Nell' attesa di alcune registrazioni dell'album Rue de la Paix ne ho registrato un altro di musica elettronica. Un disco inaspettato ma necessario, per me, in quest' anno pandemico. Una sorta di omaggio alla lontana ai Kraftwerk che ho ascoltato poco con la sensazione di conoscerli da sempre. Sono nato nel 1971 a Wuppertal sulla Schwebebahn, la ferrovia monorotaia sospesa mentre a qualche km di distanza Ralf Hütter e Florian Schneider pubblicavano il loro primo album. Figlio di uno sradicamento contadino, i miei genitori emigrati, operai in fabbrica, con le mani nell' acido e le orecchie all' acufene. In questo disco compaiono infatti parole tedesche che mi sono rimaste in mente, addosso, come le luci, il grigio fumo, i colori, gli odori, i rumori e suoni di quell' epoca. Un residuo arcaico e ancestrale su cui innescare batterie elettroniche e sintetizzatori... Il ricordo, cristallizzato, inaccessibile, si è svelato ed è emerso. Il passato che come una madeleine diventa presente. Oltre al tedesco, i testi sono in italiano, francese, inglese e sanscrito. Destrutturato il linguaggio ho cercato parole e frasi fonosimboliche, testi apparentemente senza senso, a tratti ironici, elenchi, analisi chimiche o contro indicazioni da foglietto illustrativo. Il sanscrito l'ho scelto per le sue vibrazioni, per il suono delle sue parole. 1971/2021 scrivevo prima: in questi cinquant'anni è cambiato tutto e niente. Il rapporto tra l’uomo e la macchina; la penetrante diffusione dei computer, l'ossessiva ripetizione in loop delle azioni quotidiane, la dittatura degli algoritmi, il controllo da tecnologia avanzata, gli anti social network, l’automazione. La velocità del mondo contemporaneo, l'utopia che ha ceduto il sogno alla distopia, fratture scomposte di una società che ho cercato di tradurre in musica. Questo tempo carico di emergenze, anestetista perfetto dei sentimenti è un congelatore di emozioni non solo nel mondo alienante della produzione industriale. Le catene di montaggio stritolano anche le cosiddette classi creative. La vita ridotta ad “opera d'arte”, nell' epoca della sua riproducibilità tecnica, spettacolarizzata in ogni sua forma. Un disco che vuole allora essere danza della clausura, danza della tragedia della società contemporanea.
ELETTRO GIPSY PANDEMICA
01 ALFA CENTAURI
02 PANDEMIK
03 ANTI SOCIAL NETWORK
04 PARACETAMOLO
05 MACHINE
06 TELEFUNKEN
07 LES ESCARGOTS
08 CHOMSKY
09 PATANJALI
10 NO PANIC ATTACK
11 ICH LIEBE DICH ICH LIEBE DICH NICHT
12 METEREOLOGIKA
CREDITI
GERARDO BALESTRIERI musiche. testi. sintetizzatori. voce. vocoder. arrangiamenti. produzione artistica. editing.
NEGHIN VAZIRIvoce
GIORGIO BOFFA mixaggio
MATTEO TORCINOVICH grafica
GRAHAM FEAKINS photo copertina
ELETTRO GIPSY PANDEMICA, traccia per traccia
01 ALFA CENTAURI
PER USCIRE UN ATTIMO FUORI DA QUESTA DIMENSIONE TERRESTRE UN INVITO AL VIAGGIO CINEMATICO INTERSTELLARE DURANTE IL QUALE ASCOLTARE IL RESTO DEL DISCO IN ASSENZA DI PARTICOLARI GRAVITA' UN PO' SOSPESI ANCHE NEL GIUDIZIO
02 PANDEMIK
QUEST'ANNO E' STATO CARATTERIZZATO DA PAROLE POTENTI PERCHE' RIPETUTE FINO ALL' OSSESSIONE... NELLA SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA COMUNICAZIONE CHE HA CREATO ANSIE E ATTESE ECCOLE CONCENTRATE IN QUESTA CANZONE
03 ANTI SOCIAL NETWORK
I SOCIAL, O ANTISOCIAL, LA DITTATURA DELL' ALGORITMO, LA DIPENDENZA DAI LIKE, I VIDEO GIOCHI E TUTTO IL RESTO CHE CI ALIENA E CI RENDE ALIENI OGNI GIORNO
04 PARACETAMOLO
IL NOSTRO FEDELE COMPAGNO DI VITA. IMPORTANTE. INDISPENSABILE. AMATO COME NESSUNO ALTRO A VOLTE PIU' DI UN CARICA BATTERIA DEL TELEFONO
05 MACHINE
IL TITOLO E' UN CHIARO OMAGGIO AI KRAFTWERK E ALL' UOMO MACCHINA ANCHE SE IN QUESTO CASO CON ACCEZIONE FORTEMENTE NEGATIVA.
