La Società “In Arte Libertas” (1886-1903)
Presentazione del catalogo: Venerdì 22 novembre, ore 17:30
Inaugurazione: Venerdì 22 novembre, ore 18:00
Periodo della mostra: Dal 23 novembre al 21 dicembre
Il 10 febbraio 1886, a Roma, un gruppo di artisti inaugura un’esposizione indipendente presso via San Nicola da Tolentino 72, segnando una rottura con le rigide convenzioni dell’annuale Mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti. Da quell’evento nasce “In Arte Libertas”, una società destinata a organizzare esposizioni annuali fino al 1903, sostenendo il diritto di ciascun artista di amare e interpretare l’arte liberamente, come sancito nel primo articolo del suo Statuto.
I protagonisti della prima esposizione
Tra i partecipanti alla mostra inaugurale figurano artisti come Vincenzo Cabianca, Onorato Carlandi, Enrico Coleman e Mario De Maria, accanto ai giovani Alessandro Morani e Alfredo Ricci. Fu proprio quest’ultimo gruppo a coinvolgere Nino Costa, personalità carismatica che molti riconoscono come guida ideale del movimento. Costa, dopo un’esperienza artistica tra Firenze, Parigi e l’Inghilterra, rispondeva all’esigenza di un confronto con le tendenze europee, sfidando le mode del mercato e le ingerenze accademiche.
Secondo Costa, l’arte non doveva limitarsi a una semplice rappresentazione del reale: doveva aspirare alla “Verità”, una dimensione poetica e musicale capace di risvegliare la voce dell’anima, come facevano maestri del passato quali Botticelli e Bellini.
Lo spirito della Scuola Etrusca
“In Arte Libertas” rappresentava l’evoluzione naturale della Scuola Etrusca, un movimento anglo-romano nato attorno a Costa nell’inverno del 1883-1884. In quel periodo, Roma stava vivendo una vivace stagione culturale, caratterizzata dalle influenze simboliste e estetizzanti di figure come Gabriele D’Annunzio e Angelo Conti. Non è un caso che alcuni membri della società siano stati coinvolti nell’illustrazione delle opere dannunziane, come Isaotta Guttadauro.
Un movimento tra tradizione e innovazione
Tra il tramonto del XIX secolo e l’alba del XX, “In Arte Libertas” ampliò il proprio raggio d’azione, anticipando in parte il ruolo delle Biennali di Venezia. Nel 1899, infatti, la società ottenne una sala alla Biennale, e a Roma espose opere di artisti stranieri del calibro di Edward Burne-Jones e Dante Gabriel Rossetti.
Giulio Aristide Sartorio, uno dei membri, descrisse il movimento come un baluardo contro il torpore intellettuale romano. La società riuniva grandi nomi accanto ad artisti meno noti, uniti dal desiderio di promuovere uno studio sincero e appassionato dell’arte.
L’omaggio della mostra
Attraverso dipinti, disegni e sculture, tra cui opere rare di artisti come Gaetano Vannicola, Attilia Marini e Giuseppe Formilli, la mostra intende rendere omaggio a un movimento che ha lasciato un’impronta duratura sulla cultura estetica romana.
Il catalogo dell’esposizione è curato dallo studioso Federico De Mattia, che ha dedicato un approfondito dottorato di ricerca a questa affascinante pagina della storia dell’arte italiana.