Sabato 16 marzo 2019 alle ore 13 all’interno della rassegna Libri Come 2019 all’Auditorium Parco della Musica di Roma la presentazione del romanzo di Michele Caccamo “Con le mani cariche di rose” edito da Elliot. Interviene Arnaldo Colasanti, letture a cura di Neri Marcorè, Maria Rosaria Omaggio. Accompagnamento musicale di Oscar Bonelli. Il libro è un dialogo a due voci in una galleria di immagini cariche d’amore. Michele Caccamo ha una sua naturale confidenza col linguaggio della parola, e la sa compiere nel suo significato assoluto: come fosse poi quasi banale riprodurne il suono, al di fuori di quella frase, di quel contesto, di quella visione. Michele Caccamo è un pensatore, un intellettuale che non ha bisogno di riconoscimenti. Scrive, emoziona, e sa vestire ogni suo pensiero di poesia, con naturalezza.
Con le mani cariche di rose è un libro sull’amore, universale, assoluto. È un manifesto sull’infermità d’amore, tema a lui caro, e già ampiamente affrontato nelle sue sillogi.
Qui la sua voce è ancora più potente grazie alla prosa poetica, quella forma scrittoria che nasce da un talento naturale ed è a tratti aulica a tratti colloquiale, quasi volesse dire: “Sono supremo, sono umano”, e non è lui che parla, ma l’amore, appunto.
Michele Caccamo si è lasciato ispirare dai rapporti amorosi di Renée Vivien, pseudonimo di Pauline Tarn (Londra, 11 giugno 1877 – Parigi, 18 novembre 1909), dalle sue lettere, dalle sue poesie, dalla sua storia. Con le mani cariche di rose è un verso tratto dalla poesia Roses du soir (“Evocations”, 1903) Des roses sur la mer, des roses dans le soir/Et toi qui viens de loin, les mains lourdes de roses…
Renée è stata una delle poetesse più raffinate e trasgressive della fine dell’Ottocento. Pagò la sua omosessualità e il suo anticonformismo con l’ostracismo della cultura borghese del tempo.
“Ci siamo perse ogni anno, ogni giorno, ogni ora. Dimenticate, al limite della speculazione. Mi manchi, e penso che proprio adesso tu abbia il segreto della mia esistenza. Quando c’eri la mia casa era libera di muoversi, di cantare e suonare. E tu arrivavi ogni giorno come un usignolo, con l’acqua alla bocca. E mi incoronavi, mi saccheggiavi, mi guardavi fiorire”. Come si legge, in questa opera l’amore ha un senso assoluto, ha la forza per superare i disagi, della società, di un’epoca; la testimonia come un conflitto eterno, molto spesso interiore.
Réné attraversa le sue tribolate vicende amorose con Violet, Helen, Kérimé, Natalie, lasciandosi condurre da una voce guida, che si fa strada dentro di sé. Una voce che solo nell’ultima scena diventerà corporea presenza e quindi si svelerà.
Con le mani cariche di rose è un esperimento letterario, è ricerca, non è un romanzo, non è un monologo, non è una raccolta di pensieri. È sviscerare l’intimità di una storia, in modo assolutamente cronologico è una strada nuova e diversa di scrivere. Si dispone su tre piani narrativi. E Michele Caccamo, da attento osservatore del mercato editoriale, ci dimostra che la qualità della cifra stilistica deve essere “sovrana”, in un trattato sull’amore.
Michele Caccamo è editore, scrittore, poeta, paroliere e drammaturgo italiano. Pubblicato e tradotto in: Egitto, Yemen, Indonesia, Siria, Palestina, Sud Asia, Russia, Cile, Argentina, Messico, Spagna, Francia, Stati Uniti. Scrive di libri su Huffingtonpost e di musica su Faremusic. Dirige la Casa Editrice Emersioni, ed è Editore de Il Seme Bianco.
Tra le sue opere, ricordiamo: Intrappolati (Castelvecchi); La meccanica del pane (Castelvecchi), L’Anima e il castigo (Castelvecchi).