In varie occasioni ho avuto modo di incontrare Giorgio Napolitano che ha visitato due mie mostre fotografiche: una agli Incontri Internazionali d’Arte nel 1988 e l’altra alla Camera dei Deputati nel 1996. Poi insegnando fotografia per tre anni al Circolo Montecitorio frequentavo il Palazzo dove spesso lo incrociavo nei corridoi e qualche volta anche al bar interno. Un giorno gli chiesi se avessi potuto ritrarlo e lui mi diede subito un appuntamento nella sua stanza per il primo pomeriggio alle sedici. Al di la di ogni preferenza politica o altro, perché non ho predilezioni di sorta, e per quel poco che l’ho conosciuto, io ho davvero un bellissimo ricordo. Era un vero signore. Molto affabile, disponibile ed anche simpatico, pronto a battute ironiche; insomma proprio una persona piacevole da incontrare.
Più tardi, puntualissimo bussai alla porta della sua stanza ed entrai. Era una grande stanza con diversi quadri d’epoca e proprio di fronte una bellissima scrivania antica dove lui seduto parlando al telefono mi fece cenno di accomodarmi. Mentre discorreva, poiché sono un collezionista e un amante di oggetti d’arte ed antiquariato, cominciai a guardare tutt’intorno. Proprio alle mie spalle sullo stipite della porta d’entrata notai in una cornice d’epoca una stupenda stampa di Napoli a volo d’uccello da incisione su rame, di circa un metro. Era una Stopendaal, che io conosco bene e che si trova ripiegata nel libro “Nouveau theatre d’Italie” pubblicato da Pierre Mortier nel 1704. Qualche volta l’avevo ammirata da vicino nella libreria antiquaria del mio amico Marzio Grimaldi, ma non avevo mai potuto acquistarla per l’elevato costo. Guardai meglio e non ebbi alcun dubbio: la stampa era una copia. Io rimasi deluso ma anche perplesso. Come era possibile?
Così appena Napolitano finì la telefonata, senza pudore gli feci notare che quell’opera non era autentica. Il Presidente sorrise scuotendo la testa bonariamente e scherzando rispose: “noi non possiamo permettercelo”.
Io gli sorrisi allargando le braccia con rassegnazione.
Poi si alzò ed io per non approfittare troppo del suo tempo, feci degli scatti più tradizionali di quelli che solitamente preferisco eseguire. Successivamente però elaborai la foto scurendo maggiormente alcune parti dello sfondo per aumentarne l’atmosfera.
Augusto De Luca