Lo scrittore e autore genovese Matteo Monforte mercoledì 18 aprile alle ore 18.30 presenterà il suo romanzo “La vanità dei pesci pulitori" a Milano presso la libreria Cultora (via Lamarmora 24)
Dopo Come siamo caduti in basso, Oscar pubblicato nel 2007 al quale ha fatto seguito La Genova male, entrambi editi per Cinaski editori, l’autore Matteo Monforte esce con il suo terzo romanzo giallo La vanità dei pesci pulitori per Fratelli Frilli Editori.
Il protagonista è ancora lo squattrinato e scapestrato trombettista Martino Rebowsky : ‘Sono molto affezionato a questo terzo capitolo della saga, perché credo che Rebowsky abbia finalmente raggiunto la sua “maturità” romanzesca. E’ cresciuto, ormai è quarantenne, e il suo sbando totale - che lo rende, a dir suo, uno dei 12 uomini più felici del mondo – è all’apice. Se dovessi descrivere in poche parole Martino Rebowsky, lo descriverei come uno che se ne frega. Di tutto e di tutti. E, soprattutto, del giudizio del mondo intero. Per questo è davvero libero. E felice" racconta Monforte.
La vanità dei pesci pulitori corre su due binari paralleli. L’omicidio di una ragazza, subito all’inizio, nel prologo, ma non si sa chi sia la vittima e nemmeno che importanza abbia all’interno della trama e il “giallo” in cui si trova incastrato Martino, ovvero risalire al perché si sia appena svegliato in uno squallido albergo cinese, vestito con una tunica da prete, dopo una notte di bagordi della quale non ha il minimo ricordo.
Quando la personale indagine di Rebowsky, impegnato a ricostruire i pezzi di quella folle notte, e la ragazza uccisa all’inizio si incontrano, il giallo vero e proprio prende il via e Rebowsky si accorge di essere nei guai fino al collo.
Accanto al personaggio di Martino, che nel corso dei tre romanzi è ingrassato, si è spogliato di ogni tipo di timore e si gode quello che può avere giorno per giorno facendo sesso solo con prostitute e accontentandosi del misero stipendio da musicista, Immancabile, come in ogni avventura di Rebowsky, c’è la sua amica Marilù. Eroina naif di questa storia, sempre più radical chic e ficcanaso che mai. Grazie alle sue mille amicizie nel mondo “artistoide” e alle sue conoscenze , avrà un ruolo chiave nello svolgere di questa ennesima e strampalata indagine.
Anche questo romanzo, come i primi due, è caratterizzato da una scrittura ironica, disincantata e provocatrice e a fare da scenario all’intera vicenda è immancabilmente Genova, amata e vissuta dallo stesso autore: ‘Lungi da me pensare di essere un vero scrittore di gialli, sono sempre uno che si prende molto poco sul serio, nella vita come in ciò che scrive. Ovviamente, regina sullo sfondo, c’è la mia Genova. E dico “mia”, proprio perché ho deciso di far muovere Rebowsky nella Genova che frequento io, tra i miei giri, i miei vicoli, i miei locali, bar e ristoranti. Ogni luogo esiste realmente, anche se magari è un po’ mascherato. Ci sono i locali dei miei amici, il mio quartiere dell’infanzia, i posti dove giro abitualmente, quando esco la sera o quando vado a bere un caffè di giorno’ conclude Monforte.
Sull’autore
Matteo Monforte nasce a Genova nel 1976. Nella vita scrive per la tv e per il teatro. Ha collaborato per 10 anni come autore con Zelig e scritto testi per alcuni tra i più importanti comici del panorama italiano (Maurizio Lastrico, Antonio Ornano, Beppe Braida, Teresa Mannino, i Turbolenti, Enzo Paci, Baz). Ha pubblicato tre romanzi: Come siamo caduti in basso, Oscar ( Chinaski edizioni), La Genova male ( Chinaski edizioni) , Prendo la sciarpa e arrivo da te ( Grandi e associati)