Da fotomodello ad attore mantenendo lo stesso spessore e rigore. Queste sono le infinite vite di Alberto Petrolini Principe di Parma: uomo elegante e distinto, capello brizzolato con profondi occhi verdi, la barba spesso incolta che nulla toglie alla sua innata eleganza. Principe di nome e di fatto come spiega lui stesso: “Parma, Guastalla e Piacenza facevano parte di un Granducato. Mamma discendeva da una famiglia di nobili, papà, invece, no. In gioventù poi, ebbi un flirt con una vera principessa e da lì sono diventato il Principe a tutti gli effetti”. A soli 23 anni diventa direttore artistico dell’Antico Teatro del Vicolo di Parma, carica che riveste tutt’oggi. Nel mezzo una carriera da indossatore e fotomodello per le grandi firme della moda italiana. Il salto avviene alcuni anni dopo, tra la fine degli anni ’80 e i ’90 dove diventa una vera e propria icona di fotoromanzi. Per quella sua eleganza e bellezza incanta le donne di ogni età, come protagonista delle storie patinate che tengono banco in quegli anni. Alberto Petrolini diventa in poco tempo il volto di grandi riviste quali Bolero, Grand Hotel, Lancio, Cioè. Raggiunge l’apice grazie ad uno spot nel 1982 “Il telefono, la tua voce”: la pubblicità del gettone della Sip, attuale Telecom. È quando ti dice quale sia la sua favola preferita che rimani maggiormente colpito per la sua motivazione: “La favola che mi piace di più è il brutto anatroccolo che in realtà era un cigno, si trovava bene con loro, infatti, ma si trovava male con gli altri. Quando vado a Hollywoodo a Venezia, alla Mostra del Cinema, vedo tanta gente imbarazzata, io, invece, mi trovo a mio agio. Quando scende la sera sto bene con me stesso, non capita a tanti”.
Nello stesso periodo, nel 1983, compare nel film di Francesco Nuti “Son contento” per la regia di Maurizio Ponzi. Continua a far sognare generazioni di donne fino al 1997quando decide di riprendere in mano la carriera di attore partecipando a “Monella” del maestro del cinema erotico italiano, Tinto Brass, di cui diventa amico tanto da fargli da testimone nel 2017.
Nel 2009 il Principe è il protagonista di “Hotel Courbet” il cortometraggio di Tinto Brass che è stato presentato alla 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con lo stesso regista che sul finale recita: “L’arte, come diceva Picasso, non è mai casta. Se lo è non è arte”. Un lavoro di cui l’attore è molto orgoglioso per il significato che porta con sé:“Il messaggio di questo film era che la sensualità e l’arte hanno un legame che non deve essere sottovalutato, tutt’altro, va esplorato”. È in questo periodo che arriva una nuova svolta, come ricorda lui stesso: “Dopo aver lavorato nella moda da ragazzo, ho mandato una lettera a Pupi Avati. Devo averlo convinto, tanto che mi volle conoscere. Mi ha chiamato ed ho partecipato a un provino con altre 2.000 persone. Lui ha scelto me e da lì ho partecipato a tutti i suoi film”. Alberto Petrolini lavora da anni con Pupi Avati come attore in svariate produzioni per cinema (“Una sconfinata giovinezza”, “Il ragazzo d’oro”, Il signor diavolo e per la televisione(“Il matrimonio”,“ Il sole negli occhi”, “Il furore di doni”). L’ultimo ruolo visto sul grande schermo è del 2020, sempre per Avati nel film“ Lei mi parla ancora”: “Sei diventato il mio portafortuna” ha detto più di una volta il regista del Principe di Parma. “Vivo tra Parma, Milano, Roma e la Costa Azzurra, racconta Alberto Petrolini. Ho fatto più di 1.500 fotoromanzi, un po’ di teatro e adesso sono tornato al cinema grazie a Pupi. Ho appena finito di girare per la sua regia un film che racconta la vita di Dante il Sommo Poeta con, tra gli altri, Sergio Castellitton e Alessandro Haber, che potrebbe essere candidato agli Oscar come miglior film straniero nel 2022”.Ora sono davvero felice di questa nuova amicizia con Roberto Posenato della Face Management Spettacoli, l’agente dei vip professionista e grande organizzatore di eventi.