“La desiderabilità del segno” è un concept a tre voci con Paolo Rossetti, Simonetta Ferrante e Matteo Pettinaroli, in cui è possibile immergersi in una ramificazione di segni, una texture di relazioni, una trama di gesti
Designing Happiness a 100 anni da Bauhaus
L’incontro “La desiderabilità del segno”, avvenuto nel centesimo anniversario dalla nascita di Bauhaus, scuola che ha dato un grande contributo allo sviluppo del design, dell’arte e dell’architettura moderna, mette al centro il tema della “desiderabilità”, motore che fa girare l'esistenza e che porta in sé un contenuto prezioso, un’etimologia che rimanda al latino sīdŭs, ĕris (= stella) attraverso il de sideribus (= ‘dalle stelle’) consegnatoci dal De bello gallico.
Brand design, calligrafia e agopuntura urbana: dare risposte composite alla complessità odierna
La complessità dei nostri giorni trova rilevanza nella contaminazione tra tre figure molto differenti ma sintonizzate nella ricerca di significati. Paolo Rossetti, fondatore, Direttore creativo e designer di Rossetti Brand Design afferma: “migliorare soltanto una piccolissima parte del mondo e del modo in cui viviamo: questo in grande sintesi è quello che faccio attraverso la dimensione estetica e più nello specifico nella rappresentazione visiva. E mi domando quale differenza ci sia fra desiderio e volontà, quale relazione fra i due e chi viene primo. In termini di priorità, mi sembra lo sia il desiderio e possiamo dire che, prima di questo, ci sia un’urgenza dell’esistenza che preme per emergere (e per essere sperimentata attraverso il desiderare)”.
Il grado di desiderabilità di un segno?
Quale è il grado di desiderabilità di un segno? La desiderabilità è forte e totalizzante in chi lo costruisce ma la desiderabilità attiene anche a chi deve riceverlo… Siamo, forse, tutti in attesa di rivelazioni attraverso piccoli e grandi segnali?
“Il segno è da sempre il mio modo di esprimermi con qualsiasi tecnica e strumento. Forse dipende in parte dal mio passato di grafica” dice Simonetta Ferrante che, dalla sua lunga esperienza d’artista calligrafa, può affermare con certezza che “vi è una reciprocità tra la mia mano e il segno che ne esce spontaneo al di là della mia volontà. I segni sono il mio filo conduttore: a volte ho la sensazione di essere io stessa il SEGNO che sto tracciando”.
In questo incontro, oltre alla bellezza e all’atto creativo, si è dato spazio anche alle richieste in ambito sociale e Matteo Pettinaroli, architetto e fondatore di un collettivo di professionisti che si occupa di spazio pubblico e design partecipativo, chiarisce che “l’agopuntura urbana è un ‘segno’ leggero fatto di relazioni, dinamismo e partecipazione attiva per valorizzare gli spazi collettivi del futuro. Significa, in pratica, realizzare progetti in piccola scala con l’ambizione di apportare ampi benefici alle comunità a cui sono destinati”.