Quando a casa mia si giocava a tombola, mia madre era sempre la più accreditata ad estrarre i numeri, perché era molto colorita quando li tirava e li enunciava, e perché conosceva il significato cabalistico di tutti e novanta i numeri del gioco.
Ma, quando estraeva il numero 55, esclamava sempre: cinquantacinque, 'a musica d' 'a Barra!
Io pensavo che associasse il numero 55 (che, nella smorfia napoletana, simboleggia, appunto, la musica) a Barra, perché abitavamo nelle sue vicinanze; e Barra è un quartiere musicale, in quanto ogni anno vi si fa la Festa dei Gigli e ogni giglio ha la sua musica e le sue canzoni che si rinnovano tutti gli anni. Non a caso, la Festa dei Gigli a Barra viene denominata anche Piedigrotta Barrese.
Poi, mi accorsi che anche altre persone anziane, non necessariamente di Barra o aventi a che fare con tale quartiere, abbinavano il 55, la musica, a Barra, ripetendo pari pari la locuzione associativa che pronunciava mia madre: cinquantacinque, 'a musica d' 'a Barra.
Finalmente, un po' di tempo fa ho scoperto le motivazioni. L'abbinamento del numero 55, che rappresenta, nella smorfia napoletana, la musica, ha un'origine storico-leggendaria.
Un racconto tradizionale, abilmente alimentato e diffuso dai barresi purosangue, per esaltare il loro quartiere e il loro orgoglio barrese, prende spunto dalla proclamazione del Nobile Casale di Barra ( intorno al 1816) in Municipio autonomo, staccato, dunque, amministrativamente e, soprattutto, tributariamente, dalla città di Napoli.
Secondo tale narrazione, una delle prime iniziative che intraprese la nuova amministrazione comunale di Barra, fu quella di fondare e allestire una banda musicale composta da 55 validissimi elementi, che divenne famosa in tutta Napoli. Infatti, nelle ricorrenze e nelle celebrazioni ufficiali della capitale duosiciliana e in quelle della corte borbonica, anche quando arrivavano in visita in città autorità e personalità straniere, veniva sempre convocata, per allietare e accompagnare l'evento, la banda di 55 elementi di Barra che divenne, perciò, per tutti: 'A musica d' 'a Barra.
Secondo l'esperto di Storia locale barrese, Angelo Renzi, non si può affermare con certezza che la leggenda dei 55 suonatori sia vera, ma si può dire con sicurezza che a cavallo dell' '800 e del '900 la Banda musicale di Barra fu il più famoso e accreditato complesso musicale della Campania. Ed ebbe tanto successo e tanta penetrazione nell' immaginario popolare, che entrò di diritto nella Smorfia napoletana in aggiunta alla simbologia musicale del numero 55. Perciò, quando si estraeva il numero 55, oltre ad esclamare "la musica", i più tradizionalisti aggiungevano e aggiungono: "d' 'a Barra!".
Nel 1925, Barra rientrò nella sfera amministrativa napoletana, insieme ad altri municipi del circondario della città (Secondigliano, Soccavo, Pianura, San Giovanni a Teduccio, Ponticelli, Chiaiano, San Pietro a Patierno), soprattutto, ma non solo, per un motivo daziario. In tali comuni attaccati a Napoli, infatti, si coltivavano la frutta e gli ortaggi destinati ai mercati napoletani. Ma poiché erano prodotte in territori comunali diversi da quello del capoluogo, le derrate agricole pagavano il dazio per fare il loro ingresso nell'area del comune di Napoli (i dazi comunali sono stati in vigore, in Italia, fino agli anni '70). Per questo motivo, il regime fascista, allo scopo di alleggerire i prezzi finali degli ortaggi e della frutta, decise di accorpare i comuni confinanti alla Grande Napoli.
I prodotti agricoli barresi raggiungevano, in particolare, l'area mercatale di Piazza Mercato, attraverso una via costellata di figure di santi e madonne che accompagnavano il cammino dei contadini fino alla città, e che oggi esiste ancora, sebbene incorporata nei reticoli stradali di Barra e San Giovanni a Teduccio, ed è denominata tuttora: Via Figurelle.