Come avveniva la climatizzazione dei quadri elettrici un tempo? Più di 40 anni fa, prima che nascesse la società STEGO, i quadri elettrici venivano riscaldati tramite una lampadina continuamente accesa, non vi era altra soluzione prima che i riscaldatori fossero disponibili.
Quando l’industria ha finalmente iniziato ad utilizzare riscaldatori speciali per armadi e quadri elettrici, anche STEGO ha preso parte all’attività con i primi riscaldatori per armadi chiamati “Heiz-Igel” (che significa “riccio riscaldante” a causa dell’aspetto del riscaldatore). Questi riscaldatori non erano regolati, quindi funzionavano in continuo, in quanto all’epoca non esistevano i termostati interni.
Questo si è rivelato un grosso problema, in quanto non vi era alcun limite alla temperatura che si poteva raggiungere a causa del funzionamento continuato del riscaldatore ed i dispositivi installati negli armadi ne subivano pesanti conseguenze.
Alcuni produttori di armadi e quadri elettrici hanno iniziato ad utilizzare termostati domestici, a causa della mancanza
di attrezzature adeguate e specifiche, tuttavia, questi erano in grado di misurare e controllare solo temperature fino a 25 °C. Questo è stato il momento in cui al signor Hartmut Eisenhauer, co-fondatore dell’azienda STEGO, è venuta l’idea di realizzare un termostato adatto alle specifiche esigenze di salvaguardia degli strumenti presenti all’interno dei quadri elettrici. Il primo controller era un cosiddetto contatto di “commutazione” e si trovava in un alloggiamento di metallo (Figura a destra).
Insieme al produttore del regolatore bimetallico, Hartmut Eisenhauer ha suggerito l’utilizzo di un sensore bimetallico utilizzato per temperature superiori a 120°C nell’intervallo di temperatura rilevante per l’uso in custodie e armadi.
È stato quindi possibile riscaldare un armadio alla temperatura desiderata e, al suo raggiungimento, spegnere il riscaldatore e avviare un ventilatore per la ventilazione o il raffreddamento dell’ambiente.
Tuttavia, il signor Eisenhauer non era ancora soddisfatto di questa soluzione ed ha preso ulteriori accorgimenti: ha diviso il contatto di “commutazione” in due contatti separati, un contatto “normalmente chiuso” ed un contatto “normalmente aperto”, e li ha inseriti in due alloggiamenti separati. Ora era possibile attivare un riscaldatore per le basse temperature, e spegnere il riscaldatore al raggiungimento della temperatura desiderata e poi, solo se necessario, accendere un ventilatore o un filtro.
Col passare degli anni l’evoluzione non si è fermata e gli studi di tecnici e progettisti STEGO sono proseguiti
incessantemente, così come la raccolta dei feedback dei nostri clienti: ora siamo lieti di presentare i nostri nuovi termostati compatti, piccoli e ancora meccanici KTO 111 e KTS 111 (figura a sinistra) – una riprogettazione degli originali di Hartmut Eisenhauer.
Il processo di connessione è stato semplificato, grazie all’utilizzo di terminali Push-in, i quali assicurano una pressione costante sui fili e ne impediscono l’allentamento. Un altro miglioramento è rappresentato dal quadrante di impostazione ingrandito che consente all’operatore di leggere meglio a quale temperatura è impostato il puntatore del quadrante. La manopola di regolazione può essere regolata dalla parte anteriore con l’utilizzo di un cacciavite, in modo da evitare spostamenti accidentali e, infine, le prese d’aria sono state migliorate in modo che il sensore possa “respirare” liberamente per una estrema precisione delle rilevazioni.
Per maggiori informazioni: info@stego.it