Stefania Pagliazzo, la candidata di Alleanza Verdi Sinistra per la provincia di Ragusa in occasione delle prossime elezioni europee, si fa portavoce di riforme ritenute essenziali in una particolare area critica: il sistema penitenziario.
Per Stefania Pagliazzo sono necessari una riduzione dell’uso della custodia cautelare, che rappresenta circa un terzo della popolazione detenuta, e l'investimento in misure alternative alla detenzione. La candidata preme anche per un nuovo regolamento penitenziario che preveda maggiori contatti telefonici e visivi, l'uso di tecnologie moderne, il rispetto della dignità dei detenuti, e la prevenzione degli abusi. “Attualmente, circa 20.000 detenuti hanno da scontare meno di tre anni di pena” – afferma Stefania – “Inoltre, è necessario dedicare particolare attenzione ai bisogni delle donne detenute e dei detenuti LGBTQI+”.
Secondo la candidata di Allenza Verdi Sinistra, il personale penitenziario deve essere sostenuto e gratificato attraverso una formazione continua che copra tutta la loro carriera, focalizzandosi sui diritti umani e sui meccanismi di prevenzione delle loro violazioni, oltre ai percorsi di reinserimento sociale dei detenuti. “Una cultura della polizia penitenziaria orientata a questi principi migliorerebbe l'intero sistema, riducendo le conflittualità e facilitando l'accesso a benefici penitenziari e modalità alternative di pena” – continua Pagliazzo – “È stato dimostrato che una formazione adeguata può ridurre del 25% i conflitti tra detenuti e personale, migliorando così l'ambiente all'interno delle carceri. In diversi istituti penitenziari la polizia è sottorganico e questo può provocare fenomeni di burnout che si riversa nella vita lavorativa e in quella privata”. Riguardo ai numeri della polizia penitenziaria, secondo i dati riportati nelle schede trasparenza del Ministero aggiornate al 2024, manca il 16% delle unità previste in pianta organica.
La candidata sostiene che le politiche di sicurezza devono essere basate su dati statistici e favorire l'integrazione per ridurre la devianza penale. In tal senso, Pagliazzo sottolinea la necessità di riformare radicalmente la legge Bossi-Fini sull'immigrazione, che costringe molti immigrati all'illegalità.“Non esiste un allarme criminalità straniera, i reati sono in calo rispetto al periodo pre-pandemico" – afferma Stefania – “I dati mostrano che nel 2023 il tasso di criminalità è sceso del 15% rispetto al 2019, dimostrando l'efficacia di approcci più inclusivi. Le misure alternative sono meno costose e più efficaci nel prevenire la recidiva”.