Dalle scoperte di Lavoisier allo sviluppo della biochimica: nell'opera di Federico Motta Editore i passaggi più importanti che hanno trasformato le scienze biomediche.
Federico Motta Editore: lo sviluppo delle scienze sperimentali
Federico Motta Editore pubblica nel 2007 la prima edizione di "Historia - La grande storia della civiltà europea". Diretta e coordinata da Umberto Eco, l'opera, che ha coinvolto oltre 400 autori, è una raccolta di volumi che ripercorrono la storia europea dal punto di vista di numerose discipline grazie alla presenza di migliaia di saggi monografici. Tra questi "La vita in laboratorio" di Gilberto Corbellini, che offre una disamina sull'evoluzione delle scienze biomediche. Il saggio dell'epistemologo prende in esame le discipline a patire dal XIX secolo: è infatti in quell'epoca che, grazie alle scoperte di Lavoisier, si inizia a concepire la presenza negli organismi viventi di vere e proprie reazioni chimiche, simili a quelle sperimentate nei laboratori. Tuttavia, come si scopre nel volume di Federico Motta Editore, bisognerà attendere il 1838, anno in cui Gerardus Muller identifica il gruppo delle proteine, per la nascita "ufficiale" di quella che viene definita come chimica della biologia.
Federico Motta Editore: dalla biochimica alla fisiologia sperimentale
Sempre nella prima metà dell'800 verranno poi scoperti gli enzimi, mentre negli anni '50 Pasteur inizia a studiare i microrganismi. Una delle tappe più importanti dell'evoluzione della nuova disciplina, secondo il testo curato da Federico Motta Editore, avviene nel 1877, quando il chimico tedesco Ernst Felix Hoppe-Seyler introduce il termine "biochimica". Si parla di un cambio di paradigma che rivoluziona completamente il modo di analizzare e studiare i processi fisiologici, che non vengono più considerati solo processi chimici, ma anche fisici. Si tratta di un passaggio che consentirà di inserire definitivamente le scienze biomediche tra le scienze sperimentali. Nel frattempo, sempre in Europa, si fa spazio anche una nuova disciplina, ossia la fisiologia sperimentale. Numerosi studiosi dell'epoca decidono infatti di applicare il metodo sperimentale, scrive Corbellini nel volume di Federico Motta Editore. Grazie al lavoro in particolare di scienziati tedeschi, francesi e inglesi, la materia conosce uno dei suoi momenti più importanti di sviluppo, che porterà poi alla nascita di diverse sottodiscipline.
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