La casa non si tocca lo slogan che ieri ha accompagnato la manifestazione sotto il Campidoglio, contro lo sfratto ella casa delle donne.
Un vero e proprio assedio, in piazza politici attrici scrittici, contro l’amministrazione comunale che ha messo un bando sul progetto, di fatto non voglio chiudere la struttura, ma con un bando pubblico di sicuro manderanno via, chi di quel progetto ne è genitore così ha spiegato l’ex presidente della Camera Laura Boldrini presente in piazza.
Al interno ci sono 30 associazioni, che rischiano di vedere sfumare i loro progetti , Roma che come sindaco ha una donna , non doveva neanche pensare una cosa del genere, il luogo è punto d’incontro dove si studia si parla ci si confida si aggregano si ricevono e si danno servizi a livello Internazionale, come si può pensare di fermare tutto ciò , anzi andrebbe incrementato.
Le attività che svolge la struttura sono molte , consulenze psicologiche, medici , ginecologici, progetti orientamento lavoro, iniziative culturali, oltre alla cura di una biblioteca sul femminismo messa a disposizione degli studenti, tutto questo porterebbe un introito di 700 mila euro, con l’amministrazione Marino si era aperta una via del dialogo per saldare i debiti , che sembrava condivisa , anche dalla giunta Raggi , ma di fatto così non è stato.
Perché? Lo abbiamo chiesto a Gianluca Santoni investigatore sempre attivo sulla violenza .La Casa delle donne non pesa e non deve pesare sulle spalle dei cittadini romani, è un luogo che vive da solo a disposizione di tutti. La volontà politica dovrebbe entrare in gioco per salvaguardare no per dare a qualche suo protetto.
Le associazione che riescono a reggersi da sole sono poche, e non è giusto togliere proprio a quelle poche, i cittadini vanno sensibilizzati a ciò che accade, intorno a loro, la politica però a volta tende sempre a mettere in ombra ciò che di bello in passato è stato costruito.