Il 20 luglio 1969, il mondo intero assistette a uno degli eventi più iconici della storia moderna: l’allunaggio dell’Apollo 11 e la storica passeggiata di Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla superficie lunare. Tuttavia, sin dagli anni immediatamente successivi all'evento, una parte dell'opinione pubblica ha sollevato dubbi sulla veridicità di questa missione. Le teorie del complotto secondo cui lo sbarco sulla Luna sarebbe una messa in scena orchestrata dalla NASA non si sono mai placate, alimentate da presunte incongruenze tecniche, lacune nei filmati e stranezze nel comportamento degli astronauti.
Ma quanto sono fondate queste teorie? E quali argomentazioni hanno sostenuto i complottisti nel corso degli anni?
1. Contesto storico: La Guerra Fredda e la corsa allo spazio
Per comprendere perché gli Stati Uniti avrebbero avuto interesse a "falsificare" lo sbarco sulla Luna, occorre analizzare il contesto geopolitico dell'epoca. Siamo in piena Guerra Fredda, con gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica impegnati in una competizione globale non solo sul piano militare ed economico, ma anche su quello tecnologico e scientifico.
Dopo il successo sovietico con il lancio dello Sputnik (1957) e il primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin (1961), gli USA si trovarono in una posizione di svantaggio. Perdere la "corsa allo spazio" significava ammettere la superiorità scientifica e tecnologica del nemico comunista, un colpo pesante per il prestigio internazionale statunitense. Il presidente John F. Kennedy, nel 1961, lanciò la sfida: portare un uomo sulla Luna e riportarlo a casa "entro la fine del decennio". Questo divenne un obiettivo cruciale della NASA e, per molti, uno strumento di propaganda politica.
2. I limiti tecnologici dell'epoca
Un elemento centrale delle teorie del complotto riguarda i presunti limiti tecnologici degli anni ‘60. Ecco alcuni dei principali punti critici evidenziati dai complottisti:
a) Computer e calcolo digitale
Il computer di bordo dell'Apollo 11, il cosiddetto Apollo Guidance Computer (AGC), aveva una potenza di calcolo estremamente limitata rispetto agli standard odierni. Con una memoria di soli 64 kB e una capacità di elaborazione infinitamente inferiore a quella di uno smartphone moderno, i dubbi sulla possibilità di controllare una missione così complessa si moltiplicano. I complottisti sostengono che fosse impossibile calcolare in tempo reale le traiettorie, correggere errori e gestire le manovre di avvicinamento alla Luna con una tecnologia così rudimentale.
b) Modulo lunare (LEM) e sistema di atterraggio
Il LEM (Lunar Excursion Module) è stato oggetto di molte critiche. Le sue dimensioni ridotte e la presunta fragilità della sua struttura lasciano perplessi i complottisti, che si chiedono come una navicella così poco "robusta" potesse atterrare e decollare dalla Luna senza subire danni. Inoltre, il sistema di propulsione era privo di motori secondari per correggere la traiettoria di discesa, una caratteristica che secondo i complottisti rendeva praticamente impossibile eseguire un atterraggio controllato.
c) Temperature estreme e radiazioni nello spazio
La superficie lunare presenta temperature estreme, oscillando tra i -173°C e i +127°C. I complottisti sostengono che le tute spaziali dell'epoca non fossero in grado di garantire una protezione adeguata. Inoltre, i raggi cosmici e le radiazioni della Cintura di Van Allen (una fascia di particelle cariche attorno alla Terra) avrebbero dovuto essere letali per gli astronauti, i quali avrebbero dovuto attraversare questa barriera protettiva. La mancanza di schermature adeguate rende, secondo questa teoria, impossibile che gli astronauti siano sopravvissuti al viaggio.
3. Anomalie fotografiche e video
Le immagini e i video dell’allunaggio sono state scrutate fotogramma per fotogramma dai complottisti, portando alla luce presunte incongruenze:
a) Ombre non parallele
Secondo i complottisti, le ombre degli oggetti sulla Luna non sono parallele, il che suggerirebbe l'uso di fonti di luce artificiali (come fari di studio cinematografico) e non della sola luce solare. La NASA ha risposto affermando che il fenomeno è dovuto alla conformazione del terreno irregolare, ma i dubbi persistono.
b) Assenza di stelle nel cielo lunare
Nei video e nelle foto ufficiali, il cielo lunare appare completamente nero, privo di stelle. I teorici della cospirazione sostengono che questo indizio dimostri l’utilizzo di un set cinematografico, poiché sarebbe stato troppo difficile simulare accuratamente la posizione delle stelle. La spiegazione della NASA è che il contrasto fotografico tra la superficie illuminata e il cielo era troppo elevato per catturare la luce delle stelle.
c) La bandiera che sventola
Il video della bandiera americana che "sventola" sulla superficie lunare ha suscitato forti perplessità, dal momento che sulla Luna non c'è aria né vento. La NASA ha spiegato che la bandiera era dotata di una barra orizzontale per mantenerla rigida e che le vibrazioni al momento del suo dispiegamento hanno creato l'illusione del movimento.
4. Gli astronauti si sono rifiutati di giurare sulla Bibbia
Uno degli episodi più controversi riguarda il rifiuto di alcuni astronauti, tra cui Buzz Aldrin, di giurare sulla Bibbia di essere effettivamente stati sulla Luna. L'episodio, ripreso in video, viene spesso utilizzato dai complottisti come "prova" della loro menzogna. Il ragionamento è semplice: se l’astronauta non vuole giurare, significa che ha qualcosa da nascondere. Tuttavia, i difensori della NASA affermano che si trattò di un gesto di protesta verso i teorici del complotto, ritenuti offensivi e diffamatori.
5. Motivi per inscenare una bufala
Secondo i teorici del complotto, il governo degli Stati Uniti aveva forti motivazioni per simulare uno sbarco sulla Luna. La supremazia tecnologica americana doveva essere mostrata al mondo e, soprattutto, all’Unione Sovietica. La NASA, con un budget stellare e sotto pressione per rispettare la scadenza del 1970, avrebbe avuto tutto l’interesse a mettere in scena l’impresa.
Le tecnologie cinematografiche, compreso l'uso di modellini e set cinematografici (che Stanley Kubrick avrebbe contribuito a realizzare, secondo alcune teorie), avrebbero permesso di inscenare l’intero evento. Alcuni suggeriscono addirittura che il film "2001: Odissea nello spazio" (1968) sia stato un banco di prova per testare le tecniche di ripresa da utilizzare nella messa in scena dell’allunaggio.
Conclusioni
Le teorie del complotto sullo sbarco sulla Luna si basano su una miscela di scetticismo tecnologico, presunte incongruenze visive e dietrologie geopolitiche. Sebbene molte delle affermazioni siano state confutate dalla scienza e dalle testimonianze degli stessi astronauti, le teorie persistono nel tempo.
Chi crede nella "bufala" punta sui limiti della tecnologia dell’epoca, sulle ombre discordanti e sul comportamento ambiguo degli astronauti, rifiutando di accettare le spiegazioni ufficiali. Dall’altra parte, la scienza e la logica smontano ogni accusa, ma nel clima di sfiducia verso le istituzioni, le teorie del complotto trovano terreno fertile.
La verità, come sempre, sembra dipendere dal punto di vista. E se la Luna rimarrà sempre un luogo di mistero, anche lo sbarco del 1969 continuerà a essere una delle storie più discusse e affascinanti del nostro tempo.