L’idea del disco nasce anni fa, quando ho deciso di rendere pubblico il mio rap di ispirazione cristiana, indirizzato principalmente a chi è distante da queste concezioni ma non dall’umanità che ci accomuna e che sempre più ha bisogno di uscire fuori. La mia prima canzone nasce nel’2006, già prima di Anima e ghiaccio dei Colle del Fomento, i quali sono uno dei gruppi musicali con cui sono cresciuto. Nel mio background musicale principale troviamo Esa egli OTR, i Sangue Misto, Kaos, Inoki, Lord Bean, Joe Cassano, Dj Lugi, Rancore, Murubutu, Dargen D’Amico, per dirne alcuni. Non posso non citare il mio amico ed esempio musicale Esprit De Finesse, al quale non poco devo ancor di più l’attaccamento al rap e al mio amico caro Terac, Valerio Curto, dei Zero Parucca, il quale conosco dalla scuola elementare e ho condiviso molto anche nel campo del rap. Infatti, il brano “Cammina con te”, presente nel disco, è scritto a due mani e due voci con lui. Cito questi cantanti per l’importanza che hanno avuto nella mia vita adolescenziale, come vicinanza di cuore e di intenti, come anche nella mia crescita tecnica nel campo del rap. Ovviamente nel rap americano tra Tupac, Notorius B.I.G., Eminem e quello francese con i Supreme N.T.M., ho trovato molti spunti e coinvolgimento. Nel rap italiano però, vista la lingua e il luogo, ho sperimentato la partecipazione effettiva di tale posizioni e desiderio di bene. Questo il mio pensiero sull’hip-hop, quindi il suo elemento rap e la congiunzione con il mio. L’hip-hop sappiamo che nasce in un contesto di precarietà, povertà e desiderio di rinascita, dove da poco stavano decadendo le ideologie dei figli dei fiori per essere sparse, come polline, nella quotidianità mondana, perdendo la loro struttura dal fatto stesso che originava nell’uomo. Spiego. Il valore, in quanto tale, non può che essere oltre l’uomo, non proveniente dall’uomo stesso, in quanto, se fosse l’uomo a predirlo, con la sua d’altronde limitatezza, sarebbe soggettivo e privo di fondamento. Quando esso invece non è né idea né formulazione, ma basamento del vivere stesso, da una realtà eterna, intoccabile, questo non solo incontra l’uomo di buoni intenti che lo tratta quale è , valore stesso, eterno, giusto, ma rende l’uomo più uomo, lo fa tornare a se stesso, lo realizza nel suo cammino di vita. I valori suddetti, come anche quelli che sposa il rap, che comincia a farsi conoscere con le denominazioni: Peace, Love, Unity, have fun, nel lontano 1973, sono valori fondamentali dell’uomo, ed il divertimento parte della stessa umanità. Ma se questi diventano già prima frammentati nel pensare quotidiano, destrutturato dal pensiero filosofico progressista e nichilista come norma e decadente nell’essenza, questi valori vengono ancor di più scardinati e parzializzati in varie località, dalla politica alla musica, dall’arte in tutte le sue forme, alla scienza stessa che li dimentica, quindi la tecnica che oggi controlla il capitale e l’uomo stesso che la vivifica. Come si pensava, infatti, l’Hip-Hop, di lì a poco perde la sua struttura di cambiamento radicale ereditata dal pensiero già fallente dei suoi predecessori, forte però del sangue e il sudore dei suoi avi, i quali hanno partorito correnti musicali come il Blues, il Jazz, il Soul e il Funk. Questo dunque, non è bastato a difendere tali posizioni positive nella loro certezza, lasciando spazio al soggettivismo e all’arrivismo, all’estetica e all’utile, quindi alla destrutturazione del messaggio stesso che oltre che nella forma, è cambiato nell’essenza, divenuto egli stesso nemico di quel rap come era nato. Per questo oggi, ma già da tempo, troviamo diffidenze tra chi vuol appartenere ad una parte vecchia, originaria, l’old school, e la nuova scuola, come vogliamo chiamarla, la new school. Questo non solo perché c’è un contrasto strutturale, ma perché da sempre l’Hip-Hop stesso, ha spesso lasciato spazio ad un soggettivismo ed una rivalsa personale che poco hanno a che fare con la Pace, l’Amore, l’Unità, deformando il divertimento. Questo ha lasciato spazio a molta ipocrisia e raggruppamenti