Le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), sono infezioni acquisite durante il ricovero o in altri contesti sanitari simili.
Purtroppo, continuano a crescere in quasi tutti i Paesi Europei, con un incremento medio annuo del 5%. In Italia si
contano ogni anno tra 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati che causano oltre 10.000 morti, circa un terzo di
tutte quelle registrate in Europa. La recente pandemia ha dato ancor più consapevolezza di come le infezioni
arrechino un grave problema da sostenere sia dal punto di vista socio-assistenziale che economico globale. Le
infezioni correlate all’assistenza devono rappresentare ancor di più uno dei maggiori problemi per la Sanità pubblica.
Padova, 1 Dicembre 2020 – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha enfatizzato la estrema necessità di sviluppare
nuovi antibiotici che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni. Queste, infatti,
indicano che se non si interviene, nel 2050 le infezioni dovute a microbi resistenti saranno la prima causa di morte,
superando cancro e malattie cardiache. In Italia si stimano già oggi oltre 10.000 casi di decessi all’anno per infezioni
resistenti agli antibiotici disponibili, numero pari al doppio delle morti legate agli incidenti stradali. Per far fronte a questo
scenario preoccupante già nel 2017 il Ministero della Salute ha pubblicato il Piano Nazionale di Contrasto
dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020, fissando il percorso che le istituzioni nazionali, regionali e locali,
devono compiere in termini di prevenzione e cura. D’altro canto, dai dati del progetto EPICENTRO dell’Istituto Superiore
di Sanità si evince che le infezioni prevenibili sono circa il 30%. Per questo tutte le istituzioni sanitarie a livello globale
stanno cercando di agevolare le attività di ricerca di nuovi antibiotici, esortando fortemente le aziende del farmaco a
tornare ad investire in questo settore e gli organismi decisori Nazionali e Regionali a rendere disponibili rapidamente ai
pazienti le nuove terapie antibiotiche in arrivo, riconoscendone il giusto valore. Con l’obiettivo di fare il punto su ciò che
è stato fatto e che c’è ancora da fare a livello regionale, nasce il Progetto ICARETE “Focus Lotta alle infezioni correlate
all’assistenza”, organizzato da Motore Sanità e realizzato con il contributo non condizionante di MENARINI, che ha
visto confrontarsi istituzioni e massimi esperti del settore. Il progetto si è concluso con la sua ultima tappa in Veneto.
“Le infezioni ospedaliere rappresentano oggi un problema sanitario di particolare rilevanza e complessità. In Italia sono
aumentate sia in ospedale sia nei luoghi di cura extra-ospedalieri (residenze per anziani, assistenza domiciliare e ambulatoriale)
specie nei pazienti cosiddetti “difficili” (per gravi patologie concomitanti, malnutrizione,
immunosoppressione, trapianto d’organo,
traumi, alterazioni dello stato di coscienza, etc). Anche i vertici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno indicato come
sia fondamentale concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci, perché stiamo esaurendo tutte
le opzioni utili. Questa affermazione, oltre ad avere un enorme impatto in termini di sanità pubblica, pone rilevanti problemi in
termini di costi: infatti, la banca mondiale ha calcolato che l'antibiotico-resistenza costerà all'Italia 13 miliardi di dollari da qui al 2050,
pertanto, il rischio aumentato di contrarre infezioni difficilmente trattabili, impone l'esigenza di affrontare con grande rigore il problema”,
ha dichiarato Anna Maria Cattelan, Direttore UOC Malattie Infettive AOU Padova
“Il problema dei super batteri resistenti alle terapie disponibili è emerso nella sua estrema gravità, è necessario incentivare la ricerca
farmaceutica di nuovi e più efficaci antibiotici ed è auspicabile che si apra un dialogo fra aziende produttrici ed agenzie regolatorie
nazionali e regionali per stabilire nuovi percorsi dedicati per la cura dei nostri pazienti, in linea con le azioni intraprese a livello mondiale”,
ha spiegato Claudio Zanon, Direttore Scientifico MOTORE SANITA’