Francesco Argento, alias Frankie Fortyfive, nato a Napoli e romano d'adozione...
Veniamo subito al punto: cosa vuol dire fare il dj a 50 anni e oltre?
Il dj, per come lo intendo io, non è un’attività legata all’età, allo stesso modo di quella di un musicista o di ogni altra attività artistica. Esistono compositori, scrittori, pittori ultraottantenni e nessuno si scandalizza, anzi sono dei riferimenti e ritengo che lo stesso valga per i dj, soprattutto quelli vinilici che compiono anche un’azione di ricerca e di recupero che avvalora il discorso culturale e divulgativo.
Quello che deve sempre guidarci è la passione per la musica, il piacere di scoprire e ascoltare dischi di ogni epoca da poter proporre nei club, o in streaming o nelle radio con l’idea di creare un percorso di ascolto che possa incuriosire, emozionare e, ovviamente, far ballare…
Fai parte del collettivo dei Forty Five Kings, associazione internazionale di dj che usano solo 45 giri…
Sì, un paio d’anni fa sono entrato, grazie ai social, in questo fantastico gruppo che unisce centinaia dj di ogni parte del mondo (di italiani siamo una decina) caratterizzati dal fatto che si lavora solo con i singoli in vinile. Si organizzano tour virtuali in diretta streaming, ci si consiglia su dischi ed artisti e, magari, un giorno sarà anche possibile organizzare insieme qualche evento dal vivo…
Ma perché solo i 45 giri?
E’ il formato più affascinante, quello che ci riporta alle origini della musica ascoltata a casa e nei primi club… la vera unione tra passione collezionistica e da dj. Non a caso David Mancuso, uno dei primi dj della storia, iniziò con i 45 giri a fare le sue serate a New York City al Loft, uno dei luoghi da dove è nato tutto…
Frankie, sei tornato a mettere dischi dopo uno stop di decenni, qual è la sensazione?
Beh… mi sento un po’ il Capitan America dei deejay…non perché abbia alcun superpotere… ma chi conosce la genesi del personaggio dei fumetti sa che venne risvegliato dagli Avengers dopo aver trascorso ibernato decenni tra i ghiacci dell’Alaska per poi entrare nel Gruppo e riprendere l’attività, come se il tempo non fosse passato… e qui invece degli Avengers sono stati i Forty Five Kings a tirarmi fuori dai ghiacci e a rimettermi dietro i giradischi…
Quali sono stati i tuoi impegni recenti e come vedi il 2022?
Recentemente, prima dell’ulteriore stop dovuto alla pandemia, ho girato un po’ di dischi in piccoli club della scena romana, a Trastevere (Il Bicchierino Live) e a San Lorenzo (Velvet) e spero che presto si possa tornare a condividere un po’ di musica insieme…
Le mie attività in streaming proseguono regolarmente per l’Italia su Radio Top Class e e a breve ripartirò con le mie trasmissioni sulla web TV TalkCity. Per l'estero continuano gli impegni legati ai Forty Five Kings (Coffee & Donuts Set, Raiders of The Lost Art, Floor to Ceiling Radio etc. etc.) trasmessi in diretta su Twitch TV
E’ cosa di oggi la mia partecipazione all’episodio nr. 11 della serie web australiana “Ghostdusters” che ospita in ogni puntata un dj vinilico
Per quanto riguarda i dj set live io amo molto esibirmi in piccoli club o eventi dove si presume ci sia un pubblico di appassionati, che si incuriosiscono dei dischi che ascoltano oltre a, quando possibile, ballare. Lo spirito divulgativo è alla base dei miei set, il prossimo è programmato il 6 febbraio all’Ellington Club di Roma, intorno a mezzogiorno, sarà un dj set “aperitivo” nel corso di quella bella manifestazione che è il Pigneto Vinyl Fest.
Raccontaci un po’ della tua trasmissione Storie a 45 Giri in onda su Radio Top Class…
Certo, con piacere… l’idea di base è questa: scegliere un argomento legato al mondo della musica e raccontarlo facendo ascoltare alcuni 45 giri della mia collezione… Il tema può essere sia strettamente musicale, ad esempio il rapporto tra i Beatles e la Disco Music, oppure legato alla musica come ho fatto in una delle ultime puntate facendo ascoltare solo canzoni presenti nei libri di Stephen King…
Ma tu come spieghi il fenomeno delle web radio, il cui successo è sempre in crescita?
Le web radio non sono certo una novità e nel tempo hanno migliorato parecchio la loro offerta, molto più mirata a chi ama la musica che non le chiacchiere o le telefonate con chi ti racconta cosa ha cucinato per cena. Le web radio offrono musica e parole di musica… quando mi si obietta che faccio una radio “antica” come quella delle radio libere degli anni 70, quando i dj parlavano solo per dare informazioni sui dischi beh… per me è un complimento…
Come vedi il futuro dei dj, e tuo personale, in questo momento ancora difficile per il settore?
Ancora non siamo fuori dalle difficoltà e probabilmente ci vorrà ancora del tempo prima che ritorni tutto come prima… Però questa deve essere anche una occasione per reinventarsi e prepararsi al futuro. Sono convinto che questa “estensione” del ruolo del dj non solo come colui che fa ballare migliaia di persone in discoteca ma come divulgatore, intrattenitore culturale, se vogliamo anche un po’ underground, che lavora fisicamente con i dischi resterà nel tempo e potrebbe dare una spinta al settore… Salviamo la Musica perché la Musica ci salverà…
Fonte notizia
www.facebook.com francesco.argento.503