“Quel tempo furioso/ mi vide distratta./ Il futuro era solo un profumo,/ e fremeva la vita/ che il mio sguardo/ non poteva fermare./ Poi arrivò lei/ impetuosa avversaria,/ schiacciava il volere/ e ogni azione fermò./ Così, dall’anima nuda/ ogni cosa riappare:/ tutti i miei ieri ritornano veri:/ sono inerme e sorpresa/ dello sbadato vissuto./ […]” – dalla lirica “Risveglio”
“Pensieri” è una raccolta poetica edita nel 2021 dalla casa editrice Tomarchio Editore.
L’autrice, Teresa Stringa, è nata nel 1960 e fin da piccola, sia per dote innata sia per influsso degli amati genitori (il padre pittore e la madre amante della poesia e delle lettere), ha manifestato attitudini di estrema sensibilità nella scrittura in ogni sua forma. Apprezzare la bellezza divenne uno stile di vita che ha portato avanti nonostante gli studi tecnici.
“Pensieri” è frutto di riflessioni sul buono della vita ma anche su quelle situazioni difficili a cui siamo chiamati a rispondere: una malattia improvvisa che ostacola il futuro immaginato, la morte di una persona amata che trafigge di dolore le giornate.
Il ricordo interviene per sanare la perdita come ringraziamento di ciò che si è potuto vivere. Così la poesia, come la memoria di un pomeriggio d’estate, elude spazio e tempo e trasporta tutti i suoi amanti altrove.
“[…] Lo specchio di oggi/ ogni cosa rivela:/ i capelli di cenere/ e la bocca già triste./ Eppur mi stupisce/ l’improvviso risveglio/ sul finir della strada/ che a lungo/ m’ha visto sfilare” – dalla lirica “Risveglio”
A.M.: Cara Teresa sono lieta di poter presentare ai lettori di Oubliette Magazine la tua nuova pubblicazione intitolata “Pensieri”. Qual è il primo ricordo che hai della tua inclinazione verso la poesia?
Teresa Stringa: Alessia ti ringrazio e sono piacevolmente lusingata per questa intervista. Dunque, iniziamo. Fin da bambina ho respirato arte, mio padre Ugo è stato uno stimato pittore, un artista puro; mia madre Augusta amava la poesia, la leggeva e la scriveva, ma anche quando conversava esprimeva la sua dolce indole.
Già alla scuola elementare capirono che non avevo acquisito doti pittoriche ma, per non dispiacere papà, mi davano lo stesso la votazione minima! Avevo invece attitudine alla scrittura, la scoperta della poesia avvenne molto presto e la mamma mi abituò a “fermare” i versi, scrivendoli. Così, diceva, le emozioni diverranno immortali!
A.M.: Ci racconti come è nata l’idea di questa raccolta poetica?
Teresa Stringa: L’idea della raccolta poetica nasce dalla necessità di riassumere emozioni, appunto: “Pensieri, Subbugli, Coccole” in una unica pubblicazione che potesse rimanere nel tempo e nella memoria tangibile di chi mi vuole bene. Ho suddiviso la raccolta in tre settori poiché il Cielo ha voluto che, malgrado la malattia, io potessi cogliere consapevolmente sì le situazioni “ostiche” (Subbugli), ma anche il buono della vita (Pensieri e Coccole).
A.M.: Nella copertina del libro troviamo il dipinto “Sapore d’estate 1979” dell’artista Ugo Stringa. Vuoi condividere con noi un aneddoto riguardante il soggetto dell’opera?
Teresa Stringa: “Sapore d’estate” rappresenta per me l’emozione legata a un ricordo indelebile, che voglio condividere con voi.
Giugno era giunto alla fine, io mi ero inoltrata nel parco secolare nel quale era immersa la nostra grande e storica casa (nata nel 1200 come fortezza di difesa, e trasformata in villa dai conti Tadini nel 1500, per poi, dal 1800 passare di mano in mano a svariati proprietari, diventando, nel 1970, la dimora della nostra famiglia: papà pittore, mamma dolce e “titolista”, e noi figli, eccitati e curiosi), dopo aver raccolto succose e dolci ciliegie dall’albero dei duroni, ritornai verso lo scalone centrale posto a sud della casa. Mentre mi avvicinavo vidi papà e mamma chiacchierare serenamente, come erano soliti fare nei pomeriggi estivi. Li salutai, papà mi venne incontro e, con un sorriso che rapiva, prese dalle mie mani gelose tre ciliegie e poi, con una espressione di urgenza ispiratoria, sparì!
Noi eravamo abituate a queste sue “urgenze”, e a nessuno sarebbe mai venuto in mente di distoglierlo. Aspettammo un paio d’ore, quando tornò, appoggiò l’opera appena creata, su una sedia bianca, in ferro battuto, ce la mostrò (ero io con i duroni!) e disse: “Cosa ne dite eh, che sapore d’estate…!” Mamma annuì con un sorriso di approvazione e dolcemente gli disse che, secondo lei, dati i miei capelli-spaghetti, mancava qualcosa sulla testa. Papà capì subito, non disse nulla ma sparì di nuovo per raggiungere lo studio grande al piano superiore, che odorava di colori a olio e acquaragia. Non passò neanche mezz’ora che ricomparve: sulla mia testa, prima disadorna, aveva dipinto un adorabile cappellino rosso!
