Quello che sta succedendo in Italia e nel mondo come effetto collaterale dell’epidemia di coronavirus è lo sciacallaggio, succede sempre, ritengo che non ce ne indigniamo mai a sufficienza e conseguentemente nessuno sente il dovere di intervenire.
Ci sono dei baldi giovani che spacciandosi per medici si recano presso le abitazioni degli anziani, proponendo di fare i tamponi per verificare la presenza di infezione e ne approfittano per derubarli.
Difficile prenderli, inutile condannarli, saranno a piede libero lo stesso giorno, in fondo cosa hanno fatto di male, hanno solo derubato dei poveri pensionati.
Ci sono poi gli sciacalli politici che chiudono le scuole laddove non esiste alcun caso, ma dove tra poco si vota e quindi ci sarà qualcosa da spendere a favore del proprio attivismo protezionistico.
Ah, non so poi dove sono spariti quelli che volevano chiudere gli accessi ai cinesi e non dicono nulla nei confronti di chi chiude gli accessi agli italiani e soprattutto non dicono nulla a tutti quelli italiani che andando in gita stanno infettando il mondo.
Quali sarebbero secondo questi protezionisti della prima ora, le iniziative da prendere nei confronti di questi nostri connazionali che sono diventati ignari ed incolpevoli diffusori del virus?
Come sempre la sensibilizzazione e l’informazione sono argomenti sconosciuti a chi cerca sempre il colpevole per qualcosa, tralasciando il problema vero e le soluzioni, che non sa proporre.
C’è però una categoria di sciacalli, che in nome del libero mercato, viene accettata, sopportata e vagamente denunciata.
In America il pedaggio delle autostrade cambia a seconda del traffico, poco traffico si paga poco, tanto traffico si paga tanto, può essere comprensibile, se vuoi un servizio migliore scegli la corsia a pagamento, paghi in funzione della domanda.
Che il principio di domanda ed offerta si applichi spudoratamente ed impunemente alle necessità collegate alla salute dei cittadini è però assolutamente indegno.
Sarò ingenuo o idealista, ma che l’amuchina passi in un giorno da 10 € a 250 €, che una mascherina passi da 2/3 € prezzo al dettaglio, comprensibile per chi ne deve acquistare centinaia e venderne una alla volta, a 30/40 €, non credo si possa definire “libero mercato”.
Dal mio punto di vista si tratta di rapina legalizzata nei confronti di persone in stato di necessità e purtroppo tollerata dai cittadini e dalle autorità distratte.
Ragionando nello stesso modo e forse con più ragione, i medici dovrebbero chiedere uno stipendio decuplicato, altrimenti sospenderebbero il lavoro.
Fortunatamente i medici e molti altri professionisti sono persone serie e non approfittatori privi di scrupoli ed i malati possono ricevere le cure ed i servizi, senza la necessità di dar fondo ai loro risparmi.
Ovviamente il libero mercato è sacrosanto, soprattutto per questi soggetti pronti a difenderlo a spada tratta, ma ci sono metodi legali per contrastare queste azioni indegne, ad esempio si potrebbe stilare un elenco di tutti gli operatori commerciali che hanno aumentato i prezzi in occasione del coronavirus e poi con calma, senza fretta, passare questa lista alla Guardia di Finanza o alla Tributaria, che con calma, senza fretta, potranno fare tutti gli accessi che sono necessari, in tutte queste attività ed eseguire dei controlli approfonditi.
Che Paese strano il nostro, da un lato abbiamo degli anonimi donatori che mettono a disposizione migliaia di mascherine e magari rischiano che qualcuno gli chieda conto di come le hanno pagate, dall’altro abbiamo alla luce del sole centinaia di sciacalli che approfittano di una malattia da cui potrebbero essere colpiti pure loro (vedi mai) e che aumentano i prezzi di prodotti necessari nell’emergenza e rimangono del tutto impuniti.
Sono giustizialista? In questo caso sì e non me ne vergogno.
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