Un libro di Marina Paterna
Prefazione di Giommaria Monti
con la partecipazione del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo
Il libro liberamente ispirato alla storia di Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino ex mafioso e collaboratore di giustizia. Giuseppe fu rapito il 23 novembre 1993 su ordine di Giovanni Brusca, con l’intento di tappare la bocca al padre, che aveva iniziato a collaborare.
Il bambino fu spostato da un covo all’altro per mezza Sicilia, ma è nell’ultimo bunker che rimase per 180 lunghissimi giorni, prima di essere strangolato e dissolto nell’acido.
Il racconto è come un puzzle, composto da momenti freddi e agghiaccianti come i numeri che l’autrice definisce i numeri del disonore:
93 l’anno di cattura
12 i suoi anni
23 il giorno del sequestro
779 i giorni di prigionia
11 il giorno dello scioglimento nell’acido
95 la fine dell’agonia
L’autrice Marina Paterna, subito dopo l’uccisione del Generale Dalla Chiesa si trasferisce con la famiglia a Palermo. Città in cui incontrerà, nell’ufficio del padre, presso la Procura Generale di Palermo due figure di riferimento fondamentali per la sua crescita morale: Falcone e Borsellino.
Decide nel suo libro “HO SCONFITTO la mafia. IO SONO VIVO!” di raccontare un fatto di cronaca tra romanzo ed autobiografia, andando alla ricerca del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, che per la prima volta si presenta come padre a volto scoperto.
Il libro è un romanzo corale, dove a narrare non è mai una sola voce ma una coscienza universale.
Dedicato a tutti quegli uomini di penna uccisi, morti ammazzati per aver onorato e perseguito i valori di verità e giustizia.
Al giornalista Marco Sacchi, amico di famiglia scomparso prematuramente, primo fotoreporter della strage di Capaci e collaboratore alla sceneggiatura del film tratto dal romanzo.
Marina lascia ai suoi lettori un desiderio da realizzare:
“Cancellatela questa macchia sulla Sicilia. Lustratela e prendetevene cura. È Casa Vostra.”