafoglio” mangiata “a cosc’ aperte” (per evitare di sporcarsi con olio e sugo che potrebbero cadere), realizzata da Civitiello, seguita da un classico babà oltre alle tante altre leccornie che Rossopomodoro ha fatto gustare nel belvedere del bosco ai suoi ospiti.
Giuseppe De Girolamo