Grande successo al Teatro Arcobaleno di Roma, dove il pubblico ha accolto con entusiasmo Antonello Avallone in "Io Ettore Petrolini, andato in scena dal 17 al 20 ottobre
Io, Ettore Petrolini racconta il rapporto profondo di Petrolini con la città di Roma, dov’era nato in un vicolo vicino a Via Giulia, il suo orgoglio ma anche la sua malinconia, il suo sguardo lucido sulle debolezze umane, ma anche la sua fiducia nella dignità degli uomini.
La commedia, opera di Giovanni Antonucci, un autore e studioso di Petrolini, che ha curato l’edizione più completa e più fortunata delle sue opere, coniuga il ritratto artistico e umano dell’attore-autore con quello dell’irresistibile narratore di facezie, barzellette, “colmi”, come egli li chiamava.
Riso e malinconia, realtà e memoria, verità e finzione, si alternano nella pièce con l’obiettivo di far rivivere sulla scena, a esattamente 140 anni dalla sua nascita, una figura inimitabile che molti hanno cercato di emulare.
«Abbiamo voluto raccontare un Petrolini che, negli ultimi giorni della sua vita, entra in un teatro e, come per magia, rivede tutta la sua vita, dai suoi esordi nei teatri baracconi di Piazza Guglielmo Pepe, alle prime sue macchiette di successo, passando per i suoi trionfi alla Comédie-Française, fino alla esaltazione di alcune sue creazioni da parte del mondo nascente del futurismo che faceva capo a Marinetti. Si è scelta una chiave di lettura intimista che ci conduce nelle sfere più nascoste dell’uomo, attore di successo. Di fronte a noi compare un Petrolini malato, afflitto da quella che lui chiama “la Signora Embolia Flebite”, che ce lo mostra un po’ claudicante. Ne scaturisce un racconto malinconico, umano, eppure strepitoso, sorprendente nel momento in cui il ricordo del passato diventa vivo e, cancellando per un momento tutti i suoi malanni, lo riporta indietro come se il tempo non fosse mai passato e gli fa rivivere, insieme allo spettatore, le sue macchiette, le sue parodie più famose. Ed il tono è sempre sardonico, di una comicità dolente, pensosa, aspra e il linguaggio, mai greve, anche quando, allusivo, pratica il calembour e il non sense, con effetti di grande coinvolgimento del pubblico che di questa comicità surreale coglie la genialità». Antonello Avallone
Un Petrolini dal volto umano. Una vera sorpresa (...) Antonello Avallone: un attore di cui non conoscevo le straordinarie qualità. Sia Scaccia che Proietti suonavano su una corda sola. Il loro virtuosismo, rispetto all’interpretazione di Avallone, risulta riduttivo. Avallone non fa nulla per sedurre il pubblico, è tranquillo. Ma è dalla sua tranquillità che scaturisce la profluvie di sfaccettature dell’arte di Petrolini. (...) Nessuno come Avallone aveva mostrato l’irriducibilità poetica a qualunque formulazione storico-culturale. Franco Cordelli – Corriere Della Sera
Un Petrolini complesso, dalle sfumature cangianti e dai molteplici talenti, è quello interpretato qui da Antonello Avallone. (...) Attraverso i ruoli nel teatro “serio”, si compie un viaggio nella storia, nella musica e nelle abitudini degli italiani. – Il Messaggero
Proprio da vedere coi sensi più riposti, e con l’anima, la prestazione-gioiello di Antonello Avallone che in “Io, Ettore Petrolini”, dribbla facili/autorevoli effetti comici in favore di una chiave intimista bellissima. Agisce in tenuta domestica pervaso da malinconia, eppure strepitoso nel crescere con luci e ombre di fari della ribalta. – Rodolfo Di Giammarco – La Repubblica
Ottima interpretazione di Antonello Avallone che commuove con leggerezza, deforma con garbo come vuole Fortunello, Gastone o Gigi er bullo. – Mary Barbara Tolusso – Il Gazzettino
Antonello Avallone, un attore dalla spiccata espressività. – Laura Strano – Il Piccolo