06 TELEFUNKEN
UN RICORDO TEDESCO E' LA TV CHE AVEVAMO IN CASA UNA TELEFUNKEN CHE TRASMETTEVA LA BUNDESLIGA COME AL BANO E ROMINA IL TUBO CATODICO CHE DISTRAE CON LE SUE FRASI MAGICHE COME LE GIOSTRE, I KIRMS E CHE TROPPO SPESSO DIVENTA UN PARCO DI STUPIDI GIOCHI: GLI SPIELPLATZ.
07 LES ESCARGOTS
UNA CANZONE SCRITTA IN MEZZ'ORA CANZONE D' AMORE UN PO' NAIF LA PIU' ESSENZIALE DEL DISCO UN PO' MOLLE ANZI MOLLUSCA
08 CHOMSKY
UNA CANZONE CHE SI CHIEDE SE HAI MAI LETTO CHOMSKY IO NO... MA COME SE L' AVESSI FATTO QUINDI UN INVITO CERTO ALLA LETTURA MA UN INVITO ANCHE A QUELLI CHE LO HANNO LETTO - A NON TIRARSELA TROPPO UNA VISIONE DEL MONDO ATTRAVERSO ALCUNI TITOLI DEI SUOI SCRITTI
09 PATANJALI
IL SUONO DEL SANSCRITO LE SUE VIBRAZIONI, IL MISTERO ATTRAVERSANDO L' INVOCAZIONE A PATANJALI
10 NO PANIC ATTACK
UN ALTRO DISTURBO PSICOLOGICO CHE CI HA CONSEGNATO QUESTA EPOCA SONO GLI ATTACCHI DI PANICO. L' ANSIA DA PRESTAZIONE CHE IL MONDO SPESSO CI IMPONE DIVENTA IMMOBILITA',PARANOIA, PANICO APPUNTO CHE SPESSO ARRIVA SENZA UNA APPARENTE RAZIONALE MOTIVAZIONE
11 ICH LIEBE DICH ICH LIEBE DICH NICHT
UNA FRASE CHE NON SI SCORDA MAI SE SEI CRESCIUTO IN GERMANIA “TI AMO – NON TI AMO” UN PO' COME “ESSERE O NON ESSERE” MA SOPRATTUTTO TANTO SCHIZOFRENICA COME QUESTO MOMENTO IL RESTO DEL TESTO FA PARTE DEL CONTESTO
12 METEREOLOGIKA
UNA CANZONE METEREOPATIKA ABBASTANZA SURREALE L' ULTIMA DI QUESTO ALBUM CON TANTO DI SALUTI FINALI
© Interbeat Records
FB: https://www.facebook.com/interbeatrecords
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCq2xKWDGTsnC8OP4Zn5nAvg
IG: https://www.instagram.com/interbeat_records/
Sito Web: http://www.interbeat.it/
Spotify Pagina Artista: https://open.spotify.com/artist/1aiHhVJ4cmpEL04uNnD5dI?si=FTbwzWrxSmihEKzfFoqAjA
Edizioni Interbeat