11 Marzo 2021 - Le varianti del virus Sars-Cov-2 stanno cambiando il quadro epidemiologico della
pandemia mettendo in discussione il criterio dei colori regionali con le rispettive decisioni di intensità
delle restrizioni (per esempio, l’RT il cui limite di 1 è il riferimento di mutazione del colore regionale,
con la variante inglese muterà l’attuale significato essendo stimato l’impatto aggiuntivo del 0,4-0,7).
Non a caso nell’ultimo Dpcm l’incidenza diventa fattore decisionale per le chiusure delle scuole a
discrezione delle regioni, e tale parametro potrebbe essere utilizzato anche per le altre eventuali
misure senza che tali decisioni vengano impugnate dai vari TAR.
Le varianti del virus stanno mettendo in evidenza che l’infezione facilmente si sposta e ha fluttuazioni
molto legate alla realtà locale, che è strategico, e lo sarà anche in futuro, mantenere le misure di
contenimento (dall’uso delle mascherine a garantire i distanziamenti sociali) e che vaccinarsi resta
l’unica arma per spegnere l’epidemia nel più breve tempo possibile e tenere sotto controllo più
facilmente le varianti.
L’esperienza che è stata fatta sul campo nelle altre nazioni, come Israele, testimonia quanto sia
importante in questo momento fare una vaccinazione con qualunque vaccino disponibile nel più
breve tempo possibile raggiungendo quanto prima i soggetti più suscettibili, sia per salvare vite sia
per evitare gli effetti devastanti che ha l’infezione nel lungo periodo.
Per discutere di tali problemi, Mondosanità ha organizzato il talk webinar Buona Salute dal titolo
“Varianti Covid e dintorni” in collaborazione con Motore Sanità ed Eurocomunicazione.
“Al 10 marzo 2021 secondo il report che elaboro ogni giorno, le prime cinque province più colpite
nell’ultima settimana sono Bologna Brescia, Rimini, Forlì-Cesena, Udine, non c’è neanche una
provincia veneta mentre anche solo un paio di mesi fa erano soprattutto queste province ad essere
maggiormente dilaniate dal virus. Questo testimonia che l’infezione facilmente si sposta alle regioni
vicine e ha fluttuazioni molto legate alla realtà locale – ha spiegato Roberto Buzzetti, Epidemiologo
clinico di Bergamo -. Da questi dati non è possibile fare delle inferenze su quanto stiano pesanti le
varianti, possiamo solo seguire la curva epidemica e cercare di notare se ci sono dei rialzi o delle
accelerazioni particolari. Il quadro generale mette in evidenza che la marca del vaccino non sembra
influire molto sul numero finale di casi; che è molto importante continuare a mantenere le misure di
contenimento (mascherine, distanziamenti sociali) sia che non si vaccini, sia che si vaccini poco, sia
che si vaccini tanto; che è molto importante avere la massima velocità nel vaccinare per spegnere
l’epidemia nel più breve tempo possibile e per tenere sotto controllo più facilmente le varianti”.
“Rispetto alla variante inglese gli anticorpi dei vaccini disponibili funzionano e possiamo stare
abbastanza tranquilli – ha rassicurato Antonio Cascio, Direttore Unità Operativa Malattie Infettive
Policlinico “P. Giaccone”, Palermo – restano importantissimi i tracciamenti e i sequenziamenti ed
evitare che le altre varianti possano prendere piede. Se rallentiamo la vaccinazione però rendiamo
più probabile che il virus muti e che non sia più suscettibile ai vaccini, perché tanto è maggiore la
presenza del virus che circola e tanto sarà più facile che possano emergere delle varianti e che
queste possano essere resistenti agli anticorpi del vaccino, pertanto è giusto vaccinarsi nel più
breve tempo possibile. Auspico che a settembre saremo tutti vaccinati e che in autunno si parlerà
di un vaccino che comprenderà le diverse varianti. Sono fiducioso che la battaglia la vinciamo e
sono favorevole al patentino vaccinale non solo per i vaccinati ma anche per coloro che hanno
avuto naturalmente la malattia”.
“Come comunità di igienisti stiano cercando di dare il nostro contributo alla campagna vaccinale per
organizzarla nel miglior modo possibile e per raggiungere quanto più rapidamente possibile l’obiettivo
dell’immunità di gregge, ammesso che si riesca a farlo in tempi brevi – ha aggiunto Alberto Fedele,
Componente Giunta Esecutiva SITI, Direttore UOC ASL Lecce, Servizio d’Igiene Sanità Pubblica -:
infatti abbiamo elaborato un decalogo per il piano vaccinale antiCovid che dà una serie di contributi
per poter raggiungere al più presto l’obiettivo. Il nostro invito alle regioni che hanno avuto un maggiore
quantitativo di vaccino ma che sono più indietro è di attuare delle strategie organizzative che proprio
con il nostro decalogo possono essere utili per cercare di utilizzare al più presto le dosi; l’altro invito è
quello di ridistribuire le dosi in ragione della popolazione per evitare il problema della disomogeneità
nell’assegnazione delle dosi”.
La vaccinazione è strategica per evitare le conseguenze devastanti del Covid.
“Studi scientifici infatti dimostrano che dei 26 sintomi che possono avere i soggetti Covid durante la
malattia due terzi vengono conservati a tre mesi, come astemia e stanchezza – ha ribadito l’importanza
della vaccinazione Onofrio Resta, Direttore UO Malattie Apparato respiratorio, AOU Consorziale
Policlinico di Bari -. La malattia purtroppo lascia in eredità problematiche che interessano il cervello, il
cuore e i polmoni. Abbiamo perso molto tempo nell’organizzazione della campagna vaccinale e della
fornitura dei vaccini che è ancora ridotta. Dobbiamo sbrigarci per salvaguardare la salute di tutti”.
La pandemia mette di fronte ad un dato che non si può sottovalutare. “La storia naturale del
Coronavirus potrebbe avere espressioni future che non conosciamo, è probabile che arriveranno
tantissime altre varianti, per questo bisogna cominciare a pensare a scenari alternativi ai quali rispondere
in maniera preparata – ha ammesso Stefano Vella, Adjunct Professor Global Health, Catholic University
of Rome -. Ribadisco che oggi è importante vaccinarsi e il più presto possibile e che l’efficacia dei vaccini
è sicura”.
Concetti che ha ribadito in chiusura Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore Sanità.
“La pandemia in atto sta confermando la necessità di mantenere i sistemi di distanziamento e continuare
a indossare le mascherine, perché la prevenzione è fondamentale. L’appello è fare i vaccini il più
velocemente possibile perché ritardare la vaccinazione può aumentare le varianti e aumentare le
varianti significa andare incontro ad una situazione in cui la scienza porrà rimedio sicuramente, ma sarà
uno scenario più complesso che causerebbe un aumento di contagiosità e di morti inevitabilmente. Gli
esperti hanno ribadito che tutti i vaccini sono validi e lo hanno dimostrato paesi come Israele e altre nazioni.
La vaccinazione che salverà vite deve essere uniforme nelle varie regioni. È importante che l’Europa si
affretti affinché arrivino le dosi promesse”.