A.M.: La prima lirica che si incontra è intitolata “Meteora”: “L'Umanità?/ Una moltitudine di solitudini/ che brulicano nel mondo/ convulso e saturo./ Uno sciame fluente/ con un puntino/ luminoso, e un po’ ribelle,/ qua e là fuor di scia/ che talvolta lascia/ di sé/ una soave nota di gloria/ nell’immensità della Storia”. Perché hai deciso di iniziare con una domanda così rapida e complessa?
Teresa Stringa: Vedo l’intera Umanità, noi, come uno sciame caotico e velocissimo che non può e non vuole fermarsi. Ma talvolta, qualche talento artistico, scientifico… riesce a fermare l’incessante fluire, consegnando alla Storia, con la sua opera, un confortante sentore di eternità.
A.M.: La seconda parte “Subbugli” vede come incipit la lirica “Opulenta ingordigia” che recita: “C’è chi, in malafede/ carpisce la generosità/ dei buoni./ La grossa pancia piena/ non è mai sazia:/ arraffare, arraffare/ senza fine,/ parola d’ordine/ di occhi torvi e finti./ […]” Perché se i buoni sanno dell’esistenza di questa grossa pancia mai sazia continuano a compiere del bene?
Teresa Stringa: Il far del bene è una propensione individuale, essa si esprime “a prescindere”, a volte però chi lo riceve lo ingoia con ingordigia, pur sapendo di non meritarlo, ma non si sazia mai ed escogita strategie, a volte strategie balorde, per poter divorare il più possibile dalla sua vittima buona che, non per questo, perderà il vizio di far del bene, poiché lo ritiene un valore umano e morale, sempre e comunque arricchente.
A.M.: “Pensieri” termina con un “Discreto Commiato” grazie alla lirica “Viaggio Caduto” nella quale si legge: “Nella Farsa della vita/ ogni attore/ ricerca affannosamente,/ e un po' smarrito,/ il proprio ruolo./ Allorché lo trova:/ s'illude, si rode, s'allieta/ recita/ governato dall'incauta/ illusione di eternità./ […]” Perché il poeta è quell’attore che pur sapendo della farsa continua la ricerca verso l’eternità?
Teresa Stringa: Il Viaggio caduco è la vita stessa, essa ci racconta ogni tipo di emozione, e noi, soprattutto negli anni di massima energia, ci illudiamo che la farsa non avrà fine (l’eternità delle emozioni). Ma quando arriva l’imbrunire della vita, certe illusioni cambiano forma, la natura stessa ci indica quale sarà il percorso, trascinandoci verso un sipario che inevitabilmente si chiuderà.
A.M.: Recentemente “Pensieri” è stato inserito in alcuni contest letterari come premio ai vincitori ed alle vincitrici. Ti è piaciuta come esperienza?
Teresa Stringa: La recente esperienza del Contest letterario, ove ha trovato posto Pensieri, come premio ai/alle vincitori/vincitrici, mi ha consentito di condividere e assaporare molte emozioni e di entrare nell’intimo sensibile delle parole. Ritengo che ricevere in premio un volume di poesie, sia un buon omaggio alla poetica individuale, profonda e accurata.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Tomarchio Editore? La consiglieresti?
Teresa Stringa: Nella casa editrice Tomarchio Editore ho trovato una accoglienza attenta e amichevole. L’attenzione alla persona, da parte tua e dell’editore Rosario Tomarchio, ha rafforzato la mia stima. Inoltre, competenza e serietà sono state presenza costante e ora irrinunciabili. La consiglio vivamente!
A.M.: Salutiamoci con una citazione…
Teresa Stringa: “Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera” (Salvatore Quasimodo)
A.M.: Teresa, ogni nostra conversazione mi procura nuove riflessioni sulle tematiche che spesso mi attraversano la mente. Concordo pienamente con quanto hai espresso sull’ingordigia di alcune persone che non vogliono (o non riescono ad) entrare a far parte di una società che tende al bene. Ti saluto citando l’ultima quartina della lirica “Cantato a piè delle Alpi” del poeta tedesco Friedrich Hölderlin: “Ma ama restare nella casa, chi in fedele/ Petto serba il divino, e libero voglio, finché mi sarà/ Concesso, voi tutte, o lingue del cielo!/ Intendere e cantare.”
Written by Alessia Mocci
Info
Acquista “Pensieri” di Teresa Stringa
https://www.tomarchioeditore.it/2021/08/04/pensieri-teresa-stringa/
Fonte notizia
oubliettemagazine.com 2022 01 29 intervista-di-alessia-mocci-a-teresa-stringa-vi-presentiamo-la-raccolta-poetica-pensieri