Nell’ambito delle attività associative Aused2021, lo scorso 6 luglio si è svolto un webinar nel quale si è voluto sviluppare il tema del dell’Integration Platform as a Service. La community di AUSED si è confrontata sul tema dell’integrazione di dati, processi e sistemi attraverso l’esperienza di Giorgio Puglia, CIO di una nota azienda di elettrodomestici, che ha recentemente introdotto nel suo reparto IT la piattaforma iPaaS. L’incontro, moderato da Diana Setaro, Consigliere AUSED e IT & Business Excellence Manager di Bosch Rexroth S.p.A., ha visto la partecipazione attiva di Francesco Baroncini e Nicola Daolio di Errevi System e di Francesco Tragni di Boomi.
Per cominciare, ricordiamo che iPaaS è l’acronimo di Integration Platform as-a-Service. In altre parole si tratta di un servizio cloud che viene utilizzato come una piattaforma in grado di integrare dati, applicazioni e processi. Attraverso questa piattaforma gli utenti possono di conseguenza sviluppare integrazioni per mettere in comunicazione applicazioni che risiedono in cloud e on-premise, effettuandone il deploy senza hardware dedicato o strumenti middleware. L’iPaaS, in sostanza, può supportare le aziende nell’ottenere un maggiore ritorno sul capitale investito con un time-to-value più rapido.
Durante gli speech che si sono succeduti, sono emersi diversi vantaggi offerti dalle soluzioni iPaaS, che nello specifico si possono riscontrare anche nella proposta Boomi, veicolata attraverso Errevi System, e che è stata implementata dall’azienda di Giorgio Puglia a partire dallo scorso aprile.
È stato enunciato che nello scenario attuale il modello di azienda iper-organizzata può considerarsi a volte meno vincente di un tempo, vivendo oggi in un ecosistema diverso, fatto da partner, fornitori e clienti, che permette ad aziende più snelle di trasformarsi in modelli molto competitivi. Naturalmente se a questa agilità si sommasse anche la forza organizzativa si otterrebbe il massimo.
Tra i vantaggi dell’iPaaS sono stati ricordati quelli relativi alla sua architettura multi-tenant a istanza singola, l’architettura distribuita e scalabile, il low-code, così come il supporto per diversi modelli di integrazione, il supporto per casi d’uso, inclusi IoT, Edge e Blockchain, l’Intelligence e l’insights e, non da ultimo, il buon ritorno sul capitale investito.
Stando a quanto emerso dai vari interventi, i clienti che hanno implementato finora la soluzione iPaaS hanno riscontrato vantaggi significativi e concreti in merito a costi e velocità di implementazione.
Negli ultimi tempi i classici progetti aziendali legati ad esempio al CRM, al Business Process Automation, al gestionale, o al go-to-cloud, vengono sempre più affiancati dalla necessità di velocizzare e rendere più rapida la realizzazione dei progetti stessi. La stessa pandemia ha fatto sì che in molte aziende nascessero problemi di shortage dei componenti, con la necessità di cercare nuovi fornitori e integrare i diversi sistemi tra loro.
Ecco perché diventa fondamentale in azienda l’utilizzo di soluzioni agili che possano sfruttare, come nel caso dell’iPaaS, le seguenti caratteristiche: essere, in primis, cloud-based, in modo da gestire progetti scalabili, affidabili e con ridondanza integrata. Essere poi in grado di connettere molteplici applicazioni, origine di dati e dispositivi, permettendo al contempo di interconnettere sistemi di ambiente multi-cloud fino all’edge, con volumi di dati scalabili, bassa latenza e prestazioni elevate. Gestire inoltre i processi basandoli su design di tipo “drag and drop” per tutti i casi d’uso, aiutando l’IT a muoversi rapidamente e a fornire progetti in modo rapido ed economico. Infine, tra queste caratteristiche va aggiunta la possibilità di realizzare “competence center” per congegnare progetti flessibili e accedere ai dati affidabili in ogni momento, ovunque e su qualsiasi dispositivo. Il tutto gestito centralmente attraverso aggiornamenti automatici.
L’esperienza sul campo ha sottolineato come l’iPaaS permetta di poter gestire un reparto IT sempre più dinamico, dove anche i professionisti lo sono. Le figure IT sono infatti molto richieste e possono lasciare l’azienda per altre opportunità: armonizzare sistemi diversi in una dorsale unica per monitorare le transazioni è dunque anche un modo per preservare la conoscenza e rendere l’azienda meno dipendente dai singoli professionisti IT. In altre parole si mette in sicurezza la conoscenza, che è poi il patrimonio dell’ufficio IT. Altro aspetto emerso dall’esperienza concretamente vissuta è la possibilità di far parlare tra loro sistemi che prima non lo facevano con una piattaforma che non fa subire gli standard di un eventuale soggetto terzo ma che è in grado di governarla. Nell’esempio portato durante il webinar si è capito come l’informazione diventi vitale per l’azienda normalizzando il dato (proveniente da sistemi eterogenei che gestiscono caratteristiche di prodotto, immagini, schede, punti di ingaggio verso social network, sistemi di post-vendita, ecc) e convogliandolo verso un repository.
L’iPaaS, attraverso un modello di licenze a consumo, diviene un acceleratore di business che tramite connettori consente in maniera anche grafica di essere visto come l’uovo di Colombo. È una piattaforma in grado di nascondere la complessità, rendendo disponibile le informazioni a tutti i silos aziendali; informazioni disaccoppiate rispetto agli strumenti da cui esse partono.
Nel reparto IT di Giorgio Puglia l’apprendimento di questa soluzione sta avvenendo attraverso il training-on-the-job ed egli si augura che presto venga raggiunta la totale autonomia. Attualmente il numero di professionisti che sta formando sono due, con competenze complementari.
In conclusione, la possibilità di nascondere la complessità permette al reparto IT, mediante l’iPaaS, di essere visto come un acceleratore di business e non più come un imbuto quando si tratta di dover gestire e far partire più progetti contemporaneamente. Gli scenari di utilizzo di questa piattaforma sono molteplici e le aziende possono applicarla a seconda delle singole e specifiche esigenze, dando velocità a qualsiasi progetto, inclusa la Business Intelligence. L’iPaaS va considerato come un tool che integra strumenti eterogenei e che permette anche di sostituire in corso d’opera vecchi applicativi con applicativi più moderni. Lavorare con questa piattaforma significa semplificare il lavoro, avere maggiore flessibilità, velocizzare i tempi di adozione e centralizzare in un unico cruscotto molteplici sistemi.