“La voce umana è lo strumento più bello che esista, ma è anche il più difficile da suonare”: le parole del celebre compositore Richard Strauss risultano più che mai attuali, in particolar in occasione della Giornata Mondiale della Voce, ricorrenza nata nel 1999 in Brasile e ora riconosciuta in tutto il mondo. Dietro a questa grande ricorrenza emergono però dati allarmanti in merito allo stato di salute della voce stessa e, nello specifico, delle corde vocali, sempre più utilizzate 24/7 nell’universo professionale e privato. Le prime conferme in merito giungono da un recente report diffuso dalla National Library of Medicine, secondo la quale solo negli USA un adulto su 5 soffre di “voice disorders”. Le motivazioni? Stando allo stesso report, nel 50% dei casi le problematiche derivano dall’abuso o dall’uso improprio della voce stessa. Il trend, però, non coinvolge solo gli Stati Uniti, ma il mondo intero: come specificato, infatti, dall’Università della California, il 30% della popolazione globale ha riscontrato un problema più o meno serio alle corde vocali. E in Italia? Secondo il portale Clic Medicina, addirittura 1 italiano su 5 (20%) è stato colpito da disfonia almeno una volta nella vita. Ora una domanda sorge spontanea: è possibile invertire il trend e salvaguardare la voce dei cittadini globali? La risposta è sì e, secondo gli esperti, la soluzione combacia con la tecnologia del momento, ovvero l’intelligenza artificiale.
Tra algoritmi d’ultima generazione e sistemi avanzati, emerge un’iniziativa sorprendente 100% made in Italy. Entrando più nel dettaglio, si tratta di “Voice4You”, un progetto che sfrutta le potenzialità del voice cloning per ridare gratuitamente voce a tutte quelle persone che non possono più utilizzarla al massimo del loro potenziale per via di lesioni o malattie come la SLA. Dietro alla realizzazione di questo progetto c’è un’organizzazione del Bel Paese, ovvero QuestIT, tech company senese specializzata nella realizzazione di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale. “La voce è lo strumento più potente che abbiamo a nostra disposizione – afferma Ernesto Di Iorio, CEO dell’azienda toscana – Grazie all’AI ora possiamo aiutare gratuitamente chi ha avuto o tuttora sta vivendo situazioni di disagio. A livello strettamente operativo, chiunque sia interessato al servizio potrà compilare il form presente al link alghoncloud.com. Una volta ricevuta la segnalazione, il nostro team richiederà un file o una registrazione, audio oppure video, contenente la voce da clonare. In seguito, la nostra piattaforma Algho catturerà il tone of voice e, in meno di 24 ore, procederà con la clonazione fornendo così una soluzione capace d’aiutare persone di tutte le età, soprattutto, all’interno di ospedali e centri specializzati”.
Sulla scia dell’iniziativa avveniristica lanciata dall’italiana QuestIT, che poco più di un anno fa ha lanciato sul mercato anche il primo avatar capace di produrre e comprendere la Lingua dei Segni Italiana, ecco ulteriori esempi che testimoniano l’importanza dell’intelligenza artificiale in qualità di soluzione utile a ridurre l’impatto dei cosiddetti “voice disorders”. Il New York Times, ad esempio, mette in risalto una digital platform “born in the USA” capace di ricreare la voce di una persona da una registrazione 15 secondi: la stessa registrazione può essere anche riproposta in lingue diverse tra cui lo spagnolo, l’inglese e il cinese. Ma non è tutto perché l’AI contro i disturbi della voce risulta in grande ascesa anche in Olanda: nello specifico, una start-up ha creato un’app progettata appositamente per dare parola a coloro che soffrono, ad esempio, di balbuzie: grazie a questa applicazione, i soggetti più bisognosi possono effettuare telefonate o videochiamate in maniera comprensibile e rilassata.