La sua passione per il palcoscenico si accende lavorando come direttore di scena nei primi spettacoli dei “Saraceni” con Massimo Troisi, Lello Arena, Enzo De Caro.
Si tempra “artisticamente” sia nei villaggi turistici in Italia e all’estero, sia frequentando per un anno il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Perfeziona poi la tecnica recitativa approcciando al metodo Stanislavskij e partecipando a corsi di teatro pluriennali diretti da Marco Falaguasta. Resta poi affascinato dalla tecnica Meisner partecipando a diversi workshop del regista americano Steven Ditmyer.
Partecipa negli anni a diverse produzioni televisive e cinematografiche e si cimenta in molte opere teatrali sia come caratterista in commedie divertenti che come interprete di testi drammatici.
Tra i suoi ultimi lavori possiamo annoverare “Love and money” diretto da S. G. Paoletta, “Maria Antonietta, l’ultima regina di Francia” diretto da F. Bruni e “Cenerentola” diretto da G. Brancato. Prossimamente in scena con la commedia “Lavori in corso” scritta e diretta da C. D’Alterio
Una frase ascoltata dal grande Vittorio Gassman lo accompagna da sempre nel suo percorso artistico: “Il teatro e’ una zona franca della vita, lì si è immortali”.
Ciao Roberto, hai avuto il grande privilegio di assistere dal vivo allo straordinario trio composto da Troisi, Arena e De Caro. Cosa ti hanno lasciato umanamente ed artisticamente?
Avere avuto la fortuna e l’onore di averli conosciuti, di averli visti recitare quando ancora nessuno sapeva chi fossero, è stata la scintilla che ha acceso la mia passione per il teatro e per la recitazione. Con la loro umiltà, professionalità e perseveranza, mi hanno inoltre insegnato che non bisogna mai mollare per far si che i sogni si avverino.
Hai avuto modo di studiare vari metodi, da Stanislavskij a Maisner. In quale ti sei ritrovato di più e perchè?
La ricerca totale dell’immediatezza delle emozioni e delle azioni, unite al totale abbandono e all’ascolto dell’interlocutore, sono alla base del metodo Meisner ed è questo ad avermi colpito.
Cos’è per te il mestiere dell’attore?
Il mestiere dell’attore, secondo me, si basa sulla capacità di far provare allo spettatore, ogni emozione del personaggio che si interpreta … E questo è possibile solo mettendosi totalmente a nudo ed esponendo le proprie fragilità.
Quest’anno sei stato impegnato, tra gli altri, anche in spettacoli intensi come “Love and money” e “M. Antonietta” … vuoi parlarci brevemente di queste due esperienze?
“Love and money” di Dennis Kelly, affronta temi attuali e difficili come il consumismo, l’incomunicabilità e la depressione. Entrare nel personaggio di Duncan mi ha segnato molto ed è stata tra le interpretazioni più difficili della mia carriera. “Maria Antonietta, l’ultima regina di Francia” di Francesca Bruni, è stata una messa in scena imponente, che ha messo in evidenza gli aspetti più intimi di una delle regine più discusse della storia. Ho interpretato 5 personaggi diversi e non nascondo che è stato molto faticoso, sia a livello fisico che emotivo, ma nello stesso tempo molto appagante.
Progetti in cantiere? Sappiamo che a Gennaio sarai in scena con una commedia…Considerazioni su questo progetto?
Oltre alla ripresa di “Maria Antonietta” e “Love and Money”, per il 2023 ho diversi progetti di cui per il momento preferisco non parlare perchè da buon Napoletano, sono molto scaramantico. Il primo impegno per il 2023 sarà con la commedia “ Lavori in corso”, con cui sarò in scena già da Gennaio. Lo spettacolo, scritto e diretto da Cristiano D’Alterio, racconta con leggerezza e divertimento, di un gruppo di artisti che nel tentativo maldestro di mettere in piedi uno spettacolo, si ritroveranno a parlare di paure, sogni e dinamiche sociali che probabilmente accompagnano la vita di ognuno di noi … una vita su cui spesso dovremmo mettere un cartello con su scritto “Lavori in corso”.