La Dottoressa Silvia Parisi, psicologa a Cuneo ci parla degli sviluppi della terapia del comportamento in Italia.
Nella realtà americana, e, sia pure minore misura, dei paesi anglosassoni, lo sviluppo la diffusione della terapia del comportamento avevano luogo sotto l'egida di una psicologia che era, la sua maggior parte, psicologia del comportamento. Nulla del genere in Italia. Introduzione vitale della terapia del comportamento avviene, sotto l'egida del pavlovismo, all'interno degli studi sull'attività nervosa superiore. Nel 1965 si tiene a Salice Terme (PV) il 15º congresso della Società italiana di neurologia; all'interno vi è un intero symposium sul tema: "i riflessi condizionati: aggiornamento sui problemi teorici, sperimentali e clinici dell'attività nervosa superiore". Le premesse teoriche da dove partono gli autori come Eysenck, Wolpe, Lazarus, Dunlap, M. Cover Jones, non sono perfettamente omogenea, sono in tutti casi assai fragili, e talvolta sotto non pochi aspetti appaiono come una distorsione o caricatura della dottrina di Pavlov. Tuttavia questi ricercatori hanno dato un cospicuo contributo alla valorizzazione pratica in campo clinico di alcuni ritrovati e postulati della fisiologia e fisiopatologia dell'attività nervosa superiore. Nel 1968 si tiene a Milano il primo congresso internazionale sull'attività nervosa superiore del CIANS (Collegium Internationale Activitatis Nervosae Superioris). Presidente e Gantt, gli organizzatori locali Goldwurm e Cazzullo. L'importanza dell'avvenimento e soprattutto nel fatto di avere visto raccolti a discutere sul tema comune studiosi occidentali e, dei paesi dell'est. Fra gli interventi anche rachman, Wolpe, Gelder, i quali espongono le applicazioni della desensibilizzazione sistematica del trattamento dei diversi disturbi. Ancora a Milano, nel 1970, si tiene un evento importante per il mondo scientifico internazionale: il congresso di psichiatria e neurologia di lingua francese. La sezione sulla terapia dedicata al tema "Le terapie di decondizionamento delle nevrosi". Un ulteriore indicazione dell'importanza, nel contesto italiano, della tradizione pavloviana e l'attiva presenza in questi anni a Roma dell'Istituto di studi psicologici psichiatrici di villa Santa Rita. L'intervento psicoterapeutico che viene delineato fa uso di tecniche di estinzione, di auto-affermazione (Salter), di "scondizionamento" per l'inibizione reciproca, di rilassamento e di training autogeno, di condizionamento operante e ricondizionamento positivo. Nel mondo psichiatrico italiano, la diffusione della terapia del comportamento viene ad avere, negli anni 70,2 poli principali: l'uno a Milano e l'altro a Roma. Il Polo milanese, che ha come figura di riferimento G.F Goldwurm, si viene caratterizzando in rapporto alle vivaci problematiche della deistituzionalizzazione che percorrono gli anni 70. Interessi teorici e clinici prevalenti sono quelli delle psicosi e della psicoterapia nel contesto istituzionale. Il polo romano (Stefania Borgo, Gabriele Chiari, Vittorio Guidano, Gianni Liotti, Roberto Mosticoni, Mario Reda, Lucio Sibilia) viene piuttosto a caratterizzarsi nel rapporto con un acuto interesse epistemologico e con la pratica della psicoterapia nell'ambito privato. Gli interessi sono rivolti prevalentemente alla clinica delle nevrosi. All'interno di parte di questo gruppo matura l'attenzione sempre più marcata per gli sviluppi cognitivi e una serie di formulazioni teoriche originali: la diffusione di tale delle terapie cognitive vede questo gruppo in prima fila.
Fonte notizia
www.psicologacuneo.com