Arte e scienza al
L’esposizione, promossa da
«Partendo dalle tecniche usate per la collezione “Supernova” – spiega l’artista – la mia idea è stata quella di aggiungere il pigmento fosforescente, ovvero colori che alla luce non vedi, ma cogli solo al buio. Questo implica il fatto che guardando l’opera d’arte in certe condizioni hai l’impressione di averla colta completamente, ma cambiando le condizioni, spegnendo la luce, vedi qualcosa di nuovo di cui non avevi idea. Ho trovato l’analogia con la “Materia Oscura” molto pertinente: la materia è presente (nell’opera), ma non la vedi. Anche noi siamo circondati dalla “Materia Oscura”, ma non la vediamo: toccherà alla scienza trovare lo strumento che ci permetterà di individuarla utilizzando un modo nuovo di guardare il mondo».
«Magnani – conclude Valerio Dehò – lavora sull’immaginario scientifico, la sua “Materia Oscura” appartiene a come l’uomo vede il cosmo, a come ne cerca i segreti. È l’anima che guarda; le ricorrenze e le similarità, studiate a lungo da uno scienziato e critico d’arte indimenticato come Giorgio Celli, rafforzano l’antica idea che l’universo sia un’opera d’arte».
Per la realizzazione della serie “Supernova”, Magnani sfrutta gli effetti della fluido-dinamica senza toccare l’opera con le mani, con i pennelli o con altri strumenti; ogni fase della creazione avviene a distanza. Il pannello multistrato di carta e alluminio giace sommerso orizzontalmente sotto un velo d’acqua. Operando dal centro e sfruttando la forza centrifuga, getti di acqua e aria muovono i pigmenti lasciati precedentemente cadere dall’artista sul supporto. Questa originale tecnica si ispira e tenta di riprodurre, con tutti i limiti del caso, la dinamica dell’esplosione stellare; prova ne è il fatto che le opere così realizzate sono molto simili alle immagini che catturiamo attraverso i grandi telescopi. “The Dark Matter Collection” contiene, in più, uno sfondo creato con pigmento fosforescente che al buio emette luce verde, luce che filtra attraverso le forme generate dal pigmento tradizionale, producendo così, a livello ottico, una nuova opera d’arte completamente diversa dalla precedente.
Dopo un viaggio eclettico che lo ha visto per anni come ricercatore scientifico in fusione nucleare, Enrico Magnani ha scelto di dedicarsi completamente all’arte, esponendo in Europa e negli Stati Uniti. A distanza di anni, fa ora ritorno al mondo della scienza, arricchito di un bagaglio che è quello dell’arte, della creatività e di una certa libertà.
Nell’ottica di sviluppare e promuovere l’interazione sinergica tra il mondo dell’arte e il mondo della scienza per una nuova visione e comprensione della realtà, giovedì 18 luglio, alle ore 15.30, presso la
La mostra sarà accompagnata da un catalogo (Kaiti espansion Editore, 2019) che, oltre alle riproduzioni delle opere esposte, raccoglierà i testi di autorevoli critici d’arte, filosofi e scienziati impegnati nelle ricerche che vanno dalla fisica delle particelle fino alla cosmologia: Luis Alvarez Gaumé, Amedeo Balbi, Tiziano Camporesi, Luisa Cifarelli, Valerio Dehò, Michela Massimi, Marilena Streit-Bianchi, Licia Verde ed Enrico Magnani.
La partecipazione alla conferenza e la visita alla mostra saranno gratuite previa registrazione presso
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