di settore, che si identificano non più nella partecipazione ad un unico scopo ma, al contrario, vogliono assumere essi stessi l’essenza stessa del rap nella loro visione, rendendosi unici e detentori di verità e certezze, quando queste, come detto prima, non solo non appartengono all’uomo, ma neanche alle correnti stesse che esso stesso pone in essere con la sua arte. Quindi, sbagliata la partenza, errato l’arrivo, se non si torna nel sentiero. Da qui il basso ascolto del rap attuale e l’entrata in essere di qualcosa che nasce invece proprio sul fronte della non-verità, del non fondamento, quindi dell’ostentazione stessa e della figliolanza con il nichilismo secolare, la musica Trap. Che nella sua onestà rimane nelle sue fila delle origini, nei filoni del ’90, dai salotti di spacciatori e cercatori di ricchezza, dove per altro il rap stava andando a finire ormai da tempo. Il rap è ribellione, esplicazione di giustizia, qui la mia partecipazione massima. Al male, bisogna ribellarsi, come diceva Teresa d’Avila: siamo stati troppo tempo in silenzio è ora di gridare, e come dice il Vangelo: gridate la verità dai tetti. Ma il problema è che se uno si ribella, deve ribellarsi per il bene, prima cosa e, ponendo una soluzione o una possibilità della stessa, seconda cosa. Altrimenti o è declino o ribellione fine a se stessa. Questo il rap ha prodotto negli anni, vista la sua partenza orgogliosamente umana e terrena, senza, se non pochi, riferimenti al trascendente, e che il mondo ha fatto sì che diventasse, cambiando sempre più, involvendo, chiedendo conferme anche a chi dovrebbe riportare le persone, attraverso la propria altre, a se stesse e agli altri. Il mio rap è ribellione ma, ancor di più soluzione. E non perché sia io a darla, altrimenti sarei anche io stesso soggettivista e arrogante, ma pongo in esse la risposta del Cristo, che tocca ogni lato umano essendosi fatto egli stesso uomo, e promettendo la salvezza da ogni cosa terrena e passeggera, oltre a fondare egli stesso il valore, in quanto l’Essente, in quanto Dio. Da qui l’intoccabilità delle mie tesi, ovviamente conscio dell’invito che pongo e non dell’imposizione che schiaccia, e il mio desiderio di arrivare ai cuori, come con tanto amore è arrivato Dio stesso al mio. La congiunzione con il mio rap è quindi questa, la partecipazione ad alcuni valori stessi posti in essere dall’Hip-Hop, ma giustificati da Cristo stesso, insieme al resto dei suoi insegnamenti biblici. Nella teologia cattolica troviamo che Ogni cosa che Dio ha assunto, quindi che Cristo ha preso visto che è Dio fattosi uomo, è redenta. Quindi, non solo l’uomo stesso nella sua particolarità, ma anche ogni sua azione e posizione prodotta, dove, se non è nell’errore e nell’egocentrismo può essere luce. La musica è una di queste. Il testo di Cammina con te, fatto con Terac, differentemente credente come sono io, ne è un esempio. Pergamene dal cemento, quindi, prende il nome dalla mia storia, di strada, dura come i sanpietrini, in passato grigia come l’asfalto e mai dritta, come le strade colme di vicoli e curve. Proprio lì, nel periodo più nero, ho trovato la luce, come trovarono i resti delle sacre scritture archeologi tempo fa, confermando gli scritti degli evangelisti, come si può trovare una luce nella notte più fonda. Pergamena quindi richiama il testo sacro, dove pongo le basi dei miei testi, per questo le faccio partecipare a tale termine e “Cemento” richiama per l’appunto il posto dove sono partito, ma anche dove voglio arrivare a riportare la luce a chi non ce l’ha. Nella mia umile espressione, tento di fare ciò che faccio anche nel mio lavoro, portare risveglio all’uomo, ma non da me né da idee umane, da qualcosa che già ha detto e fatto, Cristo, il quale pone in essere la possibilità di rialzarsi come anche la sorregge, ogni giorno, fino all’eternità.
Musica
Davide Febi "Successo su Spotify per il Rapper Cattolico"
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Pubblicato in data 09-07-2020 | hits (1.290) | da: Giornalismomusicale.87
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