Ricevo spesso, considerazioni fortemente dubbiose relative alla necessità di certificare un direttore d’albergo. Qualcuno ritiene che la certificazione non renda un professionista tale. Ovviamente nessun può asserire che coloro che sono “certificati” siano tutti bravi sarà difatti il mercato che provvederà a una selezione naturale in virtù di una manifesta bravura o di una asinaggine conclamata. Perché allora una certificazione con periodici aggiornamenti (anche in sede di una significativa esperienza e obbligatoria per mantenere l’abilitazione) risulterebbe comunque necessaria e obbligando le strutture alberghiere ad assumere direttori abilitati, sarebbe un bene?
A mio avviso per queste ragioni:
- arresterebbe la propensione degli albergatori ad assoldare in alcuni casi, degli “Yes Man” con competenze scadenti e per questo sottopagati. Praticamente dei paraventi all’imprenditore della serie “mi so tuto” che usurpano il posto di lavoro ai danni di professionisti che invece rimangono a casa.
- Fornirebbe al settore alberghiero dei professionisti costantemente aggiornati, “svecchiando” non di poco le procedure operative, oggi, anni luce dietro alla media internazionale.
Eppoi:
– nel settore dei viaggi, la figura di direttore tecnico è obbligatoria se si vuol aprire un’agenzia di viaggi.
– nel settore delle visite guidate, la figura della guida turistica è obbligatoria se si vuol proporre una visita ad un monumento di interesse storico e/o artistico
– nel settore dei tour itineranti, la figura dell’accompagnatore turistico è obbligatoria se si vuol proporre un servizio di accompagnamento con la spiegazione delle aree di interesse durante il tragitto.
Perché in questi tre comparti, le figure di riferimento devono obbligatoriamente essere abilitate o certificate mentre nel settore alberghiero dove a mio avviso la gestione dell’operatività richiederebbe effettivamente delle conoscenze certificate non è richiesto. In questo modo, tutti possono essere direttori d’albergo.
Personalmente sono in possesso di due abilitazioni in campo turistico ed una in campo immobiliare, quella di direttore tecnico di agenzia di viaggi, quella di accompagnatore turistico e quella di agente immobiliare, tutte con l’obbligo di un esame (scritto e orale), non assolutamente il solito “esame assistito”. E’ bene rammentare ad esempio che le materie d’esame per la certificazione del direttore tecnico di agenzia di viaggi sono: contabilità generale, conoscenza almeno di una lingua straniera, legislazione tributaria, diritto del lavoro, comunicazione e marketing, organizzazione del viaggio, tecnica valutaria ed assicurazioni, legislazione turistica nazionale ed internazionale, elementi di diritto commerciale, impresa turistica, contratti di rilevanza turistico-alberghiera, disciplina dei trasporti, titoli di credito, norme valutarie, norme doganali, disciplina delle agenzie di viaggio e turismo, politiche per lo sviluppo del turismo, geografia turistica nazionale ed internazionale, legislazione nazionale, legislazione regionale e delle province autonome. E’ chiaro che tale certificazione obblighi ad erudirsi di fondamento su argomentazione relative alle materie succitate (che non sono poche), alla stregua di un avvocato, di un dottore, di un architetto, di un geologo, di un ingegnere, tutte professioni di responsabilità che necessitano di un’abilitazione per dimostrare che si è a conoscenza di tecniche di base per operare. Quindi, fino a prova contraria, tale passaggio è obbligato e non crea peraltro presunte “caste”.
Concludendo, non si ritiene giusto che bisognerebbe salvaguardare le posizioni di un professionista dalla tendenza di cui sopra?
Ai fini della salvaguardia dell’hotellerie italiana, non è ciò una catastrofe?
Il comparto non può e non deve essere il “refugium peccatorum” di chi non trova collocazione nel settore di origine.
Un messaggio agli albergatori peraltro è d’obbligo “per chi paga poco la messa è breve”
Orsù riflettiamo!