Torna in scena per il pubblico napoletano la nuova versione di HAPPY DAYS in Marcido’s field, adattamento di Marco Isidori. Come nella edizione passata, la logorroica creatura beckettiana è imprigionata in una struttura conica essenziale, questa volta in ferro (un aggiornamento del “Grande Girello” ligneo di Daniela Dal Cin); Winnie, l’eroina in questione, interpretata da Paolo Oricco en travesti, è attorniata da un corteo di tre giovani attori, che sono allo stesso tempo incarnazione polifonica del personaggio di Willie, marito della protagonista, e materia “viva” che riempie le aperture tra le barre montanti del metallico attore del luciferino e potente Paolo Oricco.
Inoltre mercoledì 27 novembre alle ore 18.30, vi aspettiamo da CAMMAROTA SPRITZ (Vico Lungo Teatro Nuovo, 31) con Paolo Oricco, protagonista dello spettacolo, e Rosario Diana, ricercatore di filosofia presso l’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno del Consiglio nazionale delle ricerche (Ispf-Cnr).Si terrà un aperitivo, occasione per dialogare sul lavoro della compagnia Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa e sul testo di Beckett da cui è tratto lo spettacolo, in scena questo weekend
Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa
HAPPY DAYS in Marcido’s field
di Marco Isidori da Samuel Beckett
con Paolo Oricco - Winnie
Valentina Battistone, Ottavia Della Porta, Alessio Arbustini - Coro/Willie
scene di Daniela Dal Cin
direzione di Marco Isidori
NOTE DI REGIA:
«Dopo più di tre lustri dal suo debutto (1997) i Marcido riportano in scena, con un progetto produttivo del tutto rinnovato, una delle rappresentazioni centrali del percorso artistico della Compagnia Happy days in Marcido’s field; percorso che ha in Samuel Beckett un autore di sicuro e fondante riferimento; ricordiamo Non io, Dondolo e Quella volta, ovvero Marcido in Beckett’s love del 2004; e soprattutto …ma bisogna che il discorso si faccia! dall’Innominabile, che la critica italiana lesse come una magistrale messa in scena della parabola più acre di Beckett (nel 2009 l’allestimento ottenne il Premio Ubu per la scenografia e il Premio della Critica).
Ma certo “Giorni felici” è stato il primo e più importante approccio con la drammaturgia beckettiana che abbiamo tentato. […] Daniela Dal Cin ideò per lo storico “Happy days in Marcido’s field” una costruzione architettonica che definimmo Grande Girello: una sorta di piramide lignea traforata che sosteneva le evoluzioni del Coro, un corteo di sette corpi che “giocava” impersonificando Willie, il marito coprotagonista del dramma. Nel presente riallestimento (2022), la macchina scenica, pur conservando il disegno precedente, diventa un ordigno, reso ancora più “inabitabile” con l’utilizzo del metallo, e anche qui vogliamo che i corpi nudi dei tre giovani attori, i quali corpi fanno la funzione del classico monticello di terra previsto dalle didascalie originali, ugualmente avvolgano e sommergano la nostra protagonista in un abbraccio, come spazio terremotato però, come “fiume lavico”, come “baratro vivente” nonché “recitante”, nonché “danzante”, nonché teso, insieme alla figura della protagonista, la quale finirà per essere inghiottita del tutto; teso, ripeto, il qui descritto vortice scenico, verso l’irraggiungibilità di quel Teatro Totale che da sempre è l’orizzonte dei nostri sforzi.»