Chi era Margherita Sarfatti? Se
avete automaticamente risposto “l’altra donna di Benito Mussolini” è
assai probabile che una visita alla mostra Margherita Sarfatti e l’arte
in Italia tra le due guerre produrrà l’effetto di ribaltare il vostro
punto di vista sulla questione, intellettualmente assai più stimolante partendo
dal presupposto che non lei, la geniale Margherita, fosse l’altra donna di
lui, ma lui l’altro uomo di lei, anzi, uno degli uomini di lei, la
grande pigmaliona, la talent scout dal fiuto infallibile, la prima donna
europea critico d’arte militante, la Peggy Guggenheim italiana, la donna di
potere capace di surclassare il ruolo di qualsiasi maschio dominante del suo
tempo, grandiosa nel bene quanto nel male, come lei stessa non mancò di
riconoscere, tracciando il lucido bilancio di una vita fuori dalle convenzioni.
“Io sono nuova, io nasco ogni
mattina, ciò che feci ieri non è la ragione determinante di quanto farò domani”.
Nel ritratto che traccia di se stessa emerge quella tensione al nuovo che è il tratto
saliente della sua azione. “Nel contesto internazionale delle donne del XX
secolo che con la loro personalità hanno contribuito a costruire il mondo
moderno, Margherita Sarfatti spicca come un astro di prima grandezza” scrive
di lei Fabio Benzi, curatore della mostra nonché esperto tra i
più accreditati di arte italiana della prima metà del ‘900, e, in effetti, la
donna che aveva inventato il mito del Duce si collocava agli antipodi del
modello di angelo del focolare raccomandato alla popolazione femminile dalla
propaganda di regime. L’aspirazione alla modernità di questa progressista e
femminista autentica è rivelata in modo palese dalle sue scelte di
collezionista d’arte compulsiva e appassionata, di modo che a Fabrizio
Russo - organizzatore della mostra e legato alla famiglia Sarfatti da
un antico rapporto di parentela e amicizia - raccontare Margherita attraverso i
capolavori della sua leggendaria collezione è parsa la scelta più logica.
Chi visiterà l’esposizione, valuterà
dunque lo spessore intellettuale di Margherita attraverso le sue scelte
artistiche: Medardo Rosso, Umberto Boccioni, Mario
Sironi, Adolfo Wildt sono presenti con emozionanti capolavori che, da
soli, giustificherebbero ampiamente un’incursione al civico 20 di via
Alibert, la piccola strada di raccordo tra via del Babuino e via Margutta
su cui si affaccia la storica Galleria Russo, 122 anni di
attività ininterrotta nel campo dell’arte moderna.
Arte e restauro
Mostra "Margherita Sarfatti e l’arte in Italia tra le due guerre"
Capolavori di Medardo Rosso, Umberto Boccioni, Mario Sironi, Adolfo Wildt, Gino Severini, Achille Funi tra le opere in esposizione nella mostra “Margherita Sarfatti e l’arte in Italia tra le due guerre” a Roma, presso la Galleria Russo. La maggior parte delle cinquanta opere in esposizione proviene dalla leggendaria collezione di Margherita Grassini Sarfatti, sofisticata Peggy Guggenheim italiana, ma anche donna di potere capace di surclassare il ruolo di qualsiasi maschio dominante nell’Italia degli anni Venti.
Esposizione: 10 – 31 ottobre 2020
arte Roma galleria Russo Sarfatti
Pubblicato in data 11-10-2020 | hits (974) | da: Afros
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