I nostri professionisti, come chiede l’Oms, possono essere la chiave di volta, lo strumento indispensabile, per permettere ai cittadini di essere essi stessi attivamente coinvolti nel miglioramento della sicurezza della propria assistenza sanitaria.
ROMA 15 SETT 2023 - «Il prossimo 17 settembre si celebra, in tutto il Pianeta, il World Patient Safety Day, ovvero la Giornata della Sicurezza del Paziente. Tema di quest’anno è “il coinvolgimento dei pazienti per la sicurezza dei pazienti stessi” , ovvero il riconoscimento del ruolo cruciale che i pazienti, le famiglie ma soprattutto gli operatori sanitari svolgono nella sicurezza dell'assistenza sanitaria della collettività.
Il focus della giornata è legato, a nostro avviso, alla costruzione di un dialogo sempre più solido con i professionisti specializzati a supportare i pazienti nel proprio percorso di cura, in particolare al di fuori delle realtà ospedaliere, laddove si pongono le fondamenta della rinascita della sanità territoriale.
E’ indiscutibile, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up che, accanto alle figure dei medici di base, in una occasione del genere, si ponga l’accento sul ruolo sempre più importante svolto dagli infermieri e le ostetriche, le cui figure , nell’ambito delle cosiddette “long care”, ovvero l’assistenza continuativa alla collettività e in particolare agli anziani e ai malati cronici, diventano fondamentali per rispondere a quello che sarà il rinnovato fabbisogno di assistenza legato all’inesorabile invecchiamento della nostra popolazione, ai bisogni delle famiglie, alle case di cura degli anziani, degli ambulatori, dei consultori familiari e della medicina territoriale in genere.
E’ stata, poi, proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità a indicare che, a livello globale, mancano maggiormente all’appello infermieri e ostetriche, che rappresentano nel mondo oltre il 50% della carenza di personale sanitario.
Riteniamo doveroso, in occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza del Paziente, continua De Palma, sollevare, agli occhi della collettività, il profondo divario ancora esistente tra il nostro Paese e numerose realtà europee, dove gli infermieri e le ostetriche possono, ad esempio, da tempo, prescrivere farmaci, collaborando in modo costruttivo con i medici, naturalmente nel pieno rispetto dei reciproci ruoli.
Gli infermieri e le ostetriche possiedono quindi le competenze, non solo, per permettere al paziente di seguire in maniera ottimale l’iter indicato dalla diagnosi del medico, ma possono autonomamente fornire consigli e supporto sul corretto uso di determinati farmaci, essendo ormai possibile anche iniziare ad incardinare percorsi finalizzati ad avocare nelle responsabilità di tali professionisti alcune tipologie di prescrizioni.
Questo vuol dire di fatto essere messi nelle condizioni di svolgere al meglio le proprie competenze, di garantire la crescente sicurezza dei pazienti e di offrire ai medesimi l’opportunità di assumere la consapevolezza delle regole da seguire per la cura della propria salute.
Ma tutto ciò vuol dire anche rispondere alle esigenze di cui parla l’Oms: gli infermieri e le ostetriche possono e devono contribuire a garantire la crescita della sicurezza dei pazienti, fornendo loro gli strumenti per essere essi stessi parte attiva nel miglioramento della propria sicurezza sanitaria.
Nell’Europa di qualche anno fa i primi Paesi ad introdurre la prescrizione in ambito infermieristico furono il Regno Unito nel 1992 e la Svezia nel 1994. I Paesi che seguirono questa scia furono poi la Norvegia, l’Irlanda e la Danimarca rispettivamente nel 2002, 2007 e 2009.
Dal 2010 ben 8 Paesi (Finlandia, Olanda, Cipro, Polonia, Spagna, Estonia, Francia e il Canton Vaud svizzero) hanno cominciato gradualmente ad autorizzare specifici gruppi di infermieri alla prescrizione di alcuni farmaci, adeguando la loro legislazione in merito, e in tal senso ci risulta che enormi passi in avanti siano stati compiuti anche per le Ostetriche.
Nulla oggi viene lasciato al caso. L’aggiornamento, la formazione costante e la rigorosa selezione dei professionisti in Europa , mettono nella condizione gli infermieri e le ostetriche di prescrivere farmaci specifici ai pazienti, integrando perfettamente le loro funzioni con quelle dei medici.
Tra le motivazioni che hanno avviato tali, importanti riforme nel vecchio continente , possiamo elencarne almeno tre :
• Aumento delle cronicità
• Implementazione del lavoro multiprofessionale
• Formazione qualitativamente elevata di infermieri ed ostetriche
Non smetteremo mai di ribadirlo, e non è solo una questione legata alla possibilità di prescrivere farmaci, dice ancora De Palma, qui si va ben oltre: gli infermieri e le ostetriche italiani possiedono le competenze per assumere nuove responsabilità.
Questo significa che, la nostra politica, deve guardare a ciò che accade nella sanità degli altri paesi europei che corrono veloci verso il futuro, invece di nascondere la testa sotto la sabbia, favorendo “antichi” squilibri tra le professioni sanitarie, che oggi altre nazioni hanno saputo cancellare.
Dall’altra parte, è indispensabile creare le condizioni organizzative e il terreno fertile affinché infermieri ed ostetriche possano svolgere al meglio quei nuovi incarichi di “elevata responsabilità” che gli competono, indispensabili per la tutela della sicurezza dei pazienti.
Maggiore sarà la qualità dell’assistenza sanitaria, di cui gli infermieri e le ostetriche sono il perno, più solida sarà nel tempo la sicurezza dei pazienti.
E’ quindi compito del Governo creare una base organizzativa degna di tal nome che consenta ai nostri professionisti, forti di una formazione superiore rispetto alla media dei colleghi europei, di esprimere al meglio le proprie qualità», conclude De Palma.