Michael Robert Michon - “Annotazioni su un caso delicato”
Michael Robert Michon presenta un giallo psicologico incentrato sulla risoluzione del mistero intorno alla vita e alla tragica fine di un imprenditore di successo, la cui morte per suicidio è messa in discussione da un giovane e zelante commissario. Il protagonista dell’opera, il detective sessantenne Sergio Segre, affronta l’ultima indagine della sua carriera: è un caso insolito, in cui dovrà spingersi oltre i propri limiti e abbandonare il cinismo e il distacco tipici della sua professione.
Casa Editrice: Castelvecchi Editore
Genere: Romanzo giallo
Pagine: 128
Prezzo: 15,00 €
«Io amo il mio lavoro, sono come un cane da tartufo, e il mio tartufo è il crimine. Anche attraverso quello più brutale ed efferato c’è sempre qualcosa da imparare sulla natura e la psiche umane. È questo che davvero mi interessa, capire sempre più a fondo la razza alla quale appartengo»
“Annotazioni su un caso delicato” di Michael Robert Michon è un romanzo giallo inconsueto, il cui focus è il viaggio che il protagonista compie all’interno dell’animo di un uomo spezzato dalla vita. Non ci troviamo quindi di fronte al solito avvicendarsi di crimini, ricerche di prove e inseguimenti al cardiopalma, bensì a una storia introspettiva in cui il detective Sergio Segre metterà in discussione la sua stessa identità per penetrare il mistero di un uomo che non ha mai potuto essere sé stesso, prigioniero di un mondo in cui l’apparenza è tutto. Giorgio Valdameri è un imprenditore geniale e visionario; probabilmente a causa di alcuni insuccessi economici e della fine del suo matrimonio commette suicidio in un modo alquanto spettacolare: gettandosi nel vuoto dalla sommità di una cascata. Il commissario Triulzi non crede però alla tesi suicidaria e decide di avviare un’indagine non ufficiale, coinvolgendo il riluttante ex detective Sergio Segre, da poco tornato in Italia dall’America dove aveva avuto una brillante carriera nel settore investigativo.
Sergio ha deciso di lasciare la sua professione perché stanco di frequentare l’oscurità umana e desideroso di darsi ai piaceri della vita; eppure egli non riesce a togliersi di dosso quell’eccitazione che prova ogni volta che scorge anche il più piccolo accenno di mistero, che incrocia uno sguardo ambiguo o che avverte una tensione sospetta. Sergio è un detective di razza, appassionato del suo lavoro: i dubbi del commissario sul presunto suicidio dell’imprenditore alla fine lo catturano, a tal punto da decidere di darsi un’ultima possibilità di mettere alla prova il suo infallibile intuito. Più il detective si immerge nella storia dello sfortunato Giorgio, e più si rende conto di quanti segreti egli serbasse nel cuore; attraverso la ricostruzione del suo profilo, annotazione dopo annotazione, Sergio delinea il ritratto lucido e veritiero di un uomo che non aveva mai conosciuto l’autenticità: vi si era avvicinato con speranza ma era stato condannato a camminare mano nella mano con la menzogna.
E alla fine poco importa di chi sia la colpa di questa morte: della società benpensante, della sua famiglia snob e anaffettiva o di chi aveva il dovere di restituirgli quella luce che egli riusciva ad emanare, nonostante tutto; in fondo, non conta poi così tanto neanche se lui si sia ucciso, o se qualcuno l’abbia fatto fuori. Nell’insolito e struggente epilogo di questo originale romanzo giallo, l’unica verità, tangibile e sconvolgente, è il dolore che rimane, è l’acuta sensazione che ha Sergio di aver vissuto, immedesimandosi, il tormento di Giorgio, e di esserne riemerso profondamente cambiato: smarrito, triste ma certamente più umano.
SINOSSI DELL’OPERA. Nella cupa cornice di Bergamo Alta, si svolge l’ultima indagine di un brillante detective ormai in pensione, Sergio Segre. Nonostante la lunga esperienza, il caso che ha per le mani non assomiglia a nient’altro: nessuna traccia da seguire, nessun’arma da cercare o reperto da analizzare. Secondo la versione ufficiale, Giorgio Valdameri si è suicidato in un modo molto scenografico: ha raggiunto il fitto del bosco per gettarsi da una cascata. Eppure questa morte non è meno misteriosa di quanto fosse la sua vita: era un ricco imprenditore pieno di nemici, forse anche nella sua stessa famiglia. Segre, che aveva giurato di lasciare per sempre la carriera di detective, rimane invischiato in una rete di ambiguità. L’unico testimone attendibile sembra essere proprio Valdameri, e forse la verità è sommersa insieme a lui. Per recuperarla, il detective dovrà immedesimarsi completamente nella vittima, a costo di mettere a dura prova la sua identità.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Michael Robert Michonnasce a Londra nel 1952 ma si trasferisce subito in Italia in seguito alla morte improvvisa del padre. I valori del movimento del Sessantotto lo coinvolgono profondamente: l’amore per la natura, i viaggi, la musica e la letteratura sono tutt’ora gli elementi fondanti della sua vita. Ha compiuto studi classici, interessandosi di filosofia e psicologia; nutre un forte interesse per tutto ciò che nella vita si rivela profondo, insolito e magico. “Annotazioni su un caso delicato” (Castelvecchi Editore, 2022) è il suo primo romanzo; per lo stesso editore pubblica nel 2023 “Divagazioni su un destino comune”.
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