Banksville Books presenta "Johann Fritz Tannhäuser - Un Genio ai Margini", la prima biografia completa dedicata al compositore tedesco Johann Fritz Tannhäuser.
Nato nel 1898 a Guizhou, Cina, da genitori missionari, Tannhaüser è stato una figura rivoluzionaria nel panorama musicale del XX secolo. Dopo studi iniziali sotto Michel Haller, si trasferì a Berlino, dove sviluppò uno stile musicale audace, sperimentando con strumenti come l'Ondes Martenot e tencnche di sonorizzazione come la “Raumakustische Klangmodulation”, che precorre di parecchi decenni le unità di reverbero artificiale oggi utilizzate in esibizioni dal vivo e registrazioni in studio.
Questa biografia, realizzata dalla "Associazione Culturale Johann Fritz Tannhäuser" getta nuova luce sulla vita e l'eredità di un artista che ha sfidato i confini della musica tradizionale. A causa della grave depressione che lo afflisse negli ultimi anni della sua vita, Tannhäuser distrusse gran parte delle sue opere, lasciando dietro di sé solo pochi frammenti che, sebbene preziosi, non potevano rappresentare pienamente la vastità del suo genio artistico. lo scorso 4 luglio, durante i lavori di ristrutturazione degli archivi storici dell’Arcieparchia di Asmara (località dove l'Artista trascorse gli ultimi anni della sua vita), sono stati rinvenuti numerosi manoscritti a lui ricondotti che si temevano perduti per sempre che costituiscono la fonte per la redazione di questa biografia.
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Sin da giovane, Tannhäuser mostrò una predisposizione straordinaria per la musica. I suoi studi, sostenuti inizialmente negli ambienti ecclesiastici, si avvalsero degli insegnamenti di Michel Haller, noto esponente della riforma del cecilianesimo nella musica cattolica. Gli anni '20 lo videro trasferirsi a Berlino, dove affinò uno stile musicale audace e sperimentale. La sua passione per l’innovazione lo portò a esplorare il mondo del cinema, dove la sua colonna sonora per il film di fantascienza “Das Geheime Labor” (Il Laboratorio Segreto) fu impreziosita da effetti sonori sorprendenti, frutto di tecniche di registrazione e dell’utilizzo di strumenti musicali non convenzionali. In “Die Nacht der Puppen” (La Notte delle Marionette), Tannhäuser impiegò l’Ondes Martenot, strumento che successivamente divenne il suo mezzo principale d’espressione. Le sue collaborazioni si estendevano anche a figure illustri del panorama culturale, come il compositore Walter Gronostay per il film Tunnel (1933), diretto da Curtis Bernhardt. Ma era il tumultuoso scenario politico degli anni '30 che cominciava a modellare il suo percorso. Attraverso i circoli operai che frequentava, Johann si confrontava con una crescente inquietudine riguardo al futuro della Germania. La morte di suo zio nel 1934 lo spinse a trasferirsi a Heidelberg, un luogo che, pur nella sua calma, era vibrante di idee e speranze. Heidelberg fu per Tannhäuser un crogiuolo di influenze. Lì, fu colpito dalla musica Schrägemusik, una versione mitteleuropea del jazz e dal talento del batterista Polly Guggisberg , all’epoca in tournèe con il trombettista Philippe Brun, il quale, con la sua abilità, ispirò Johann a riscrivere le regole della composizione musicale introducendo l’uso della batteria nelle composizioni di musica concreta. Questo periodo fu anche l'occasione per Johann di entrare in contatto con il filosofo Karl Jaspers, le cui idee sull'esistenza e la ciclicità influenzarono profondamente la sua opera.
Negli anni successivi, Tannhäuser diede vita alla sua “Kunstliche Trilogie” (Trilogia Artificiale), un’ambiziosa opera lirica che rifletteva la sua evoluzione artistica e le sue esperienze personali. “Der Bibelschreiber” (Il Trascrittore di Bibbie), rappresentato nel 1947 al Komische Oper di Berlino, esplorava il tormento interiore di un correttore di bozze, immerso in un mondo di peccato e corruzione. La seconda opera della trilogia, “Der Prinz auf dem Granatapfel” (Il Principe sul Melograno), fu una rilettura de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry. In questa versione, il principe diventava un vagabondo metafisico, un esploratore della coscienza umana e delle sue contraddizioni.
La trilogia si concluse nel 1955 con “Palingenese des Niedergangs von Baron Hoffmann” (Palingenesi della Decadenza del Barone Hoffmann) un’opera drammatica e complessa che raccontava la discesa nel baratro di un borghese ambizioso. La sua tragedia, amplificata dalla morte della principessa Magda e dal suo suicidio finale, risuonava con una profondità e una dissonanza che sfidava i confini della musica tradizionale.
Nel 1957, dopo anni di relazioni e connessioni artistiche, sposò Ditlinde Rother e si trasferì ad Asmara, in Eritrea. Qui, Johann trovò una nuova patria, dove gestì il Teatro Excelsior (successivamente chiamato Teatro Roma) e si dedicò alla formazione di giovani musicisti locali. Asmara, con la sua miscela unica di culture, divenne il palcoscenico di un’ultima fase della sua carriera.
Ma la serenità non durò a lungo. Nel 1964, consumato da una profonda crisi esistenziale, Johann tentò di distruggere la propria eredità artistica. L'incendio doloso del 4 ottobre 1965 devastò la sua casa e cancellò gran parte del suo lavoro. Trasferitosi in un modesto appartamento grazie all’aiuto del cugino Artur Rother, Johann visse i suoi ultimi giorni in povertà, lottando con i problemi di salute e una crescente depressione. Il 20 dicembre 1965, Johann Fritz Tannhäuser morì in ospedale ad Asmara. Le sue ceneri furono disperse nel Danubio, presso la sua amata Ratisbona. La scoperta dei "Documenti di Asmara" nel 2024 ha permesso di riscoprire e celebrare la sua vita e il suo contributo musicale, gettando nuova luce sulla storia di un uomo che, attraverso la musica, ha cercato di esplorare le profondità dell'animo umano e del mondo che lo circondava.
Un libro a cura dell'"Associazione Culturale Tahnnäuser"
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