Per la Società Italiana Scienze Forensi, però, non ci sarebbero dubbi: l’affidamento materialmente condiviso (il cosiddetto physical joint custody) – che prevede tempi paritetici o equipollenti di frequentazione dei figli, non più di due terzi e non meno di un terzo del tempo con ciascun genitore – va preferito a quello in cui l’affidamento è delegato prevalentemente a un solo genitore. Secondo la S.I.S.F. “l’affidamento materialmente condiviso è da intendersi – come – la migliore realizzazione delle esigenze della prole di usufruire di una equilibrata relazione emotivo-relazionale con le due figure genitoriali“.
Del resto, come dimostra l’esperienza di alcuni paesi intracomunitari anche culturalmente vicini all’Italia, esso ridurrebbe le probabilità di perdere il contatto con un genitore dopo la separazione e favorirebbe la crescita armoniosa della prole. Ma non solo. Gli scienziati forensi, ribadiscono che l’affidamento con tempi che tendono all’equipollenza con ciascun genitore “permetterebbe anche una potenziale diminuzione della conflittualità all’interno della coppia genitoriale che si vedrebbe
depauperata da tutte quelle motivazioni, a volte futili e strumentali, che alimentano, anche tramite denunce, l’impasse genitoriale“.
Insomma, l’affidamento materialmente condiviso restituirebbe una migliore sistemazione alla famiglia divisa e andrebbe pertanto favorito. Sul punto, soccorrono anche i dati delle altre nazioni che adottano il principio dell’affido condiviso. La Svezia è lo stato europeo con la maggiore percentuale di affidi in alternanza (40%, contro il 30% del Belgio e solo il 2% dell’Italia). Ma Paesi più vicini al nostro modo di vivere, come la Catalogna, hanno visto salire, in soli 5 anni, i numeri degli affidamenti materialmente condivisi dal 10 al 40%, lo stesso per Corte Valenciana, Baleari, Paesi Baschi. Infine, va considerata l’esperienza australiana che fornisce numeri positivi sulla riduzione della conflittualità grazie alla legge sull’affido materialmente condiviso (entrata in vigore nel 2006). Abbiamo chiesto il parere a Gianluca Santoni Investigatore che si è occupato di molti casi di separazione collaborando con l’associa Forense romana.
Dopo una separazione l’unica cosa a cui bisogna pensare è il bene dei figli , l’educazione.
Un conflitto tra genitore non servirebbe a niente, se non a intossicare la crescita dei bambini, che non hanno nessuna colpa se l’amore termina si affievolisce, che non hanno nessuna colpa se i genitori hanno deciso di allontanarsi.
Credo che a volte i figli sono anche sacrifici , se per loro dobbiamo fare delle rinunce oppure dobbiamo condividere ancora con i nostri ex è giusto perché alla fine ha più valore il bene di nostro figlio.