Per quanto riguarda l’attività di marketing nella ristorazione, quasi sempre, lidi balneari, ristoranti e agriturismi, presentano lo stesso tipo di gestione.
La gente oggigiorno crede a tutto e soprattutto, molti gestori di locali si auto-convincono della propria superiorità. Hai mai provato a dire ad un ristoratore: "Molla, non è un'attività che va, non fa per te!” oppure “Dovresti fare in questo modo, non lanciarti in una nuova attività se ne hai già una avviata”?
Le risposte sono più o meno sempre le stesse e recitano così: “Io faccio questo lavoro da 30 anni e tu non hai niente da insegnarmi, quando ho aperto anni fa incassavo milioni di lire al giorno, ecc....". Peccato che i tempi siano cambiati, e non poco, e con essi anche tutte le strategia marketing necessarie a far decollare e girare bene un’attività.
Per non parlare di quelli del: "Ho fatto un corso di marketing, ho le migliori recensioni su tripadvisor, un bel sito web” e tante altre risposte degne di una grassa risata. Conosco gente che ha aperto bar o piccole attività, che raggiungono, in media, 10-20 coperti al giorno e una media di 50 coperti a sera nei mesi estivi. Va da sè capire che un'attività che riesce a raggiungere 50 coperti per soli 35-40 giorni all’anno non va molto lontano. Tra i costi di caffé, panini, succhi e birre, l’impiego dia 2-3 persone al giorno tutto l'anno, più spese quotidiane, deve inventarsi qualcos’altro per tirare su un po’ di clienti.
Eppure molte volte, i gestori di questi locali non si rendono conto della realtà, li vedi condividere su Facebook stati orgogliosi e nostalgici: "Sembra ieri che ho aperto il mio locale, invece sono già passati gia' 3,4,5 anni".
Ci sono poi quelli che in fin di vita si convertono e cercano disperatamente qualcuno che gli indichi la strada. Sono quei ristoratori che le tentano tutte quando ormai è tardi, hanno finito i soldi, sono pieni di debiti e sperano nell’esistenza di una qualche figura professionale che per magia in pochi giorni possa portare loro clienti. Così si buttano sul digitale, cominciano ad usare tutte le keyword possibili su google, da “Come gestire un ristorante” o “Come gestire un Lido Balneare” a “Come aumentare i clienti”. Iniziano a leggere tutto ciò che gli capita a tiro, pagine e pagine di pseudo guru del marketing e consulenti della ristorazione, di marketing sulla ristorazione, per poi affidarsi a "professionisti" del settore per la gestione di lidi balneari, ristoranti ed altre attività commerciali.
Un’altra categoria è rappresentata da coloro che si affidano esclusivamente alle parole del proprio commercialista. O ancora quelli che pensano che la qualità sia tutto, che basti quella per far girare e per gestire nel modo giusto un ristorante. Ma, per esempio, un lido balneare non può vivere sulla sola qualità dei servizi che offre, serve molto di più.
I problemi riscontrabili, a livello di gestione e marketing, sono tanti. Non è una novità che chiudono centinaia di aziende al giorno, specie nel campo della ristorazione. La maggior parte di esse non chiude perché non ha soldi ma chiude per problemi gestionali.
Allora qual è la soluzione?
Ogni caso è a sè e va valutato attentamente. Ogni singola attività ha dei propri tratti caratteristici e anche se le problematiche sono simili per tutti i casi, nella maggior parte delle situazioni vengono gestite nel modo sbagliato. I ristoratori, molto spesso, non sanno come gestire gli ostacoli che gli si presentano davanti, o non conoscono strade alternative a quelle “tradizionali”.
Se una cosa non la si conosce non si è in grado di cambiarla o migliorarla. Tantissime piccole realtà potrebbero fatturare molto più di quello che fatturano, semplicemente correggendo il tiro.
Ci sono due aforismi, che mi stanno molto a cuore, che penso si adattino perfettamente a questo tipo di situazione e aiutano a riflettere:
● Il primo di Richard Bach: “Non dar retta ai tuoi occhi e non credere a ciò che vedi: gli occhi vedono soltanto ciò che è limitato”.
● Il secondo di George Orwell: “Per vedere cosa c’è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo”.
Spesso, amici e conoscenti, mi chiedono curiosi, vogliono sapere come fare. Ho notato, nella mia esperienza, che quelli pronti al cambiamento, che vorrebbero buttarsi, spesso non riescono poi a concretizzare per problemi di soldi o altre difficoltà. Va anche detto che non sempre i soldi sono un problema, a volte basta solo che qualcuno mostri loro le cose da un’altra prospettiva. I veri imprenditori sono coloro che riescono a collegarsi subito all’innovazione, che colgono al volo le opportunità. I piccoli però, la maggior parte delle volte, trascurano questo aspetto. Ristoratori, proprietari di lidi balneari, bar o agriturismi sono restii al cambiamento.
Fonte notizia
www.lavocedellaristorazione.it