"Non è facile spiegare il tumulto delle mie emozioni. Quando a marzo di quest’anno ho pubblicato “La ricchezza del bene”, non avrei mai pensato a quello che sta per accadere. Il libro racconta la storia di nove grandi imprenditori italiani, che sono riusciti a coniugare anima e business, fatturati milionari e sentimenti che sembrano in disuso. E che sanno mettere al primo posto non il profitto, ma le donne gli uomini che lavorano con loro. E il mondo che li circonda. Con le difficoltà e i problemi di tutti giorni".
Il decimo protagonista del suo libro non è un imprenditore, ma un ragazzino morto a soli 15 anni. L’ultimo capitolo avrà, per appendice, un miracolo?
"L’ultima storia, che racconto nel libro è quella di Carlo Acutis, figlio di una ricca famiglia di imprenditori milanesi, morto ragazzo nel 2006, stroncato da una leucemia fulminante. L’ho voluta inserire, perché anche Carlo ero ricco di beni materiali, ma metteva l’anima, la generosità l’altruismo, l’amore per i suoi coetanei meno fortunati al di sopra della propria stessa vita. Carlo era un ragazzo normale che, però, viveva come uno immagina vivano i santi. Quando ho pubblicato il libro era solo al primo gradino della scala che porta alla santità. Papa Francesco lo ha proclamato venerabile il 5 luglio del 2018".
Ora Carlo Acutis sale sul secondo gradino e si avvicina sempre più alla santità?
"Il suo corpo è sepolto nel Santuario della Spogliazione ad Assisi, là dove Francesco si liberò di tutti i suoi beni materiali, iniziando il suo straordinario viaggio verso la santità. Dal primo ottobre è esposto, come Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Non dentro il saio di un frate, ma con i jeans e le scarpe da ginnastica. Come quelle che Carlo si toglieva ogni giorno per regalarle a chi ne aveva bisogno per poi arrivare a casa a piedi nudi. In quel luogo, carico di suggestioni e significati profondissimi, domani alle 16,30 presenterò il mio libro. Con me ci saranno alcuni dei protagonisti de “La Ricchezza del bene”. Imprenditori famosissimi come Ferrero, Branca e Ennio Doris di Mediolanum, capaci di fatturare anche il rispetto e la magnanimità verso gli altri. E accanto a loro, Carlo, un ragazzo, che ha vissuto solo 15 anni, ma riempiendoli, più d tutti, della ricchezza del bene. Sembra un sogno. Un prodigio. Un film. Sarà un’emozione incredibile, un tumulto nell’anima, un giorno irripetibile".
Un giorno irripetibile, ma forse non il più importante?
"E’ così. Due giorni dopo, sabato 10 ottobre alle 15, sempre ad Assisi, sul Sagrato di Santa Maria degli Angeli, in un’atmosfera se possibile ancora più carica di suggestione e bellezza, presenterò l’evento che precede la Messa di Beatificazione di Carlo Acutis. L’hanno intitolata” L’autostrada per il Cielo”. L’ultima tappa prima del traguardo della santità. Vede, ho vissuto sulla mia pelle la zona buia del giornalismo, che resta il mestiere più bello del mondo. Buia perché il bene non fa notizia, è più facile fare share raccontando i meandri del male. A modo mio, ho cercato un percorso. Partendo dal programma 'La strada dei miracoli', che ho condotto per anni su Rete4. E, poi ,anche con i libri. Il bene l’ho inseguito e qualche volta trovato E ringrazio il Cielo e la vita per avermi regalato queste due emozioni. Troppo grandi per me".
Intervista a cura di Antonello Sette